In calo i prestiti alle Pmi e in aumento quelli ai grossi gruppi

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 L’accesso al credito per le piccole e medie imprese (Pmi) è letteralmente crollato nell’ultimo anno. I prestiti delle banche alle Pmi sono scesi del 5,2% e le cosiddette sofferenze sono cresciute del 24,9%. Questi sono i dati della Cgia di Mestre, che sottolinea come il credito che è stato fornito ai grossi gruppi industriali, non sempre affidabili, sia invece cresciuto.
Il calo del 5,2% dei prestiti delle banche alle piccole e medie imprese equivale a 50,2 miliardi di euro come mostra la Cgia di Mestre. Per le Pmi, quindi, continuano le difficoltà visto che si trovano un mercato sempre più globale e competitivo, da una parte, e con le difficoltà ad accedere al credito, dall’altra.
Le sofferenze bancarie sono aumentate del 24,9%. Queste cosiddette sofferenze, cioè i rapporti per cassa con soggetti insolventi o in situazione simile, corrispondono a 22,7 miliardi di euro.
Più che le sofferenze bancarie, per spiegare la questione dello scarso finanziamento delle banche alle Pmi va affrontato lo sbilanciamento del credito, che in maggioranza è rivolto ai grossi gruppi. La Cgia di Mestre ha mostrato che l’81,8% dei finanziamenti va al 10% dei richiedenti. Il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi ha affermato: “Questi soggetti non sono costituiti da piccoli imprenditori, da famiglie o da titolari di partite Iva, bensì quasi esclusivamente da grandi gruppi o società industriali”.
La cosa che fa riflettere è che questi grandi gruppi che ottengono l’81,8% dei finanziamenti bancari, che sono il 10%,  occupa il 78,8% delle sofferenze bancarie.

 

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