Quali sono i bond più convenienti?

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Durante i primi tre trimestri di quest’anno, le azioni statunitensi (+15,4%), le azioni mondiali (+10,04%) e le borse degli Stati emergenti (+8,5%), anche in base a una rivalutazione del dollaro nel cross contro l’euro, hanno fatto registrare rendimenti superiori e vicini alla doppia cifra. E i fund manager continuano a mantenere una visione positiva relativamente all’azionario globale e ad incrementare il peso delle Borse dei Paesi periferici di area euro, degli Usa, di alcuni Paesi emergenti.

Anche nel comparto del reddito fisso un rialzo dei rendimenti delle obbligazioni high yield, alto rischio/alto rendimento, di circa un punto percentuale (con il conseguente calo delle quotazioni dei titoli già emessi), o l’ampliamento dello spread tra i Bund e i Btp a dieci anni di 10-20 centesimi non sono considerati sufficienti dagli strategist per affermare che il ciclo si è invertito e che ci si trova non lontani da un crollo delle quotazioni del mercato delle obbligazioni.

C’è da segnalare che anche in questo frangente i primi nove mesi dell’anno sono stati più che positivi e i risultati sono stati di tutto rispetto. Ad esempio è possibile tenere in considerazione i bond della Gran Bretagna che sono saliti del 15,5%, i Treasury Usa in aumento del 14,09% e i Btp, in virtù della ulteriore diminuzione dei rendimenti e degli spread capaci di realizzare un guadagno complessivo, cedola e capital gain, dell’11,43%.

Gli esperti aggiungono:

La grande sorpresa dei primi nove mesi del 2014 è proprio l’eccezionale performance dei titoli a reddito fisso, sia in Europa che negli Stati Uniti. Nessuno a inizio anno aveva previsto che i tassi sarebbero scesi ulteriormente e ci si attendeva al contrario un aumento che avrebbe falcidiato i guadagni. Nessuna sorpresa invece dai mercati azionari, favoriti dalla crescita globale e dalla ripresa degli Stati Uniti. Che il clima dei mercati sia favorevole agli investitori lo conferma un rapido sguardo alle performance di tutte le asset class da gennaio a oggi. Solo le blue chip europee mostrano, dopo la correzione di inizio autunno un andamento piatto. Ma ci aspettiamo buoni ritorni dall’azionario di area euro nei prossimi mesi, soprattutto a causa dell’indebolimento del cambio euro/dollaro.

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