Reazioni del dollaro alla stanchezza della FED

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 La FED potrebbe decidere da un momento all’altro che gli aiuti al dollaro non sono infiniti e quindi porre un limite agli interventi in materia di politica monetaria. Se lo aspettano un po’ tutti dopo la diffusione delle minute FOMC.

La scorsa settimana sono stati diffusi dei documenti in relazione alla politica monetaria da adottare da parte della Federal Reserve e si è scoperto che in seno alla “banca centrale” americana c’è una frattura: da un lato coloro che vorrebbero segnali ancora più netti di sostegno alla moneta americana, dall’altro coloro che invece sperano in un comportamento totalmente diverso della FED.

A questo punto occorre capire come si evolve il mercato valutario e che legame c’è tra ripresa e quantitative easing. La FED, sembrava quasi normale che portasse avanti il QE di lungo o infinito periodo. Una politica che senz’altro fa comodo alle aziende ma che danneggia l’economia dopo un po’. Per cui è stato proposto di mettere un punto al processo già da fine anno.

La FED ha reagito introducendo un legame tra i tassi d’interesse e il dato sull’occupazione e l’inflazione, in modo da non procedere su questa direttrice fino alla fine del 2015 indiscriminatamente. Se il tasso di disoccupazione scendesse al di sotto del 6,5% e se l’inflazione restasse al di sotto del 2,5%, la FED potrebbe stoppare gli aiuti al dollaro.

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