Riforma contratti Pubblica Amministrazione

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Il  3 settembre c’è la ripresa  della discussione sulla legge delega inerente alla riforma della P.A. e non riguarda solo le pensioni. Si discuterà anche di contratti e stipendi, temi che dovrebbero poi essere chi risolti con la prossima Legge di Stabilità del 2015. In quella circostanza dovrebbero esserci molti provvedimenti nel settore previdenziale anche se, specialmente dopo le ultime affermazioni sulle pensioni del ministro Poletti, si deve ancora comprendere cosa il governo ha intenzione di fare e come.

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Tra le soluzioni più plausibili, quelle di un’uscita anticipata ma con penalizzazioni che verranno calcolate in proporzione agli anni di passaggio anticipato alla pensione riguardo ai requisiti fissati. Altra ipotesi, quella del prestito pensionistico, già prospettato dall’ex ministro Giovannini e ripreso da Poletti, che renderebbe possibile l’accesso anticipato alla pensione di due anni, con detrazioni sull’assegno mensile finale che rappresenterebbero una forma di restituzione di quanto stanziato negli anni di uscita anticipata.

Altro argomento fondamentale da affrontare sarà quello del blocco di stipendi e contratti per i dipendenti pubblici, di cui si dice, però, solo nel 2015 e non fino al 2017. L’affermazione di un nuovo blocco dei salari della Pubblica amministrazione ha, in ogni caso, già provocato il disappunto dei sindacati: per Cgil, Cisl e Uil “Intervenire sul salario dei dipendenti pubblici è un errore madornale” e reclamano “una smentita da parte del presidente Renzi e della ministra Madia. Altrimenti ci sarà una reazione fortissima e la ripresa dei lavori avverrà in un clima incandescente”.

Secondo il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, “Continuare a bloccare il contratto del pubblico impiego è un autentico scandalo, visto che sono già sei anni che i dipendenti pubblici non hanno aumenti salariali”.

 

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