Riforma Pa e telelavoro, cosa cambia per gli statali?

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La riforma della Pubblica Amministrazione tocca diversi aspetti del lavoro all’interno delle PA e si occupa anche del telelavoro considerato uno strumento per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro per quello che riguarda il pubblico impiego. 

L’articolo 14 della riforma non fa che rafforzare alcuni strumenti che fino a questo momento non sono stati sfruttati abbastanza e non hanno avuto la giusta considerazione. Il telelavoro è tra questi strumenti. La legge di riforma della PA ha come obbiettivo anche quello di incentivare il ricorso al telelavoro o anche alle tecniche più avanzate di smart-working e co-working.

Sempre più telelavoro, sempre meno uffici

Per conciliare i ritmi della famiglia con quelli del lavoro si darà la possibilità anche alle scuole di usare i voucher per il pagamento delle attività extracurriculari in modo che le famiglie possano affidarsi a puericultrici, baby sitter, ma anche ad educatrici e badanti senza ulteriori preoccupazioni.

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Per quanto riguarda nello specifico il telelavoro, le PA potranno adottare misure organizzative che porteranno a nuove modalità spazio-temporali nello svolgimento della prestazione lavorativa. Ci sarà chiaramente da rispettare qualche paletto. Entro 3 anni infatti, si stima che almeno il 10% dei dipendenti potrà avvalersi delle modalità di lavoro indicata a patto che gli stessi non subiscano delle penalizzazioni ai fini della carriera professionale.

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