La riforma della Pubblica amministrazione

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 Previste riforme alla pubblica amministrazione attraverso i profili dirigenti: verranno valutati da pagelle secondo specifici criteri e potrebbero subire variazioni positive e negative sugli stipendi. Renzi vuole in questo modo cambiare le sembianze dei dirigenti pubblici. L’obiettivo è quello di riordinare i vertici statali e i meccanismi di gestione della pubblica amministrazione con provvedimenti che modificheranno gabinetti, uffici legislativi e vari dicasteri attraverso la rotazione dei capi dipartimento.

La riforma si baserà su 4 punti cardine: dall’albo unico, che comprenda dirigenti esterni e dirigenti interni; alla mobilità, anche interamministrativa che partirebbe alla fine di un quinquennio di incarico all’interno di una delle amministrazioni; all’assegnazione delle pagelle per i singoli dirigenti, che valuteranno ogni professionista in base a specificati criteri di giudizio che il governo renderà pubblici; allo stipendio calcolato in base alla capacità di gestione finanziaria.

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Secondo, infatti, uno dei criteri che si rileverà dalla pagella, la capacità di gestione e di riduzione delle risorse finanziarie a disposizione di ogni singolo dirigente, se avrà le capacità di lavorare bene e risparmiare, la retribuzione salirà, in caso contrario, rimarrà stabile o scenderà.

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Questo era già stato anticipato dalla neo ministra alla Pubblica amministrazione: i dirigenti pubblici devono avere un incarico a termine e ruotare, e ora Matteo Renzi lo ha solo confermato, rendendo nota una riforma della PA per cui ‘Non devono esistere diritti acquisiti a tempo indeterminato per coloro che dirigono la macchina burocratica ‘facendo il bello e il cattivo tempo senza rendere conto del lavoro svolto.

“La rotazione dei dirigenti è una misura utile anche per valutare la performance e il contributo che questi stessi dirigenti danno alla Pubblica amministrazione” ha commentato Romilda Rizzo, presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anti-corruzione creata dal governo Monti.

 

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