Snam rileva il venti per cento di Tap?

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Come dichiarato da sempre dall’esecutivo di Governo, nel programma del gasdotto Tap entra un socio forte italiano.

Si parla del gruppo Snam, numero uno nel trasporto di metano in Italia ma anche leader a livello europeo.

Lo ha comunicato Carlo Malacarne, amministratore delegato di Snam, non a caso dai saloni di Parigi dove è in corso l’annuale edizione del “World Gas Congress”. Malacarne ha spiegato che il gruppo da lui guidato “è pronto a valutare l’acquisto di una quota fino al 20 del del progetto”.  I principali azionisti di Tap sono: Enagas, Fluxys, quest’ ultima alleata con Snam in altri gasdotti europei, con quote rispettivamente del 16% e del 19%, BP con il 20%, Statoil con il 20%, Socar con il 20% e la svizzera Axpo (5%). Secondo indiscrezioni, confermate da Malacarne, Snam potrebbe subentrare agli inglesi di Bp o in alternativa all’azienda di stato norvegese Statoil.

Già da molto tempo, Snam stava guardano al progetto che porterà in Italia e da qui in tutta Europa il gas estratto dai giacimenti dell’Azerbaijan. Progetto appoggiato anche dalla Ue, in quanto aumenta la diversificazione degli approvvigionamenti a abbassa i rischi geopolitici di una eccessiva dipendenza dal gas in arrivo dalla Russia. Come ha spiegato lo stesso Malacarne, l’ingresso nel tap da parte di Snam ora è possibile perché i vari operatori stanno siglando i contratti di fornitura con il governo azero per un periodo di 20 anni. Detto in altri termini, con la certezza dei contratti ventennali è sicuro che il gas arriverà sicuramente fino in Italia per essere venduto nel Continente. Di conseguenza, anche per Snam il progetto diventa remunerativo perché incasserà i diritti di passaggio e ciò giustifica il suo investimento diretto.

“Immaginiamo che nei prossimi mesi ci saranno possibilità di uscita per queste aziende, che sono società di produzione e non società di infrastrutture”, ha sottolineato. Malacarne parlando con l’agenzia internazionale Reuters. Il quale non ha voluto commentare sul prezzo, ma da indiscrezioni il 20% del consorzio dovrebbe valere intorno ai 400 milioni di euro. La sigla dei contratti ‘ ship-or-pay’ fino a vent’ anni è la ragione principale che rende il progetto Tap attraente per Snam. “Potrebbe essere una opportunità perché il profilo di rischio è molto simile al nostro profilo di rischio regolato”, ha detto.

 

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