Squinzi critica la politica europea del rigore

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 Il Presidente dell’ Unione degli industriali Giorgio Squinzi, nel corso del suo intervento presso l’ assemblea annuale di Assolombardia,  è tornato ad esprimere le sue considerazioni sulle politiche di rigore applicate dall’ Europa e dai vari Governi che si sono succeduti nei confronti dell’ Italia. 

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Secondo Squinzi, infatti, le politiche di rigore applicate dall’ Europa, concentrandosi troppo sui problemi di bilancio relativi all’ incidenza del debito, non promuovono la crescita economica della nazione e concentrano tutta l’ attenzione su dati che poi così negativi non sono.

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L’ economia italiana, infatti, è entrata in crisi solo dopo rispetto ad  altri Paesi europei, e mostrando, quando al debito, una maggiore incidenza di quello pubblico su quello privato.

Ad aggravare la situazione italiana, poi, ha contribuito anche la politica varata dal Governo Monti che, adeguandosi ai regimi dell’ austerità europea, ha reso più difficili le possibilità di ripresa economica.

L’ Italia, infatti, ha sì  recuperato credibilità agli occhi del mondo internazionale e ha ottenuto valori più alti sullo spread, ma nel frattempo l’ industria nazionale ha perso circa 100 milioni di euro al giorno nel giro di un anno.

La soluzione degli industriali a questo stato di cose sarebbe da rintracciare, quindi, oltre che nelle riforme economiche, in una revisione dei parametri europei deficit – pil.

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