Nessuna copertura per ammortizzatori sociali e solidarietà

Tutti i soldi che il governo doveva reperire per finanziare gli ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà, non sono disponibili e questo vuol dire che il 2015 sarà un anno molto difficile soprattutto per le imprese che invece di licenziare avevano ridotto l’orario dei loro dipendenti. Una nuova crisi all’orizzonte. 

Con la legge di Stabilità arrivano anche le misure per il reddito minimo

 Il Ministro del Lavoro e del Welfare Enrico Giovannini ha recentemente anticipato, in una intervista, gli elementi che saranno materia di discussione e definizione all’interno della prossima legge di Stabilità, che prenderà corpo proprio nei prossimi giorni. Parlando in generale della legge, il Ministro ha dichiarato che si tratterà di una svolta epocale per l’Italia, che verrà ad avere importanti interventi a livello di cuneo fiscale, in vista della sua riduzione, investimenti per il lavoro e sostegno al reddito, cioè nello specifico lotta alla povertà.

Guida al concedo parentale per i dipendenti

 Cos’è il congedo parentale

Il congedo parentale è un servizio dell’Inps che consiste in una indennità pari al 30% dello stipendio mensile del lavoratore che viene corrisposta dall’Istituto quando questo si assenta per motivi famigliari.

► Le prime regole dell’Inps per il voucher baby sitter

Quanto dura il congedo parentale per i dipendenti

I lavoratori dipendenti hanno diritto ad astenersi dal lavoro per periodi diversi in base alla loro situazione. Nello specifico, nei primi 8 anni di vita del bambino (per i genitori adottivi il conteggio degli otto anni inizia dall’entrata in famiglia del bambino):

– la madre può astenersi dal lavoro per un periodo complessivo – continuativo o frazionato – non superiore ai 6 mesi;

– il padre può astenersi dal lavoro per un periodo complessivo – continuativo o frazionato – non superiore ai 7 mesi;

– il genitore unico è agevolato con una durata del congedo di 10 mesi.

Nel caso in cui i genitori decidono di fruire del congedo parentale contemporaneamente, ne avranno diritto per un periodo totale massimo di 11 mesi.

► Guida alla richiesta del Bonus Bebè 2013

Se la madre del bambino è una lavoratrice autonoma o casalinga, per poter usufruire dei giorni previsti dal congedo parentale deve dimostrare l’impossibilità della madre a prendersi cura del bambino. I motivi possono essere accertamenti sanitari, partecipazione a pubblici concorsi, cure mediche etc.

Per usufruire del congedo il genitore deve dare 15 giorni di preavviso, regola non valida in caso di dimostrata impossibilità.

Disciplina dei CNNL per la fruizione ad ore del congedo parentale

 La legge di stabilità 2013 (legge 228/12) ha introdotto la possibilità per i genitori di usufruire dei congedi parentali concessi ai lavoratori dipendenti nei primi 8 anni di vita del bambino anche ad ore.

 

► Guida alla richiesta del Bonus Bebè 2013

Nel testo della legge si specifica che questa possibilità, però, per la sua realizzazione è subordinata alla disciplina che ne danno i contratti collettivi di lavoro relativi a modalità di fruizione, criteri di calcolo della base oraria ed equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa.

Con l’interpello 25 del 22 agosto 2013, il Ministero ha risposto all’istanza del Cgil, Cisl e Uil nella quale erano stati chiesti chiarimenti al Ministero per la determinazione di quale livello di contratto nazionale debba essere utilizzato per la formulazione della disciplina a riguardo della fruizione dei congedi parentali ad ore.

Il Ministero ha chiarito che la disciplina di riferimento è sia la contrattazione nazionale di settore che la contrattazione collettiva di secondo livello.

 Congedo a ore per i lavoratori in attesa di figli

Inoltre, come specifica il Ministero, i contratti nazionali collettivi di secondo livello sono abilitati anche a stabilire le modalità di fruizione e differimento del congedo per il personale del comparto sicurezza e difesa di quello dei vigili del fuoco e soccorso pubblico.

Bonus asilo nido e baby sitter: come presentare la domanda

 La maggior parte delle madri lavoratrici potranno, a partire dal primo di luglio e fino al 10 dello stesso mese, presentare la domanda per ricevere l’ erogazione di un Bonus asilo nido e baby sitter, di cui abbiamo discusso anche in una serie di altri post che potrete trovare all’ interno di questo sito.

Bonus asilo nido e baby sitter: chi può presentare la domanda

 A partire dal 1 luglio 2013 e fino al prossimo 10 luglio sarà possibile presentare la domanda per usufruire delle agevolazioni che lo Stato mette a disposizione delle neomamme. Si tratta del Bonus asilo nido e baby sitter, che è costituito dall’ erogazione di un importo di 300 euro al mese per 6 mesi.

Bonus asilo nido e baby sitter

 Dall’ inizio del mese di luglio sono in arrivo buone notizie per tutte le neomamme d’ Italia. A partire dal 1 luglio 2013, infatti, e per un periodo di tempo di 10 giorni sarà infatti possibile presentare la domanda per fruire di una agevolazione che lo Stato italiano mette a disposizione per aiutare le famiglie ed in particolare le mamme lavoratrici.

La Camusso chiede nuovi ammortizzatori sociali

 In una intervista rilasciata a “Repubblica”, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al futuro piano dal Governo Letta per il rilancio dell’ occupazione giovanile.

Secondo la Camusso l’ Italia si trova al momento in una situazione del tutto particolare, una situazione che in passato non si era mai verificata. Il Paese esce, infatti, da cinque anni consecutivi di recessione, e dunque, in queste condizioni, la priorità del Governo non dovrebbe essere tanto quella di limitare, come annunciato, i vincoli dei contratti a tempo determinato, ma quella di garantire ai lavoratori una maggiore quantità di ammortizzatori sociali.

> 9 milioni di disoccupati nel 2012, per la CGIL si tratta di un anno nero

La ripresa dell’ occupazione è certo un problema successivo, ma per far ripartire le assunzioni sono allora necessari numerosi e maggiori investimenti: in un paese in recessione, infatti, il lavoro va creato, è ciò potrebbe essere certo favorito da una fiscalità più vantaggiosa per chi assume. Anche se, anche i questo caso, non si dovrebbe proporre degli sgravi a pioggia, che sarebbero risolutivi solo per un tempo limitato.

Per Squinzi è necessario detassare il costo del lavoro

Quanto al fenomeno degli stage, poi, il segretario aggiunge che nei contratti formativi deve rimanere sempre prioritaria una ottica di stabilizzazione del contratto di lavoro e non l’ idea di far lavorare il personale a costo zero.