Possibile aumento della tassa sui Bot, chi ne farà le spese?

 In questi giorni di avvicendamento di Governo sono state tante le notizie, più o meno confermate, sulle prossime mosse di Renzi e della sua squadra. Tra queste, una di quelle che ha fatto maggiormente discutere è stata la possibilità di un aumento della tassazione di Bot e Btp lanciata da Graziano Delrio.

I motivi della polemica sono due: da un lato il gettito che questo aumento potrebbe portare nelle casse dello stato e, dall’altro, chi sarà a pagare le spese di questo aumento.

Conti deposito in alternativa ai Bot

 Il rendimento dei Bot annuali, il parametro nazionale per calcolare la remunerazione della liquidità , scende sempre di più. La loro rendita è pari a 0,676% lordo. All’asta di metà gennaio rendevano lo 0,735%.

In calo i rendimenti dei Titoli di Stato

 Nel mercato dei Titoli di Stato italiani si aprono interessanti possibilità di risparmio per il Paese. A partire dall’ inizio di quest’ anno, infatti, il Tesoro ha abbassato al 2,1% l’ interesse pagato su Bot e Btp, in modo tale, che se la situazione dovesse mantenersi tale, l’ Italia potrebbe arrivare a risparmiare circa 4,5 miliardi di euro di interessi sul debito nazionale.

Le banche puntano sui Titoli di Stato

Gli istituti italiani, al fine di provare a limitare i danni in un momento drammatico per le aziende del nostro Paese, preferiscono sempre di più i Titoli di Stato all’erogazione dei prestiti.

Una scelta dovuta anche al fatto che sono sempre di meno le società stabili alle quali si può affidare il denaro.

Tra marzo 2012 e marzo 2013, le banche di credito hanno dunque puntato tutto (o quasi) su Bot e Btp, acquistandone per quasi settantadue miliardi in più rispetto all’anno precedente. In particolar modo, gli acquisti maggiori sono stati fatti ad inizio anno.

Per quanto concerne invece i prestiti alle aziende non finanziarie, essi sono invece scesi di quasi 29 miliardi e quelli alle famiglie di 9 miliardi a 855 e 606 miliardi (1.461 miliardi, -2,55%).

Nei portafogli delle banche, stando ai dati riportati dalla Banca d’Italia, ci sono così circa 362 miliardi contro i 290 di un anno prima. La scelta delle banche ha supportato le aste del Tesoro e le quotazioni sul secondario dei titoli italiani, in questi mesi sempre difficili per la crisi del debito sovrano. Un impegno che le banche hanno preso di concerto con fondi e assicurazioni nazionali e retail (che stando ad alcune stime a febbraio possiedono rispettivamente altri 347 e 188 miliardi di euro di Bot, Btp e Ctz) mentre gli investitori esteri sono tornati a farsi vivi più di recente.

BOT, i prossimi appuntamenti

 Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha definito un calendario per le emissioni dei Buoni Ordinari del Tesoro, i BOT, per l’anno 2012, già alla fine del dicembre 2011, specificando che il titolo trimestrale sarebbe stato offerto soltanto se fossero emerse delle specifiche esigenze di cassa.

Nel caso in cui siano messi all’asta dei BOT trimestrali, l’asta si svolgerà in concomitanza di quella per i titoli annuali, secondo le procedure definite dal mercato. Il Ministero si era riservato anche di offrire all’asta dei BOT flessibili, integrando il calendario.

A novembre, dunque, ci sono due aste, a metà e a fine mese. Alla metà del mese saranno all’asta i titoli annuali. La comunicazione al mercato sarà data l’8 novembre, la presentazione delle domande dovrà esser fatta entro il 13 novembre. Entro il 15 novembre sarà pubblicato il regolamento e poi la scadenza dei BOT sarà quella del 14 novembre 2013.

Alla fine del mese, invece, il 23 novembre, ci sarà l’asta dei titoli semestrali. La comunicazione al mercato ci sarà il 23 novembre, la presentazione delle domande sarà fatta dal 28 novembre. Il 30 novembre sarà pubblicato il regolamento e i BOT venduti all’asta scadranno il 31 maggio 2013.

Per conoscere anche le scadenze di dicembre 2012, si può prendere visione del calendario pubblicato sul sito del Mef dove è presente anche un link per approfondire la conoscenza dei BOT. Entrambi i collegamenti fanno riferimento ad un documento pdf.

Investire in titoli conviene?

La domanda sorge spontanea: conviene ai piccoli risparmiatori investire in titoli? A quanto pare la risposta è “No”. Pensare che il 70% dell’eventuale guadagno è destinato al pagamento di tasse e commissioni. Strano, ma vero.