Prezzi della benzina congelati almeno fino a Ferragosto

 Sotto Ferragosto, almeno per quest’ anno, non ci sarà nessun inaspettato – o forse tradizionale? – rincaro dei prezzi dei carburanti e gli automobilisti italiani potranno dormire sonni tranquilli prima di mettersi in viaggio.

Dove conviene fare benzina?

 Il prezzo della benzina in Italia, come anche quello del gasolio, della verde e di tutti i carburanti, si compone per larga parte di tasse. Per la precisione, il 65% del prezzo che si paga per ogni litro di benzina o altro carburante finisce nella mani del Fisco.

► Quali sono le tasse che paghiamo sulla benzina?

E in quelle degli italiani resta molto poco, tanto che sempre più spesso si finisce con il prediligere i mezzi pubblici piuttosto che prendere la macchina, che resta felicemente parcheggiata in garage. L’Italia è, però, un caso isolato: nella maggior parte dei paesi – esclusi Norvegia e Turchia – la benzina costa molto di meno.

Secondo le analisi fatte da Repubblica.it, in Italia il pieno ad una macchina come una Fiat Punto arriva a costare anche 83 euro, per 47 litri di benzina erogati.

Nel resto d’Europa e del mondo, invece, fare il pieno alla propria macchina costa molto meno e lo sanno bene tutti gli automobilisti che, trovandosi nelle regioni d’Italia più vicine al confine, approfittano della vicinanza per andare a fare rifornimento fuori dal Belpaese.

Sempre pensando di avere una Fiat Punto, fare rifornimento Francia ci costerebbe 77 euro e in Svizzera 68.  In Slovenia e in Austria il risparmio per un pieno di benzina arriva anche al 22% rispetto all’Italia.

► Aumenti della benzina minano il portafoglio delle famiglie

Se fosse possibile farlo, poi, il pieno sarebbe a prezzi stracciati se lo facessimo in Kuwait ci verrebbe a costare molto meno di 10 euro. Lo stesso accade anche negli Stati Uniti e in Russia, dove la benzina costa circa 75 centesimi al litro.

Ancora aumenti record per la benzina

 Il prezzo della benzina, sui mercati europei ha recentemente subito dei leggeri cali e anche quello del petrolio è tornato a scendere, dopo la breve parentesi dei giorni scorsi. Ben diversa, invece, la situazione in Italia, dove in questi giorni si è potuto assistere alla ennesima revisione “a rialzo” dei prezzi, che hanno così raggiunto livelli massimi che non si vedevano più da mesi.

Quali sono le tasse che paghiamo sulla benzina?

 Spesso si sente dire che il prezzo al barile del greggio è in diminuzione. Ma poi, a conti fatti, il prezzo della benzina e di tutti i prodotti derivati dal petrolio, non segue lo stesso andamento, anzi, lo vediamo salire sempre più in alto.

► Aumenti della benzina minano il portafoglio delle famiglie

Perché?

Il motivo è molto semplice e non è da ricercare nel prezzo del greggio al barile, nel cambio tra euro e dollaro o nelle tensioni che si sono create nei principali paesi produttori. Il vero motivo dell’altissimo prezzo della benzina in Italia è da ricercare nelle tasse e nelle accise che si pagano su questi prodotti.

Infatti, in Italia, a gravare sul prezzo della benzina c’è, prima di tutto, l’Iva e, in secondo luogo, le accise, imposte indirette che colpiscono le singole produzioni e i singoli consumi, soprattutto quelli energetici.

Quindi, il prezzo della benzina, del gasolio e del GPL in Italia deriva dal suo costo sul mercato primario al quale va aggiunto il valore percentuale dell’Iva e ben 16 diverse accise, alcune delle quali risalgono agli anni ’30.

 In Italia c’è il gasolio più caro d’Europa

Le accise sulla benzina

Guerra di Etiopia del 1935-1936: 0,000981 euro

Crisi di Suez del 1956 0,00723 euro

Ricostruzione post disastro del Vajont del 1963 0,00516 euro

Ricostruzione di Firenze dopo l’alluvione del 1966 0,00516 euro

Ricostruzione post sisma del Belice del 1968 0,00516 euro

Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976 0,0511 euro

Ricostruzione in seguito al terremoto dell’Irpinia del 1980 0,0387 euro

Guerra del Libano del 1983 0,106 euro

Missione in Bosnia del 1996 0,0114 euro

Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 0,02 euro euro

Acquisto di autobus ecologici nel 2005 0,005 euro

Finanziamento alla cultura nel 2011 0,0071 euro

Flusso di immigrati dopo la crisi libica del 2011 0,04 euro

Emergenza alluvione in Liguria e Toscana del novembre 2011 0,0089 euro

Decreto “Salva Italia” del dicembre 2011 0,082 euro

Emergenza post terremoto in Emilia del 2012 0,02 euro

Sciopero dei benzinai dal 16 al 19 luglio

 Hanno dichiarato, infine, lo stato di agitazione i benzinai che svolgono il loro servizio in autostrada e rimarranno chiusi dal 16 al 19 luglio prossimo. A proclamare lo sciopero, in particolare, le sigle Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio che in questa occasione protesteranno contro il ruolo esercitato dalle società autostradali e dalle compagnie petrolifere, che si litigano il bottino dei carburanti venduti in autostrada, non lasciando i dovuti spazi ai gestori.

Ancora in aumento il prezzo della benzina

 Una nuova ondata di aumenti sul prezzo dei carburanti è prevista entro la fine del 2013.

Un recente studio condotto dagli analisti della Cgia di Mestre ha infatti monitorato l’ andamento del prezzo della benzina dal 2010 ad oggi rilevando come, in soli due anni, si siano potuti registrare ben 217 euro di aumento all’ anno per ogni famiglia italiana. 

In Italia c’è il gasolio più caro d’Europa

 Le imposte che in Italia si pagano sui prodotti derivati del petrolio sono le più alte d’Europa. Al prezzo all’origine di questi prodotti, infatti, c’è da aggiungere un 55,08% che fa lievitare il prezzo del prodotto in fase di vendita al dettaglio.

Questa incidenza delle tasse ci porta al terzo gradino del podio della classifica dei prezzi del carburante, dopo Gran Bretagna e Svezia.

► Arrivano nuovi aumenti della benzina

Questi due paesi, insieme all’Italia, infatti, sono gli unici in Europa che hanno una tassazione sul gasolio superiore al 50% (tra tasse, Iva, accise e imposte varie), mentre per il resto delle nazioni – come ad esempio la Francia, la Spagna, la Germania e l’Olanda – la tassazione sui prodotti petroliferi è inferiore al 50%, il che garantisce una maggiore competitività dei prodotti.

Questa tassazione così elevata influisce soprattutto nel settore del trasporto professionale, che paga per il gasolio circa 25 centesimi in più al litro  rispetto al prezzo medio che si paga in Europa, cifra che si alza sensibilmente se il prezzo italiano dei prodotti petroliferi viene confrontato con quelli praticati nell’est Europa.

► Le compagnie petrolifere nel mirino di Bruxelles

Per questo le varie associazioni di autotrasportatori italiane vogliono aprire un confronto con il nuovo esecutivo, soprattutto in previsione dell’aumento dell’Iva previsto per luglio: solo riuscendo a livellare il prezzo della benzina italiana con quello europeo si potrà tornare ad essere competitivi.

Arrivano nuovi aumenti della benzina

A quanto pare è prevista una nuova e incredibile ondata di aumenti nel fine settimana per quanto concerne i carburanti. Secondo l’ormai consueto monitoraggio della Staffetta quotidiana, la benzina è aumentata ad un massimo di 1,820 euro al litro.

Eni aumenta i prezzi

Questo è il prezzo consigliato ai gestori Eni, che fa registrare pertanto un netto +0,015.

Nel contempo, il gasolio è aumentato nei distributori Q8 a 1,719 euro. Anche in questo caso si registra un netto +0,015.

Al momento, dunque, si tratta del prezzo più alto tra tutti i marchi presenti sul mercato.

Ip stabile

L’unica compagnia a non aver elevato i prezzi di listino nel fine settimana è stata Ip, la quale si è mantenuta nelle soglie precedenti. La benzina sta in questo caso sotto i 1,8 euro.

La nuova raffica di aumenti arriva dopo un mese in cui i prezzi erano pressoché rimasti invariati. Appaiono in forte aumento, successivamente alla pausa di venerdì, anche le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito. Ad esempio, questa mattina la benzina è a 1,806 euro (facendo registrare un +1,2 centesimi), mentre il diesel è salito a 1,707 euro (facendo registrare un +1,3 centesimi).

Sale la domanda di carburanti ad aprile

 Per la prima volta a partire dal lontano 2011 in Italia ad aprile torna a salire la domanda relativa alla vendita di carburanti ed è come un timido raggio di sole nel mare buio dei consumi in negativo. Una timida inversione di tendenza, dunque, dovuta principalmente, dicono gli esperti dell’ Unione Petrolifera, ad una discreta crescita dei consumi per il gasolio da autotrazione.

>Aumentano i carburanti Eni e no logo

Solo nel mese di aprile, infatti, la domanda totale di carburanti è salita dello 0,6%, dato che si rileva sulla base dei numeri realizzati nel corso dell’ anno precedente. E’ il primo rialzo dopo due anni, forse ancora episodico, per cui è ancora presto per parlare di vera ripresa. Ma il dato di fatto è che nel mese di aprile il consumo del gasolio da autotrazione è salito dello 0,9%, mentre quello della benzina è rimasto invariato.

>Finalmente il prezzo dei carburanti inizia a scendere

Il gasolio di autotrazione è il carburante in genere usato da camion e furgoni, quindi questo dato potrebbe significare anche una lieve ripresa del commercio su gomma. Non bisogna tuttavia pensare che il dato positivo abbia influenzato tutto il comparto dei carburanti, dal momento che questo ultimo ha subito nei primi quattro mesi dell’anno una diminuzione abbastanza forte del 7,2%.

Aumentano i carburanti Eni e no logo

 A partire dai prossimi giorni ci sarà, probabilmente, un nuovo, generalizzato rialzo dei prezzi di tutti i carburanti. Dopo un periodo di discesa, infatti, già dallo scorso fine settimana, Eni ha rialzato i prezzi della benzina e del diesel, che hanno subito un incremento di 1,5 centesimi di euro per litro.

Finalmente il prezzo dei carburanti inizia a scendere

La recente inversione di tendenza sembra essere stata causata dal generale andamento dei mercati internazionali che a partire dalle ultime 72 ore hanno perso ampi margini sula benzina verde rispetto alle medie degli ultimi tre anni. Resiste maggiormente il diesel.

> GDF indaga sulle società petrolifere per truffa a danno consumatori

Il prossimo rialzo dei prezzi dei carburanti, dunque, oltre ad interessare i prodotti di casa Eni, toccherà, come di norma, anche la benzina e il diesel no logo, in genere le più sensibili alle fluttuazioni dei mercati.

I prezzi medi della benzina in Itali, dunque, si aggirano in questi giorni attorno a 1,798 euro al litro per la benzina verde (comunque ancora sotto 1,8 euro), 1,704 per il diesel e 0,808 per il Gpl.

Al di là dei prezzi medi, tuttavia le punte più alte possono raggiungere al momento, rispettivamente, 1,838 euro al litro per la benzina, 1,730 per il diesel e 0,837 per il Gpl.