Disoccupazione giovanile al 44%

Sono giorni in cui si discute di Articolo 18 e Jobs Act. Ma ciò non distoglie l’attenzione da un nuovo e negativo record per l’Italia: la disoccupazione giovanile si attesta intorno al 44%.

La questione del lavoro dei giovani in Italia tra poche opportunità e formazione carente

 In Italia la disoccupazione giovanile è un’emergenza con dati record stabiliti in questi ultimi mesi. Quasi un giovane su due tra i 16 e i 25 anni è disoccupato. La questione sembra peggiorare e una soluzione che possa abbassare questi dati ancora non è stata trovata.

Nel nostro Paese per i giovani e il lavoro ci sono diverse agevolazioni alcune delle quali non sono conosciute. La politica del lavoro è stata però negli ultimi anni troppo complicata con leggi e misure complesse che non hanno mostrato una direzione più precisa. Sarebbe meglio realizzare poche misure che durino nel tempo e chi siano più comprensibili.

 

Lavoro: urgono strategie più efficaci per i giovani

 

Un aspetto importante è mettere in contatto i giovani con le imprese per un percorso di conoscenza reciproca che porti alla stima e all’assunzione. Per le aziende l’assunzione di un lavoratore giovane è un rischio e in questo senso i tirocini e gli stage e i contratti di apprendistato sono strumenti realizzati per mettere in contatto giovani e aziende che se funzionano bene possono portare all’assunzione, ma che in vari casi sono stati alla base di un abuso che ha permesso di avere lavoratori sempre nuovi senza costi elevati.

In Italia entro marzo si potrebbe approvare la garanzia giovani anche se c’è il problema dei rapporti tra lo Stato e le regioni. La garanzia giovani per gli under 25 comprende tirocinio e stage, apprendistato,  work experience e servizio civile.

Una particolarità dell’Italia è lo sviluppo del mezzogiorno, che secondo molti economisti è fondamentale per la ripresa economica del Paese. I giovani sono più informati, hanno studiato, viaggiano e conoscono internet. Sono quindi una ricchezza per le imprese in particolare in Italia, dove ci sono soprattutto piccole e medie aziende. Le aziende hanno paura di assumere anche per le tasse eccessive sul lavoro, ma  puntare si giovani potrebbe essere un investimento.

In Italia c’è una discrepanza tra le richieste delle aziende e le competenze dei giovani. Un rapporto che è particolarmente sbilanciato al sud e che è distante in tutta Italia. C’è quindi un problema di formazione e di qualificazione professionale delle persone, una sorta di spread con la Germania dove questa differenza e più bassa e dove quindi l’incontro tra le aziende e i giovani è più facile.

L’Italia davanti alla sfida della disoccupazione

 Il tasso di disoccupazione in Italia è salito a un livello record nel mese di gennaio, segnalando che le aziende potrebbero non riuscire ad assumere anche dopo che l’economia è tornata a crescere nel corso dell’ultimo trimestre del 2013.

La disoccupazione è aumentata al 12,9% dal 12,7% nel mese di dicembre, un dato che era già alto, come ha mostrato l’Istat in un rapporto preliminare. Il tasso di gennaio è il più alto da quando la serie dei dati  iniziata nel primo trimestre del 1977 ed è quindi a un livello storico.

 

I punti di Renzi sulla ripresa economica

 

Il 22 febbraio Matteo Renzi ha preso il timone della nazione diventando primo ministro. Questa settimana il nuovo premier si è impegnato a rivedere il mercato del lavoro in Italia durante i suoi primi 100 giorni in carica. Il tasso di disoccupazione così alto è sicuramente una delle prime sfide che si troverà a dovere affrontare.

Per richiedere alle aziende di assumere e rilanciare la domanda interna di consumi si prevede di utilizzare circa 10 miliardi di euro attraverso i tagli alla spesa riducendo l’imposta sul reddito personale.

Eppure, tali misure possono non essere sufficienti a garantire una diminuzione della disoccupazione nel nostro Paese.

Il 25 febbraio la Commissione europea ha tagliato le sue previsioni di crescita per l’Italia, affermando che il Prodotto interno lordo (Pil) aumenterà dello 0,6% quest’anno. Nelle sue precedenti previsioni rilasciate nel mese di novembre, la Commissione prevedeva una crescita economica dello 0,7%. La Commissione europea ha anche stimato che la disoccupazione in Italia non diminuirà al 12,4% fino al 2015.

La produzione industriale italiana è scesa dello 0,2% a febbraio dopo un aumento dello 0,5% a gennaio, come ha detto Confindustria. L’Istat pubblicherà i dati sulla produzione per il mese scorso il 10 marzo.

La disoccupazione giovanile, tra le persone di età compresa tra i 15 ei 24 anni, è salita a un record del 42,4% dal 41,7% di dicembre, come ha dimostrato il rapporto dell’Istat. Questa è probabilmente la sfida ppiù importante per il governo Renzi.

Il tasso di disoccupazione raggiunge il 12,9%

 Un milione di occupati in meno rispetto a sei anni fa. Continua a salire il tasso di disoccupazione. In Italia, nel mese di gennaio, è schizzato al 12,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali su dicembre e di 1,1 su base annua. Intanto, nella media dei Paesi Ue rimane al 12%. I disoccupati raggiungono i 3,3 milioni nel 2013, per un + 13,4% in confronto all’anno precedente.

Disoccupazione in aumento anche al Sud e tra i giovani

 Preoccupa il dato della disoccupazione giovanile (15-24 anni). Nel 2014, sulla scia di un’incremento generale, il tasso aumenta di 0,7 punti. Ancora una volta, inoltre, la situazione è particolarmente critica a Sud. Il meridione rimane l’area con più inoccupati. Il numero, in totale, è salito vertiginosamente. Basti pensare che rispetto al 2008, ci sono un milione di inoccupati in più.

Precariato e ignoranza: il sondaggio di Coldiretti sui problemi finanziari dei giovani

 Coldiretti traccia il profilo degli under 30 italiani. Giovani che ancora vivono a casa dei propri genitori, che sarebbero disposti a qualsiasi tipo di mansione lavorativa pur di avere uno stipendio, e che sono disinteressati alla politica. Sfiducia nei ‘Governatori‘ o semplice ignoranza? La panoramica che esce dall’analisi di Coldiretti è molto chiara. Il dossier, dal titolo “I giovani italiani e il lavoro nel 2014”, è stato presentato all’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti.

Le misure per ridurre la disoccupazione giovanile

 Quali potrebbero essere le nuove misure per la riduzione giovanile, da affiancare a quelle già sperimentate? Nel settore manifatturiero, dove la competitività dell’Italia è seconda in Europa solo a quella della Germania, le imprese che negli ultimi anni hanno avuto più risultati (molto positivi e più alti in confronto alla media) in termini di produttività, livelli produttivi e profitti sono quelle che maggiormente hanno innovato e che dunque si sono aperte verso nuovi mercati di sbocco.

I dieci paesi con la più alta aspettativa di stipendio dopo la laurea

 I giovani italiani non solo non riescono a trovare lavoro, quando riescono a trovarlo, nella maggior parte dei casi, si tratta di un lavoro sotto pagato. Non per nulla in Italia si parla della generazione attuale come la “Generazione dei 1000 euro”, ovvero lo stipendio che i giovani italiani possono aspirare a percepire dopo il tanto agognato conseguimento della laurea.

Giovani e lavoro, le differenze tra l’Italia e i paesi europei dove la disoccupazione non è un problema

 In Italia non c’è lavoro per i giovani. E’ un dato di fatto che emerge dalla percentuale sempre crescente di giovani in età da lavoro che non trovano un’occupazione degna di questa nome: ormai sono poco meno della metà dei giovani in età lavorativa, il 40%, una percentuale molto simile a quella di altri paesi come il Portogallo, Cipro o Spagna, che condividono con l’Italia il perdurare della crisi economica.