Olanda, l’economia che scricchiola

  Il paese dei tulipani, presenta un’economia che potrebbe perdere la prestigiosa tripla A che conferisce un elevato grado di stabilità agli investimenti.

Dati Eurozona segnalano una discreta crescita

  Il consueto rapporto sulla situazione delle Pmi arriva questa mattina dall’indice Makit, che comunica il buon andamento in crescita del settore manifatturiero dei Paesi membri che usano la moneta unica europea. 

Angela Merkel, la crisi in Europa non è finita

 Angela Merkel la Cancelliera conservatrice tedesca nel suo primo intervento al Bundestag appena dopo il suo terzo insediamento ha tenuto a precisare che la crisi nell’area dell’euro non è ancora finita e che chi vuole più Europa, più unità e condivisione del debito, deve essere pronto a riscrivere i Trattati e “rivedere le competenze specifiche”.

Il rapporto di Confindustria mostra i dati della crisi economica e parla di effetti di una guerra

 Il rapporto del Centro studi di Confindustria parla della crisi e utilizza termini molto pesanti. Nel rapporto dell’associazione degli industriali si legge “L’Italia si presenta alle porte del 2014 con pesanti danni, commisurabili solo con quelli di una guerra”. Dopo una guerra di solito c’è la ripresa e un probabile boom economico, ma Confindustria non sembra ottimista visto che nel rapporto si legge “L’uso del termine ripresa per descrivere il probabile aumento dell’attività produttiva e della domanda interna nel prossimo biennio è per molti versi improprio. Sul piano politico e sociale è derisorio nei confronti di quanti, imprenditori e lavoratori, a lungo resteranno in difficoltà”. Il Centro Studi di Confindustria afferma che “La profonda recessione dell’economia italiana, la seconda in sei anni, e’ finita, ma i suoi effetti no”.
Da Viale dell’Agricoltura, quindi, non si prevedono miglioramenti decisi dell’economia a breve termine e si dice: “Il percorso di risalita sarà lento e difficile: la ridotta capacità produttiva, intaccata dalla prolungata della domanda interna, rappresenterà una zavorra nella fase di ripartenza. Il Pil potrebbe tornare positivo a partire dal trimestre finale del 2013, tuttavia esistono rischi al ribasso, tanto che viene presentato uno scenario alternativo, più pessimistico e non ipotetico, nel quale la risalita del Pil si interrompe già nel 2015 e il peso del debito pubblico e’ più elevato”.
Confindustria rileva come l’Italia è arretrata di molto a livello economico e come la situazione sociale è peggiorata rispetto a qualche anno fa. Le previsioni parlano di un Pil negativo quest’anno a -1,8% e di una ripresa il prossimo anno al +0,7% e nel 2015 a +1,2%.
Per migliorare l’economia è accelerare il ritmo di crescita sono utili le riforme, che possono far crescere di un punto il Pil, per Confindustria. Nel 2014 è previsto che si fermi l’aumento del tasso di disoccupazione.
Per quanto concerne il debito pubblico, Confindustria afferma: “Il debito pubblico, al netto dei sostegni europei e in rapporto al Pil, sale ancora nel 2014 (al 129,8%) per poi iniziare a flettere nel 2015 (128,2%). Una flessione tutta dovuta a un punto di privatizzazioni e dimissioni omogeneamente distribuiti.

Draghi, pronto a varare nuovi aiuti alle banche

 La Bce non ha escluso la possibilità di un altro Ltro, di finanziamenti a tre anni e a tassi agevolati che sono stati già concessi alle banche a fine 2011 ed inizio 2012. “Se mai verrà il tempo, saremo pronti per un altro Ltro”.

Confindustria, ci sono indicazioni di ripresa

 Secondo le stime di Confindustria, “L’inversione di marcia è in atto. Ma l’euro più forte dell’atteso, la minaccia di deflazione e la restrizione del credito, appena attenuata dal parziale pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione, mettono a rischio le già modeste previsioni di crescita del 2014”.
In Italia a frenare la già tenue  ripresa è la contrazione del pil nel terzo trimestre (-0,1%, dal -0,3% nel secondo) con un livello che va a -9,1% dal picco di sei anni prima. La variazione acquisita per il 2103 è del -1,9%. Il Centro studi di Confindustria fa notare che “La Legge di Stabilità presentata dal governo fa molto poco per rimettere al centro l’industria e rilanciare lo sviluppo.

>Investire nei mercati azionari Usa. Previsioni 2014

Dal passaggio parlamentare potrebbe perfino uscire indebolita, come ha correttamente sottolineato anche la Commissione europea, in quello che dovrebbe essere uno dei capisaldi della politica economica per il Paese: il taglio del cuneo fiscale a beneficio delle imprese manifatturiere, oltre che dei lavoratori.

>Perché conviene investire nelle obbligazioni dei mercati emergenti?

Senza questa chiave di volta è vano attendersi rapidi progressi nel ritmo di marcia del pil e, quindi, nella creazione di occupazione. La quale peggiora più in fretta di quel che era temuto e che le statistiche provvisorie lasciavano intravedere. Chi ha imboccato con più decisione la dura strada delle riforme (Irlanda, Portogallo, Spagna) sta raccogliendo i primi frutti”. Nel terzo trimestre 2013 la Spagna è uscita dalla recessione (+0,1% il Pil) e il Portogallo ha tenuto la ripresa iniziata nel secondo (+0,2%, dopo un +1,1%).