Il cambio Euro/Dollaro nel 2013: una previsione

 Il tasso di cambio tra euro e dollaro è uno dei più discussi e osservati dagli analisti che, prendendo spunto dalla crisi del debito e dalle conseguenze del fiscal cliff, provano ad immaginare come evolveranno i rapporti della coppia EUR/USD in questo scorcio finale del 2012 e nel 2013.

In virtù del fatto che il mercato ForEX è uno dei più semplici da interpretare, abbiamo già dato qualche indicazione agli investitori, spiegando i market mover di giornata in relazione a dollaro e sterlina. Adesso passiamo ad analizzare il rapporto tra euro e dollaro.

Il tasso di cambio euro/dollaro si chiuderà nel 2012 sopra quella che è considerata una soglia psicologica: l’1,30. Entro la fine dell’anno, infatti, ci dovrebbe essere una quotazione del cambio prossima ai 1,3180. La variazione registrata in questa coppia di valute, dall’inizio dell’anno, è stata dell’1,85%.

L’oscillazione non è stata però costante durante l’anno visto che, per esempio, dal 13 novembre 2012, c’è stata una variazione del 4,1 per cento a partire dalla quotazione dell’1,2661. Nel 2012 la quotazione più bassa è stata raggiunta il 24 luglio. Dopodiché il cambio tra euro e dollaro ha subito un’oscillazione del 10,5 per cento variando in un range compreso tra 1,3486 e 1,2042.

Il trend rialzista dell’ultimo periodo dovrebbe essere confermato anche nel 2013, quando, dall’inizio dell’anno, la quotazione della coppia potrebbe arrivare fino a 1,35.

1° trimestre 2013: previsioni del Forex

 Il primo trimestre del 2013 potrebbe essere molto attivo, come si dice in gergo, per la coppia EUR/USD. Lo dicono gli esperti che prevedono un’evoluzione secondo diverse direttrici della coppa valutaria.

Il fatto è che ci sono molti elementi anche sul versante politico che possono incidere su queste valute. Per esempio in America si dovrebbe risolvere il cosiddetto fiscal cliff: i politici d’Oltre Oceano stanno discutendo cioè dell’aumento delle tasse e dei tagli della spesa. In base alla direzione della riforma l’America potrebbe più o meno sprofondare nella recessione.

Di certo non si tratta dell’unico problema da affrontare, specie se si considera quello che sta succedendo in Europa. Il nostro Continente è flagellato dalla crisi del debito che, seppure va avanti da diversi anni, adesso è diventata di urgente risoluzione visto che ha fatto arrivare molte nazioni sull’orlo del precipizio.

Pare sia stato allontanato il rischio default per la Grecia ma è venuto fuori allo stesso tempo il problema Cipro. Gli analisti, a questo punto, valutano l’euro e il dollaro come due valute “malate” che lottano per la sopravvivenza. Il primo trimestre, per la coppia EUR/USD si prevede molto burrascoso. Gli investitori potrebbero puntare tutto sui titoli statunitensi e far crollare la coppia. Anche un rimbalzo è all’orizzonte, ma non si romperà a breve la soglia dell’1,35.

I problemi della Francia con le pensioni

 L’Europa sta attraversando un periodo di forte crisi e gli effetti del rallentamento globale dell’economia, iniziano a vedersi anche nei paesi che prima erano considerati i capisaldi dell’Eurozona, per esempio la Francia e la Germania.

La Francia, di recente, ha eletto il nuovo presidente ma questo non vuol dire che tutti i problemi venuti fuori negli ultimi tempi, siano da associare a François Hollande.

La preoccupazione più fresca del presidente francese riguarda il sistema pensionistico. Adesso è molto probabile che un socialista come lui sia costretto a mettere le mani sulle pensioni, magari prendendo spunto anche da alcune riforme, non proprio socialiste, che sono state varate in Italia.

Il sistema previdenziale francese è stato ritoccato già nel 1998, nel 2003, nel 2008 e nel 2010 ed è rimasto il sistema più favorevole per i lavoratori, se paragonato con i sistemi previdenziali presenti nel mondo che in genere sono stati ritoccati dai partiti di destra.

Adesso però è arrivato il momento d’intervenire perché è stato scoperto un buco da 20 miliardi di euro. Hollande aveva detto di voler intervenire sulle pensioni ma in campagna elettorale non l’aveva presentata come una questione urgente.

Per colmare il deficit le soluzioni sono a portata di mano – dall’aumento dei contributi all’innalzamento dell’età pensionistica – ma sarà molto difficile farle approvare.

L’Unico Pf 2013: la bozza in rete

 Tra le dichiarazioni disponibili in rete è pronta anche la bozza del modello Unico 2013 riservato alle Persone Fisiche che ha esordito proprio nella giornata di oggi. Il modello dichiarativo deve essere accompagnato dalle istruzioni da usare per la compilazione.

Il documento è stato aggiornato in moltissime parti, si tratta anche di un documento di per sé molto complesso, formato da tre fascicoli che adesso accolgono tutte le novità in materia fiscale. Esaminiamo le new entry a volo d’uccello e diamo i particolari di qualche elemento.

In generale i quadri sono stati aggiornati per introdurre le nuove detrazioni d’imposta per le ristrutturazioni, per avere lo spazio necessario all’indicazione dell’IMU pagata nel 2012.

In più la sezione del quadro RM è stata divisa in due parti in modo da inserire i quadri Ivie ed Ivafe che si riferiscono alle imposte sul valore degli immobili all’estero e delle attività finanziarie sempre detenute fuori dai confini nazionali.

Nell’Unico 2013 Pf è stato inserito anche un nuovo quadro, l’LM che serve ad illustrare la condizione reddituale dei nuovi imprenditori, degli artigiani e dei professionisti che possono usufruire del cosiddetto regime di vantaggio.

Le novità sui fabbricati sono state inserite nel primo fascicolo dell’Unico; nel secondo fascicolo sono state introdotte le new entry Ivie e Ivafe; lo spazio per la nuova imprenditoria è nel terzo fascicolo.

 

La Svezia dice ancora no all’euro

 L’integrazione, in Europa e la solidarietà tra gli stati membri dell’UE, sono elementi essenziali per portarsi fuori dal recinto rischioso della crisi del debito che sta condizionando l’evoluzione e la ripresa del Vecchio Continente.

Secondo diversi analisti l’anno prossimo ci sarà effettivamente una ripresa in Europa e in Italia e sarà il nostro paese a cavarsela e ad illustrare la via della salvezza agli altri stati fratelli. Intanto però, bisogna far fronte alla crisi del debito e alla crisi della fiducia riposta nell’euro.

La moneta unica non è più considerata il deus ex machina per il salvataggio tanto che ci sono paesi che pur facendo fisicamente parte dell’Eurozona, rifiutano l’euro.

Basta pensare alla Svezia che è un caso a parte nel nostro panorama perché è entrata nell’Unione europea soltanto nel 1995 ed in seguito ad una consultazione popolare. All’epoca del referendum, il 52,3% degli svedesi votò a favore dell’ingresso nell’UE.

Fu firmato un tratto di adesione all’Unione Europea che in genere obbliga gli stati firmatari ad accogliere entro un tempo determinato anche la moneta unica. Il trattato firmato dalla Svezia, invece, non ha un termine ultimo quindi il paese ha pensato di lanciare una consultazione popolare sull’argomento. Nella prima, quella del 2003, gli svedesi rinunciarono alla moneta unica.

Nell’ultima consultazione, il novembre scorso, l’euro è stato ostacolato dall’82,3 per cento dei votanti. Si tratta di un nuovo record.

L’Euro è salvo: bilancio del 2012

 Si è riunito il vertice europeo dei capi di stato e di governo e si dovevano stabilire delle linee comuni per il futuro dell’Unione Europea. Invece ci si è trovati a fare i conti o meglio a tirare le somme del 2012. Dalle prospettive future allo sguardo al passato.

Hollande ha riconosciuto che nel 2012 è stato fatto un buon lavoro tanto che quello che si pensava dell’Europa non è più valido. Il Vecchio Continente era considerato un gigante in crisi, molto frammentato sotto il profilo economico e finanziario.

Anche il nostro premier Monti è soddisfatto di come ha reagito l’Italia e di come ha reagito l’Europa alle difficoltà dell’anno che sta per concludersi. Tutti gli sforzi fatti hanno consentito di accumulare una maggiore serenità e una più cospicua tranquillità nell’affrontare il 2013.

Soltanto Angela Merkel è un po’ controcorrente ma il suo discorso potrebbe essere letto alla luce del periodo che si trova ad affrontare la Germania. La Cancelliera tedesca, infatti, ha ribadito che L’Europa adesso deve avviare le riforme nonostante l’anno iniziato maluccio si sia concluso meglio del previsto.

Una premessa e una comunione d’intenti che si sperava fosse accompagnata da una trasposizione delle idee in un’agenda di lavori. Invece è tutto rimandato e se ne parlerà soltanto a giugno del 2013.

Trattative in corso per la ricapitalizzazione delle banche europee

 L’accordo sulla centralizzazione della vigilanze delle banche dei paesi della zona euro è stato raggiunto ieri e la nuova super BCE sarà operativa a partire dal marzo del 2014, ma non è solo il controllo degli istituti bancari a influire sulla sopravvivenza dell’Unione. Stanotte, infatti, i 27 leader si sono nuovamente riuniti per decidere le misure da adottare nel breve termine per l’integrazione bancaria, step necessario perché i paesi bisognosi possano accedere direttamente ai fondi dell’ESM.

I leader hanno anche chiesto al presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy di preparare un altro documento con le nuove misure da varare a partire dal prossimo anno, documento che si andrà ad aggiungere a quello già presentato dal presidente sulle tre tappe da seguire per la ricapitalizzazione delle banche, il quale non ha avuto molta influenza sull’andamento del vertice di questa notte.

I leader si sono concentrati soprattutto sul raggiungimento degli obiettivi a breve termine, ossia la necessità di trovare e adottare regole comuni per la risoluzione delle banche e la garanzia dei depositi, ma il nodo che ancora non si è riusciti a sciogliere è quello che riguardala ricapitalizzazione delle attività bancarie precedenti alla creazione del meccanismo unico di sorveglianza, eventualità a cui si oppongono fermamente Germania, Finlandia e Olanda.

 

 

Eur/Usd ed Usd/Jpy dopo il discorso FED

 Bernanke si è di recente pronunciato sulla volontà della Fed di mantenere invariati i tassi, prossimi allo zero, in modo da dare una mano alle aziende in crisi. I tassi che oscillano tra lo 0 e lo 0,25, tra l’altro, si adattano bene agli attuali livelli di occupazione ed inflazione.

Il presidente della FED si è detto preoccupato per il fiscal cliff e si è dimostrato anche poco convinto del fatto che presto sarà raggiunto l’accordo. Il dollaro ha reagito rafforzandosi ma senza cadere nel turbine della volatilità. Nella coppia EUR/USD, che è la prima che prendiamo in considerazione, si può notare la forza dell’euro che supera gli indici fondamentali.

La moneta del Vecchio Continente ha superato la soglia di resistenza statica raggiungendo i 1,3075. Nel momento in cui si supererà anche la soglia psicologica dell’1,31 e quindi con un breakout rialzista, si potrebbe verificare il cosiddetto doppio massimo che inverte la tendenza della coppia valutaria.

Tanto è forte l’euro quanto è debole lo Yen che non riesce ad approfittare del momento delicato del dollaro. Il cambio è in breakout rialzista e si dovrebbe andare oltre la soglia dell’84,20.

Si può facilmente dedurre che vista la forza dell’euro e la debolezza dello yen, il rapporto EUR/JPY è in breakout rialzista con la possibilità di superare il target 110 in modo molto facile.

 

Forex: la coppia EUR/USD vicina al pull back

 Il tasso di cambio tra l’euro e il dollaro è sicuramente influenzato dalla politica che sia in America, sia in Europa è stata molto scossa dalla mancata risoluzione del fiscal cliff al Congresso e dall’annuncio delle dimissioni di Mario Monti dopo l’approvazione della Legge di Stabilità.

Nella giornata di ieri il valore del rapporto tra la moneta del Vecchio Continente e il dollaro americano si è attestato sull’1,30, toccando poi i livelli massimi di giornata con il 1,3014. Si pensava che dopo i livelli minimi raggiunti venerdì, ci fosse un recupero ed in effetti c’è stato.

Adesso però, gli analisti si chiedono se i prezzi del cambio EUR/USD riusciranno a varcare di nuovo la soglia di resistenza e lasciarsi alle spalle il range 1,30-1,3020. In pratica ci si chiede se avverrà quello che in gergo tecnico si chiama breakout.

Riuscire a prevedere questa mossa del mercato in anticipo garantisce investimenti più solidi basati sul fatto che dopo un breakout, in genere, c’è sempre anche un pull back.

Questa seconda espressione indica il momento in cui il mercato si prende una pausa e lavora affinché siano aggiustati prezzi, indici e rapporti in modo da raggiungere i valori precedenti al breakout.

Alcuni analisti hanno provato a fare previsioni di breve periodo, sulla coppia EUR/USD, legate al periodo natalizio.

 

Forex: come s’investe a Natale

 Siete a caccia dell’occasione d’investimento natalizia? Allora è arrivato il momento di guardare al mercato ForEX che nel periodo di festa è sempre un’ottima occasione per guadagnare con i risparmi. Vediamo cosa consigliano gli analisti per questo tempo particolare dell’anno.

Premessa. Il mercato valutario è influenzato molto dall’andamento della politica e in questo periodo la politica ci sta mettendo del suo per rendere imprevedibile il mercato. Basta pensare alla questione del fiscal cliff che paralilzza un po’ gli scambi americani, oppure considerare l’oscillazione dello spread sulla base dell’annuncio delle dimissioni di Mario Monti.

Il periodo natalizio in generale. In linea di massima il periodo di Natale si caratterizza per la volatilità dei mercati in conseguenza del calo della liquidità, dovuta al fatto che sono molti gli investitori che si ritirano in famiglia e lasciano perdere la borsa. Quest’anno però, quasi tutti hanno pensato bene di restare incollati ai monitor con le valutazioni dei titoli invece di andare in vacanza.

Il Natale 2012. Il mercato ForEX è tanto legato alla politica quanto è imprevedibile durante il periodo di Natale. Riguardo alla coppia Euro/Dollaro, meglio conosciuta come EUR/USD non si prevedono grosse oscillazioni, visto che la liquidità dovrebbe rimanere ai livelli normali.