Fiom, nuovi contratti di solidarietà presso il polo Fca di Nola

La Fiom ha siglato i contratti di solidarietà per i 284 lavoratori del polo Fca di Nola, in provincia di Napoli. L’accordo di oggi giunge a cinque anni dall’ultima firma che i metalmeccanici della Cgil hanno posto ad un accordo con il Lingotto per lo stabilimento meridionale: l’ultimo, infatti, risale ad aprile del 2010.

Fiom contro il Jobs Act: organizzato uno sciopero di otto ore

Sarà un novembre di protesta per Fiom, che continua a portare avanti la sua battaglia contro il Jobs Act. Per contrastare la riforma sul lavoro del Governo Renzi il sindacato manifesterà l’8 novembre per 8 ore. Inoltre, sono state indette due manifestazioni a Milano il 14 novembre e una a Napoli il 21 novembre.

Fiat, scintille con la Fiom

 Federico Bellono segretario torinese dei metalmeccanici della Cgil, in riferimento a quando accaduto all’assessorato regionale al Lavoro dove era in programma un incontro per la proroga di un anno di cassa straordinaria alle presse di Mirafiori ha commentato: “Avevamo apprezzato la novità della Regione di procedere a una convocazione non separata, purtroppo però abbiamo dovuto registrare l’incomprensibile volontà degli altri sindacati a non sedersi allo stesso tavolo con la Fiom”.

Fiat, Fiom spinge il Governo a fornire chiarimenti

 Attendere aprile per essere al corrente del piano di investimenti di Fiat è troppo lontano. La richiesta è che Letta convochi immediatamente azienda e sindacati per comprendere i propositi del Lingotto, dopo l’acquisizione del 100% di Chrysler, e per spiegare la propria politica industriale su tutte le aziende strategiche.

Fiom contro lo sfruttamento dei precari senza diritti

 Vengono soprannominati “cinesi“. Nelle fabbriche sono coloro i quali sono sprovvisti di contratto di lavoro. Percepiscono un misero salario e lavorano senza diritti né tutele. Lavorano tanto, e il più delle volte non hanno neanche diritto di replica.

Forse, chiamarli ‘precari’ è riduttivo. Certo è che nelle ditte di sub-appalto di Pomigliano d’Arco sono più di cento. Il loro è un utilizzo improprio. Il Sindacato Fiomo, così, ha deciso di denunciare questo fenomeno schierandosi dalla parte di chi non ha un contratto e ha mansioni identiche a chi non lo ha, ma con salari diversissimi.

Un esempio? Alenia, fabbrica di aeroplani. Qui, italiani e “cinesi” lavorano fianco malgrado le loro siano buste paga molto differenti.

Lo stipendio dei contrattualizzati è ben diverso da quello dei non contrattualizzati.

Un lavoratore precario del subappalto non supera gli 800 euro mensili. Inoltre può essere licenziato senza alcun preavviso, dall’oggi al domani.

Franco Bruno, Sindacalista Fiom del napoletano, ha dunque avviato gli scontri affermando che “Si tratta di uomini esasperati messi ogni giorno a tu per tu con l’ingiustizia”.

Pomigliano è vittima della crisi. Una crisi che cresce. I primi a farne le spese, forse, sono proprio questi cittadini di nazionalità bulgara, ucraina, africana e rumena. Sono ingaggiati dalle agenzie interinali e smistati tra le fabbriche che ne fanno richiesta. Qui diventano cinesi.