I democratici americani non cedono: aumenteremo le tasse ai ricchi

 Barack Obama è ottimista sull’accordo per il Fiscal Cliff, e crede che sarà possibile raggiungerlo anche entro Natale. Di diverso avviso il sui Segretario al Tesoro Timothy Geithner il quale, in una intervista alla CNN ha ribadito che i democratici non hanno intenzione di raggiungere nessun accordo se verrà messa in discussione l’ipotesi della tassazione per i ricchi.

In effetti, uno dei punti principali della campagna elettorale di Barack Obama è stato proprio quello di prendere dei provvedimenti a favore della classe media, riportando le tasse sui grandi patrimonio a livello dell’amministrazione Clinton.

Geithner ribadisce:

Non ci sarà accordo sul budget al Congresso se i repubblicani non vogliono un aumento delle tasse che le riporti al livello in cui erano sotto l’amministrazione Clinton, epoca in cui l’economia americana era florida. Non ci sarà accordo senza un aumento delle tasse.

Geithner in qualità di negoziatore principale dell’amministrazione Obama nelle trattative con il Congresso per la riduzione del deficit, ha chiesto ai repubblicano di fare un’altra proposta, che dovrà arrivare il prima possibile. Infatti, il tempo inizia a stringere: si ha solo un mese prima che il Fiscal Cliff proceda automaticamente, a causa della scadenza degli sgravi fiscali e dei tagli alla spesa pubblica per complessivi 600 miliardi di dollari.

 

Obama ottimista, accordo su Fiscal Cliff entro Natale

C’è ottimismo alla Casa Bianca sugli accordi relativi al Fiscal Cliff. Barack Obama è fiducioso sulla possibilità di trovare un’intesa con il partito Repubblicano già prima di Natale. Nel suo discorso in merito, il Presidente da poco rieletto ha dichiarato:

“L’importante è non toccare la classe media, per la quale le tasse non vanno aumentate, altrimenti si avrà un impatto sull’economia mondiale”.

Il discorso di Obama, che anticipa quello di domani sullo stesso argomento in Pennsylvania, ha avuto un ottimo effetto su Wall Street, allentando i timori sulle trattative inerenti al precipizio fiscale.

L’intervento di Obama, che venerdì tornerà a parlare di tasse sulla classe media in Pennsylvania, ha come risultato quello di allentare, momentaneamente, i timori di Wall Street sulle trattative sul fiscal cliff, dopo l’allarme sullo stallo delle negoziazioni segnalato nelle ultime ore dal leader della maggioranza in Senato, Harry Reid.

Il fiscal cliff, intanto, sta già facendo percepire il proprio eco sull’economia. Nel Beige Book della Fed si legge:

“L’economia degli Stati Uniti è cresciuta a un ritmo “misurato” tra ottobre e novembre, con molti distretti che temono gli effetti negativi del fiscal cliff e stanno facendo i conti con le conseguenze dell’uragano Sandy. La maggior parte dei 12 distretti della Fed ha visto un miglioramento nelle assunzioni di lavoratori e nei consumi, a fronte però di un indebolimento del comparto manifatturiero. Per il Wall Street Journal la Federal Reserve probabilmente proseguirà anche nel 2013 con gli acquisti di mortgage backed security di lungo termine e di Treasury per affrontare il rallentamento della crescita dell’economia e i rischi provenienti dal fiscal cliff. Alla riunione dell’11 e del 12 dicembre, la Fed dovrà dunque prendere molte decisioni importanti, tra le quali quella che riguarda i programmi di acquisto asset”.

 

Cresce la preoccupazione per il Fiscal Cliff

Il Senato Usa ha rilasciato ulteriori indicazioni non molto positive per quanto riguarda il percorso di discussione del Fiscal Cliff. Di conseguenza, Wall Street ha chiuso con un forte ribasso. Le ragioni del calo sono relative ai timori sul “fiscal cliff”. Il capogruppo della maggioranza al Senato, Harry Reid, ha dichiarato che sono stati fatti scarsi progressi nelle trattative sul fiscal cliff. La Casa Bianca ha comunque negato che le discussioni si trovino a un punto morto. E’ stato così annullato l’effetto positivo dell’intesa riguardante la Grecia e di alcuni dati macroeconomici americani migliori delle stime tra cui gli ordini di beni durevoli, in rialzo per il sesto mese consecutivo.

La seduta in ribasso ha influenzato i mercati azionari europei, succubi della condizione economica americana degli ultimi tempi.

Milano: Il Fits-Mib registra una flessione dell’1%;

Londra: -0,4%;

Francoforte: -0,5%;

Parigi: 0,5%. T

Banco Popolare fa registrare i titoli peggiori, anche per via del fatto che Moody’s ha messo sotto sorveglianza per un possibile downgrade il suo rating ‘Baa3’.

Male anche Mps dopo l’annuncio della nuova emissione di bond. Poco forte l’impatto sui listini del via libera della Commissione Ue alla ristrutturazione delle banche spagnole.

L’Euro è in ribasso. Passa di mano a 1,2891 dollari contro gli 1,2930 registrati ieri dopo la chiusura di Wall Street e a 105,54 yen.

Tokyo: chiusura in calo per la borsa giapponese. La prima dopo quattro ottime sedute in rialzo. Lieve rimbalzo dello Yen.

 

 

Warren Buffet rilancia il suo appoggio alla politica di Obama

 I privilegiati d’America devono pagare più tasse. A dirlo è Warren Buffet che, da sempre pro-Obama, che, pur facendo parte della classe degli uomini più ricchi del mondo, dalle pagine del New York Times rinnova la sua posizione e le sue proposte.

Già nel 2011 la prima proposta per una tassazione dei patrimoni dei super ricchi americani, che ora viene rivolta direttamente al Congresso degli Stati Uniti e propone una tassazione del 30% sui redditi che vanno tra $1 milione e $10 milioni e del 35% nel caso il reddito superi queste cifre.

Secondo l’investitore, che si trova al terzo posto della classifica di Forbes dei 400 uomini  più ricchi d’America:

Una regola semplice come questa bloccherà gli sforzi di quei lobbisti, avvocati e rappresentanti del Congresso avidi dei soldi dei contribuenti, volti a tenere le tasse che pagano i ricchi ben al di sotto di quelle imposte a gente che ha un reddito che è solo una frazione, rispetto al nostro.

Il reddito medio del gruppo (i 400 di Forbes) nel 2009 è stato di 202 milioni dollari – che equivale a un “salario” di 97.000 $ per ora. Tuttavia, più di un quarto di questi ultra ricchi hanno pagato meno del 15 per cento di imposte sul reddito, la metà meno del 20% e alcuni non pagano niente.

Questo oltraggio indica la necessità di più di una semplice revisione verso alto delle aliquote fiscali, anche se questo è il punto di partenza. Appoggio la proposta del presidente Obama di eliminare i tagli fiscali di Bush per i contribuenti ad alto reddito. 

Buffet rinnova quindi il suo appoggio ad Obama e alle sue proposte per il risanamento dell’economia americana ed è molto importante per il presidente degli stati Uniti e per il suo mandato che la proposta della tassazione dei ricchi arrivi proprio da un ricco.

Anticipo dividendi Usa, le aziende temono la supertassa

 Una delle prime preoccupazioni di Barack Obama dopo la sua rielezione è stata quella, ovviamente, di provare a porre un freno alla crisi economica degli Stati Uniti. Tutta, fin dal’inizio, ha ruotato intorno al Fiscal Cliff, e ancora gli Stati Uniti non sono totalmente esenti da questo pericoli, tanto che parecchie aziende americane hanno deciso di iniziare i pagamenti dei dividendi ai loro maggiori azionisti prima che possa aumentare la tassa sui guadagni in conto capitale.

Sono state cinquantanove le imprese quotate nell’indice Russell 3000, che da settembre a novembre hanno annunciato pagamenti extra rispetto a quanto era accaduto nello stesso periodo dell’anno precedente. La paura, condivisa sia dalle aziende che da Wall Street, è che le aliquote sulle rendite finanziarie possano passare, dall’inizio del 2013, dal 15% previsto dalla precedente amministrazione Bush, al circa il 40%.E’ dall’inizio della campagna elettorale che Barack Obama ha annunciato la possibilità di una revisione al rialzo delle aliquote sui dividendi e sui guadagni in conto capitale. Una mossa strategica utilizzata proprio contro il suo diretto avversario. Mitt Romney, infatti, ha potuto accumulare una fortuna equivalente a circa 250 milioni di dollari proprio grazie alle precedenti aliquote di imposta sul reddito.

Se il Congresso degli Stati Uniti n on interverrà in tal senso, la tassa sui guadagni e i profitti in conto capitale potrebbe diventare,  automaticamente, del 39,6 per cento.

 

Opzioni binarie e fiscal cliff: il nuovo anno

 L’America sta tentando di affrontare nel modo più sereno possibile la prospettiva del baratro fiscale e il fatto che abbia saputo rispondere in modo tempestivo alle richieste degli investitori ha entusiasmato le borse, sia quelle europee sia quella di Wall Street.

Adesso su questa situazione che sta monopolizzando anche la cronaca finanziaria internazionale, si stanno concentrando gli investitori, soprattutto coloro che acquistano in modo prevalente oppure esclusivo le opzioni binarie. Perché a loro, per ottenere un rendimento, è chiesto di interpretare un trend.

Sicuramente c’è molta sensibilità per gli appuntamenti inseriti nell’agenda finanziaria. Il primo è a fine anno, la fine dei tagli fiscali previsti dall’amministrazione di Bush Jr che aprono le porte ad una nuova panoramica per il 2013.

Ecco cosa si prevede per il prossimo anno. Il primo gennaio le famiglie americane vedranno incrementare la loro tassazione del 2 per cento per effetto dell’eliminazione delle agevolazioni. In più, 26 milioni di famiglie dovranno pagare anche le Tasse Alternative Minime che sono destinate alle famiglie più ricche d’America, quelle che superano una quota di reddito definita dallo staff di Obama.

La Casa Bianca, però ha già in mente anche di tagliare il budget di governo, ridurre i finanziamenti per l’Ente federale assistenza statale e tagliare i fondi al dipartimento Istruzione. Così si dovrebbero riportare in cassa circa 800 miliardi di dollari l’anno ma a che prezzo?

Ripresa e Quantitative Easing

 Chi investe in opzioni binarie o chi fa trading nel mercato ForEX conosce sicuramente l’autorevole opinione di Nouriel Roubini, il presidente di RGE Monitor, un’azienda che si occupa di analisi in ambito finanziario. Roubini è anche professore all’Università di New York e in un recente post per Ecomonitor è intervenuto sul Quantitative Easing.

La prima domanda che gli è stata posta in merito al programma di alleggerimento promosso dalla FED possa realmente incidere sulla crescita economica degli Stati Uniti che stenta a ripartire. Sicuramente il QE3 andrà più a fondo di quanto hanno fatto le precedenti manovre, che si parli di QE1 e QE2 o che si prenda in considerazione l’Operation Twist.

Il QE3 è più duraturo nel tempo, più consistente e richiede un grosso sforzo anche alla Fed che spera di avere una risposta solerte dai mercati azionari. L’allegerimento monetario dovrebbe favorire la ripresa degli investimenti ma si associa ad una contrazione fiscale.

Il fatto che l’America cresca lentamente 8+1,6% in un anno) e il fatto che ci sia una diminuzione fiscale dell’1 per cento, non impedisce al paese di entrare in una fase di recessione che il QE3 può soltanto in parte arginare.

Un effetto indiretto che si può avere sull’economia è probabilmente una nuova iniezione di fiducia, ma sarà tutta da misurare.

Opzioni binarie e fiscal cliff: i tagli fiscali

 Il pericolo del fiscal cliff per l’America e l’eventualità che questo colosso dell’economia internazionale attraversi una fase di stallo negli investimenti all’estero, ha irrigidito temporaneamente gli scambi. Il fatto che l’America si sia dimostrata pronta a fornire una “soluzione” agli analisti e agli investitori, ha poi rasserenato le borse.

Ecco allora che chi investe in opzioni binarie ha osservato un’oscillazione “pericolosa” dei titoli, difficile da prevedere benché contenuta in un range gestibile. Ne è emerso che il tema del fiscal cliff e della sua risoluzione interessa molto il mercato e chi investe in opzioni binarie deve guardare con attenzione ai prossimi eventi in calendario.

Sapere in anticipo quello che l’agenda economica e finanziaria di un paese prevede, aiuta molto nella definizione del trend. Siamo molto al di là della “solita” definizione di “baratro fiscale”, adesso andiamo ad analizzare il primo elemento che potrebbe incider sul fiscal cliff.

Il presidente George W. Bush aveva varato una legge contenente alcuni tagli fiscali in scadenza alla fine dell’anno. In realtà la deadline della normativa era prevista per il 2010 ma poi l’America ha sentito la necessità di prorogare di due anni la legge dopo un lungo braccio di ferro tra il Presidente Obama e la componente Repubblicana del Congresso.

All’orizzonte, dunque, un aumento della tassazione dei lavoratori americani che per il prossimo anno spenderanno molto meno.

La borsa in bilico dopo Bernanke

 La borsa traballa dopo l’allarme di Bernanke sul fiscal cliff. Il primo effetto diretto si ha su Wall Street dove la giornata di contrattazioni di ieri si è chiusa con timidi cambiamenti per tutti i maggiori indici generali.

Per esempio il Dow Jones ha perso lo 0,05 per cento fermandosi a 12.789,74 punti, il Nasdaq è salito soltanto dello 0,2 per cento assestandosi a 2.916,68 punti. Infine lo S&P 500 si è fermato a 1.387,85 punti crescendo soltanto dello 0,07%.

Dall’altra parte dell’oceano, nel Vecchio Continente, le borse sono sembrate più incerte nella reazione a Bernanke. Piazza Affari che era stata la migliore dopo l’annuncio di una serie d’iniziative per la risoluzione dei fiscal cliff, si è ritrovata ad essere la peggiore di tutte.

In realtà i suoi indici come il Ftse Mib è stato fortemente depresso dal titolo Fiat che ha perso il 4,99 per cento del suo valore. Tutti gli altri indici europei, invece, sebbene in modo molto cauto, hanno guadagnato terreno. Il Dax di Francoforte ha recuperato lo 0,69%, il Cac40 di Parigi ha chiuso con un +0,65% e recupera anche lo 0,18% il Ftse 100 di Londra.

In realtà queste performance sono state condizionate molto anche dalla decisione di Moody’s di tagliare il rating della Francia. La situazione di Parigi impensierisce tutta l’Eurozona.

In attesa del Fiscal Cliff Piazza Affari esulta

Piazza Affari ha aperto benissimo questa mattina. Un risultato inaspettato, se si pensa che il Fiscal Cliff preoccupa l’economia mondiale. Molti Paesi sono col fiato sospeso per via della decisione dell’Eurogruppo circa il versamento di una prima sessione di aiuti economici da inviare alla Grecia. Si parla di 44 miliardi.

Nel frattempo, come detto, Piazza Affari chiude benissimo la seduta. Occorre segnalare che il Ftse Mib guadagna il 3,01% e si porta a 15.297 punti.

Analizziamo la situazione dei mercati. Le Borse Usa fanno registrare un elevato rialzo. L’avvio di per se era già positivo in virtù dell’entusiasmo degli addetti ai lavori, i quali sperano che gli Usa evitino le conseguenze provocate dal Fiscal Cliff.

Il presidente Barack Obama e i responsabili del Congresso si sono dati appuntamento per la prima volta venerdì scorso dopo le elezioni presidenziali dei giorni passati e hanno concentrato le loro energie sugli sforzi da fare per comprendere come evitare il Fiscal Cliff, una combinazione di tagli automatici di spesa e aumento delle aliquote fiscali che potrebbero trascinare l’economia americana in una pesante recessione.

Come accennato, Martedì l’Eurogruppo darà un nulla osta provvisorio per quanto riguarda il  versamento di una tranche di aiuti da 44 miliardi di euro da recapitare alla Grecia, che dovrà però aspettare sino al 5 dicembre per ricevere i prestiti, sempre che rispetti tutte le condizioni previste.