I mercati del Forex e dei Futures

 Il Forex e i Futures sono due mercati che permettono di investire sulle valute. I due mercati però non sono uguali e i motivi che consigliano di investire sul primo piuttosto che sul secondo per avere maggiori possibilità di investimenti che portano a dei guadagni non sono pochi.

Alla base c’è il fatto che con il Forex si può fare maggiore speculazione finanziaria e quindi cercare di fare guadagni dai cambiamenti dei valori degli scambi. La propensione a formare trend del Forex è molto apprezzata da chi fa investimenti nel breve periodo. Il Forex è chiuso solo per una parte del weekend e la presenza di gap è molto limitata. Il mercato del Forex è quello che crea trend che sono in genere più regolari di quelli degli altri mercati e quindi consente maggiormente la speculazione finanziaria.

Nel Forex si può operare a qualsiasi ora di giorno come di notte e non c’è bisogno di aspettare l’apertura dei mercati.

 

► Il mercato delle valute

 

In questo senso il Forex è più flessibile dei Futures. Inoltre il mercato dei Futures richiede delle commissioni per le operazioni finanziarie, nel Forex inece non ci sono commissioni con la banca che ha il suo profitto nello spread fra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Nel Forex non ci sono altri costi e quindi è più trasparente.

Per il day trading o per investimenti a breve termine il Forex si adatta meglio degli altri mercati.

Gli investitori con più esperienza fanno spesso trading sul Forex monitorando i prezzi dei contratti Futures per speculare di più.

Wall Street apre negativa dopo un anno da record

 Wall Street ha chiuso il 2013 come un anno da record che è stato il migliore dal 1997. Un 2013 caratterizzato da una crescita importante, con i principali indici che hanno chiuso in rialzo anche l’ultimo giorno delle contrattazioni portando il livello, per l’appunto, ai massimi di sempre. Nell’ultima giornata prima della pausa per il Capodanno, a Wall Street il Dow Jones ha chiuso l’anno con un  +0,44% a 16.576,66 punti. Il livello raggiunto dall’indice è il più alto da 17 anni. L’indice S&P 500 ha registrato un +0,40% a 1.848,36 punti. Per questo indice il risultato è stato il migliore da 16 anni. Un anno ottimo anche per il il Nasdaq che nell’ultimo giorno del 2013 ha guadagnando lo 0,54% a 4.176,59 punti.
Oggi, alla riapertura dei mercati finanziari per la prima sessione del 2014, Wall Street apre in calo. L’inizio dell’anno è caratterizzato da debolezza nei principali mercati finanziari mondiali, con investitori cauti che hanno influenzato l’apertura della Borsa di New York. Eppure, negli Stati Uniti si è registrato il calo delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione; un calo leggermente minore di quello stimato. La notizia non ha fino al momento spinto Wall Street.
C’è quindi la possibilità che Wall Street chiuda in rosso il primo giorni del nuovo anno, fatto che non avviene dal 2008. In calo i futures del Dow Jones a -0,1%. I futures dell’S&P 500 e Nasdaq sono al -0,2%. I futures del petrolio con scadenza a febbraio registrano un -0,71% a 97,73 dollari al barile. Per quanto riguarda l’oro, con riferimento ai futures che scadono anch’essi a febbraio, c’è un rialzo dell’1,47% a 1.221 dollari l’oncia.

 

Le caratteristiche dei contratti futures

 I futures sono dei contratti standardizzati in modo tale che possano essere negoziati con estrema facilità in Borsa, cioè nei mercati finanziari regolamentati, motivo per cui possono essere negoziarti solo i futures creati da quella specifica borsa.

Gli strumenti alternativi del risparmio gestito: materie prime

 Chiamate anche commodity, le materie prime sono uno dei più importanti strumenti finanziari di investimento. La loro caratteristica principale è di essere dei beni per i quali l’offerta non prevede delle differenze qualitative sul mercato, in quanto le materie prime (vedi, ad esempio, i metalli o il petrolio) sono sempre le stesse indipendentemente dal produttore.

Inoltre, le materie prime, per definizione, devono essere facilmente stoccabili e conservabili nel tempo (non perdono le loro caratteristiche o il loro valore nel tempo). Le commodities più comuni sono i prodotti agricoli o i prodotti non lavorati come oro, sale, caffè e zucchero.

Le commodity,  che si dividono in alcune tipologie principali a cui appartengono, poi, le varie materie (agricole, coloniali o tropicali, metalli, energetiche e carni) sono negoziate principalmente attraverso i contratti futures in appositi mercati (i più famosi sono New York Mercantile Exchange Chicago Board of Trade e, in Europa, il London Metal Exchange).

I fondi che investono in materie prime sono solitamente caratterizzati da attività scarsamente correlate fra di loro. Questo rende l’investimento in commodity uno dei principali metodi per la stabilizzazione di un portafogli finanziario di investimenti.

Gli strumenti derivati del risparmio gestito: i futures

 Per i futures esiste un apposito mercato di scambio, in cui i pagamenti sono regolati da un intermediario (in gergo si chiama clearing house). L’intermediario ha il compito di liquidare quotidianamente, a uno dei due contraenti, la differenza tra il future price (il prezzo concordato del future) e lo spot price (ossia il prezzo a cui quel future viene scambiato sul mercato in quel giorno).

Esistono diverse tipologie di futures (valute, moneta, obbligazioni, indici di mercato azionario, delle merci e di metalli preziosi) e per ognuna di queste è previsto un apposito mercato di scambio.

Quando si stipula un contratto future deve essere prevista sia la quantità delle attività sottostanti, la valuta di quotazione delle attività stesse, la data e i termini di consegna. La consegna è il momento in cui il contratto future viene estinto e può avvenire per regolamento monetario o con l’acquisto di una posizione di copertura.

Le finalità dei futures sono l’hedging, cioè la riduzione del rischio legato alle variazioni di prezzo delle attività sottostanti, e la speculazione, ossia la previsione dell’andamento di mercato.

Il prezzo di ogni future è determinato tramite arbitraggio: il prezzo del future è il valore atteso dell’hedging, a cui si deve sottrarre un determinato tasso free-risk.

Prezzi in calo per le commodities agricole

 La produzione agricola, per quanto si possano fare stime dettagliate, dipende in gran parte dalle condizioni meteo e se la siccità di fine estate aveva indotto gli analisti a fare stime pessimistiche sul raccolto, le piogge autunnali hanno invertito l’overview.

Il Dipartimento USA dell’Agricoltura, alla fine della scorsa settimana di contrattazioni, ha sorpreso un po’ tutti gli investitori che si sono concentrati sul mercato delle commodities agricole, con delle previsioni che sono andate oltre le attese.

L’effetto iniziale è stato un sell-off sui futures trattati dal Chicago Board of Trade. Nel dettaglio si è registrato un calo del 2 per cento dei contratti a termine sui semi di soia che sono scesi ai livelli minimi registrati dalla fine di giugno.

I futures sul frumento hanno fatto registrare perdite altrettanto consistenti mentre si parla di flessione anche se marginale per i futures sul mais. Questa situazione è stata scatenata dai dati sulla produzione che sono stati migliori delle attese.

Maggiori scorte, però, vuol dire anche calo dei prezzi. Un mese fa ci si aspettava di fare i conti con una produzione molto più risicata. Basta pensare ai dati sulla soia: fino all’ultimo comunicato non ci si aspettava assolutamente un incremento del 4 per cento sui raccolti americani di questo prodotto.