Pensioni, arrivano le garanzie di Poletti

Il dossier delle pensioni si fa caldo a seguito della sentenza emessa dalla Corte costituzionale la quale ha dichiarato incostituzionale il blocco dell’adeguamento al costo della vita.

Il governo pensa agli esodati e per la Cisl ci sono 200 mila lavoratori a rischio

 Il ministro del lavoro Poletti ha affermato che il governo sta facendo delle proposte per gli esodati. Il ministro ha parlato al Festival del volontariato di Lucca e ha detto: “Stiamo cercando di costruire uno scivolo che consente di collegare la condizione degli esodati al pensionamento. Si sta pensando anche a un contratto di reinserimento che garantisca alle imprese un vantaggio economico significativo per chi assume persone avanti con l’età che hanno perso il lavoro. Il ministro Poletti ha affermato che i vantaggi per le imprese riguardano i minori oneri fiscali, la più bassa tassazione e gli sgravi contributivi.

Il governo, sempre secondo quanto affermato dal ministro Poletti, sta preparando anche la proposta sul contratto di inserimento che si dovrebbe basare sul contratto a tempo indeterminato con un avviamento meno costoso del contratto a tempo determinato.

 

Esodati, il Testo Unico concordato da tutti i partiti politici

 

Sulla riforma del lavoro continuano le critiche dei sindacati che parlano del rischio che la proposta produca maggiore precariato. Per l’Osservatorio Cisl, nel primo trimestre 2014 ci sono più di 200 mila lavoratori a rischio occupazione. I dati mettono in evidenza come nel mesi di marzo la cassa integrazione guadagni è arrivata alla quota di 100 milioni di ore autorizzate con 500 mila lavoratori coinvolti. Le ore di Cig sono in aumento del 2,1% rispetto al mese di marzo dello scorso anno e del 2,4% rispetto al precedente mese di febbraio. Una situazione che conduce il segretario generale Raffaele Bonanni a dire cche “Siamo ancora ben lontani dall’uscita dalla crisi economica.. Oltre che sostenere i consumi e diminuire le tasse, bisogna favorire nei territori gli investimenti”.

Disoccupazione giovanile, per Poletti Garanzia giovani riguarda 900 mila unità

 La questione della disoccupazione giovanile è uno dei principali problemi dell’Italia e dell’Europa. Le manovre per l’economia e l’occupazione, dopo la crisi che ha portato conseguenze negativa per i Paesi dell’Eurozona, non avranno effetti immediati o di breve termine sull’occupazione, come affermano gli economisti, ma è necessario sviluppare politiche per creare lavoro per i giovani.

Sono questi i presupposti in cui si ragiona in Europa, con il nostro Paese che ha una situazione allarmante caratterizzata da una disoccupazione giovanile superiore al 40%.

 

Il tasso di disoccupazione è stabile mentre quello sulla disoccupazione giovanile è in crescita

 

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti ha affermato: “è ragionevolmente prevedibile che in Italia si organizzi il terzo vertice Ue sull’occupazione giovanile, dopo quello di Parigi e Berlino. Il ministro ha parlato del semestre italiano e ha sottolineato la necessità di “Riqualificare il peso e il ruolo delle politiche sociali rispetto a quelle finanziarie”.

L’Europa sta proponendo il programma Ue Garanzia giovani per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani. Il bacino potenziale del programma è di 900 mila giovani. Per il ministro Poletti è importate coinvolgere “I grandi gruppi e le associazioni imprenditoriali”.

Il piano del lavoro del governo Renzi si basa sui temi del contratto a termine e dell’apprendistato, punti su cui anche l’Ue si basa per permettere ai giovani di entrare nel mercato del lavoro e di farsi conoscere dalle aziende. I sindacati sono critici perché affermano che questo potrebbe portare a ulteriore precariato. L’idea delle proposte è quella della flessibilità, ma i timori che il mercato del lavoro sia sempre più caratterizzato dal precariato non mancano.

Il ministro del lavoro Poletti afferma che il governo lavora su Irpef e detrazioni

 Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti conferma che il governo è impegnato su Irpef e detrazione, con l’obiettivo di ridurre le tasse sul lavoro come presentato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi dopo il Consiglio dei Ministri di qualche settimana fa che ha deciso le prime riforme da lanciare.

Il ministro Poletti ha affermato che “La scelta per l’aumento di 80 euro in busta paga resta quella annunciata da Renzi, ovvero un intervento sull’Irpef e sulle detrazioni da lavoro dipendente”. La base resta quindi quella all’intero di un processo di ristrutturazione del mercato del lavoro con un piano che vuole rilanciare l’occupazione.

 

Sindacati contro il piano del lavoro del governo

 

Il ministro ha detto che non c’è niente di vero sulle voci che circolanno su un possibile bonus in busta paga. Per Poletti “Sono ricostruzioni dei giornali sulla possibilità di dare risposta ai problemi di equità che esistono. Ma al momento nel governo non c’è una discussione diversa rispetto ai primi annunci di Renzi”.

Sul fatto che dei benefici non è usufruiranno i pensionati, che è un aspetto che i sindacati hanno criticato molto al governo, il ministro ha affermato che “Date le risorse disponibili, su una platea più larga avremmo dato 10 euro”.
Poletti ha poi parlato del 2014 che è caratterizzato da una debole ripresa economica e conferma le ipotesi che la stessa ripresa e il piano del lavoro non avranno effetti immediati e comunque a breve termine: “Credo sarà un anno ancora di grande sofferenza. Indipendentemente dalle considerazioni legate alle dinamiche del Pil, la dinamica dell’occupazione continuerà a essere molto pesante”. Il ministro ha detto che questa è una cosa della crisi e che il governo accelererà al massimo.