2013: prezzi degli immobili in ripresa

 Adesso, per essere al top, resta che si convincano soltanto gli italiani: il mercato tricolore è in ripresa e lo testimonia l’andamento del settore immobiliare che sembra essersi riedificato sulle ceneri di una crisi che ha depresso i prezzi delle case e le compravendite.

Gli italiani, in questi giorni, hanno soltanto un pensiero: pagare l’Imu che potrebbe impoverire il budget delle famiglie alle prese con le spese di fine anno. Eppure, se si considera la situazione dell’Italia e la si paragona a quello che sta succedendo in Spagna o in Olanda, si capisce subito che il nostro paese ha una marcia in più.

E’ questo quello che ci dice Bankitalia che ricorda come il rischio di una bolla immobiliare nel nostro paese sia ormai remoto. Il settore immobiliare, dunque, diventa emblematico nel discorso sulla stabilità finanziaria dell’Italia che è stato redatto in occasione della pubblicazione sul rapporto omonimo.

Il crollo delle compravendite immobiliari nei primi nove mesi dell’anno non ha inciso, secondo Panetta di Bankitalia, sulla riduzione dei prezzi delle case che sono calati soltanto del 7 per cento. Anche per il prossimo anno potrebbe continuare questa leggera discesa per poi arrivare ad una nuova stabilizzazione.

Non si andrà oltre perché il mattone potrebbe non essere più il terreno d’investimento privilegiato dagli italiani.

Cos’è la cedolare secca

 Che cos’è la cedolare secca? E come si può completare l’iter della pratica. Per spiegare contenuti e procedura di questa imposta, bisogna andare indietro fino al 2011, anno in cui è stata introdotta la “cedolare secca sugli affitti“. Con questa dicitura si fa riferimento ad un’imposta che sostituisce le tasse sugli affitti.

Una specie di canone calmierato, un regime facoltativo che si sostituisce a quello ordinario e consente di avere qualche piccolo beneficio in termini economici. Nella pratica la cedolare secca sostituisce sia l’Irpef e le addizionali collegate, sia l’imposta di registro, sia l’imposta di bollo.

Sostiuisce o meglio accorpa anche l’imposta di registro sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione e l’imposta di bollo sulle risoluzioni e proroghe del contratto qualora ci fossero.

L’opzione della cedolare secca non esonera il padrone di casa e l’affittuatario dall’obbligo di versamento dell’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.

Il regime della cedolare secca può essere scelto dalle persone che sono proprietarie di un immobile o ne sono usufruttuarie. Non possono aderire a questo “regime facoltativo” le società e gli enti non commerciali.

La cedolare secca si può esercitare sulle unità abitative che al catasto figurano nelle categorie da A1 ad A11 tranne uffici e studi privati, più le relative pertinenze.

Saldo IMU, aliquote all’arrivo

 Il mercato immobiliare italiano, in queste ultime settimane è scosso dalla definizione ultima delle aliquote IMU. L’imposta municipale sugli immobili, reintrodotta quest’anno, ha accompagnato gli italiani da gennaio a dicembre.

Sono state definite delle aliquote provvisorie su cui è stato calcolato il primo acconto e ai contribuenti era stata data la possibilità di pagare “il tutto”, ancora da calcolare, in due o tre rate. Il saldo, in entrambi i casi, sarebbe stato quello di dicembre. 

La scadenza è fissata per il 17 dicembre ma bisogna fare molta attenzione perché rispetto ai parametri usati per fare il calcolo della prima rata, ci sono stati degli aggiornamenti. Le singole Amministrazioni comunali, infatti, hanno determinato delle nuove aliquote per le varie categorie d’immobili.

Adesso è disponibile online la tabella aggiornata. Era prevedibile ed è successo che la maggior parte dei comuni abbia rivisto al rialzo le aliquote, soprattutto per le seconde case. Per le abitazioni principali, invece, sembra sia rimasto tutto come al momento del primo acconto. Milano, Firenze e Bologna per esempio, non hanno definito rincari.

Diverso il caso di Torino, Roma e Napoli dove invece l’aliquota Imu è salita leggermente.

Per pagare e trasmettere i propri dati il Dipartimento delle Finanze mette a disposizione un modello di dichiarazione del saldo Imu.

Riflessioni sull’incidenza dell’IMU

 L’impatto economico dell’Imu sulle tasche degli italiani sarà abbastanza corposo. All’avvicinarsi di questo appuntamento con l’Erario, si sono scatenate online una serie di riflessioni sull’Imposta Municipale.

Sicuramente l’approssimarsi dell’ultima scadenza per il saldo dell’Imu preoccupa molto le famiglie che devono fare i conti con un nuovo esborso di denaro che arriva alla fine di un anno molto difficile. L’Imu dipende molto dal tipo di casa posseduta, dalla localizzazione e dall’aliquota prevista dal comune di residenza, tuttavia è stata fatta una stima della spesa media.

Mediamente le famiglie italiane dovranno tirare fuori dal portafoglio 405 euro all’anno. Ma non è soltanto questo l’impatto dell’IMU sul bilancio degli italiani perché ci saranno anche degli effetti indiretti. In primo luogo si prevede l’aumento degli affitti, privati e commerciali.

Alcune categorie professionali che per l’attività che svolgono sono tenuti ad avere un magazzino, dovranno pagare di più per i locali adibiti alla gestione e alla giacenza delle merci. Vuol dire che indirettamente gli italiani saranno portati a pagare l’Imu ma anche a sostenere costi collaterali pari a 210 euro a famiglia.

L’aumento delle spese determinerà a stretto giro anche un aumento dello 0,7% del tasso d’inflazione. Questa stima è stata fornita dagli analisti dell’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori.

Anche la chiesa pagherà l’Imu

 La riformulazione fatta dal Governo al provvedimento per i criteri per il pagamento dell’Imu è piaciuto al Consiglio di Stato che, finalmente, lo ha promosso: anche gli immobili posseduti dalla Chiesa saranno soggetti all’imposta municipale sugli immobili. Ma c’è ancora qualcosa da aggiustare, da qui la riserva posta al nuovo testo.

Il Consiglio di Stato invita il legislatore a rivedere i criteri di esenzione, soprattutto per quanto riguarda la definizione di attività economica, in modo che i nuovi provvedimenti siano in linea con le direttive europee e non si rischi, così, di andare incontro a sanzioni da Bruxelles.

Per la giurisprudenza comunitaria si deve considerare «attività economica» qualsiasi attività che offre beni e servizi in un mercato. Secondo questa interpretazione, quindi, i presupposti per escludere la natura commerciale delle attività non sono legati all’assenza dello scopo di lucro, ma al fatto che le attività svolte abbiano un carattere non economico.

Va da sé, quindi, che anche enti senza scopo di lucro possano svolgere delle attività commerciali di natura economica e, tutti gli immobili destinati a tali attività, sono soggetti al pagamento dell’Imu. Nel caso della Chiesa, il Consiglio di Stato prende in considerazione quegli immobili destinati ad attività ricreative i quali, dal momento che anche se in diverse modalità e in diversa misura è previsto il pagamento di una retta, hanno, nella definizione europea, carattere economico.

Più precisamente, il Consiglio chiede una modifica del provvedimento nella parte in cui si definiscono le attività esenti dall’Imu, in cui deve essere espressamente specificato che oltre a non avere scopo di lucro, le attività devono anche

essere prive del carattere di attività economica come definito dal diritto dell’Unione europea, tenuto conto dell’assenza di relazione con il costo effettivo del servizio e della differenza rispetto ai corrispettivi medi previsti per le stesse attività svolte sul mercato.

 

Imu, la Chiesa paga la tassa in forma ridotta?

Al vaglio in questi giorni c’è la questione del pagamento dell’Imu da parte della Chiesa. Il governo sta giungendo ad una decisione che potrebbe far discutere e suscitare polemiche.

Pare che la Chiesa pagherà l’Imu, ma non per tutti i suoi immobili e per tute le sue attività.

Fino a questo ennesimo step, tale riduzione contemplava solo le strutture utilizzate a scopi benefici, per le quali sarà prevista l’esenzione.

Il regolamento proposto dal governo, però, “salva” la Chiesa anche nei casi di attività “mista”. Parliamo di casi in cui, in altri termini, si ottengono profitti. Anche in questi casi, la Chiesa non dovrà pagare l’Imu.

Il regolamento Imu destinato alla chiesa è quindi più “soft” di quanto già ci si aspettava.

Il governo supera le obiezioni del Consiglio di Stato è leva pertanto l’obbligatorietà del pagamento dell’imposta per le attività “miste”. Una norma definisce l’ente no profit della Chiesa per garantire questo “sconto”, ma la norma non agevola allo stesso modo i contribuenti italiani.

Il regolamento per la chiesa è dunque una definizione specifica e “Ad hoc” su ciò che è no profit. Le attività miste alle quali si fa riferimento sono molte e sono inerenti ad alberghi, ostelli, cliniche ecc.

Le obiezioni del Consiglio di Stato sono incentrate soprattutto sulla supervisione dell’Europa. Infatti, la Commissione Europea potrebbe multare l’Italia nel caso riscontrasse gli estremi per una accusa di aiuti di Stato illegali. Una multa quantificabile in 3 miliardi di euro.

 

IMU, arriva la stangata dei Comuni

 Manca poco ai Comuni per decidere quali maggiorazioni apportare alle aliquote base per la prima casa e per la seconda casa. Nel primo frangente il 4 per mille può salire o scendere del 2 per mille.

Nel caso del secondo appartamento l’aliquota base è del 7,6 per mille e può salire o scendere del 3 per mille.

Il pagamento del saldo è previsto per il 17 dicembre. La stangata dei Comuni sull’IMU è dunque in arrivo.

Questa tassa permetterà al governo Monti di incassare 23,2 miliardi.

SECONDA CASA: Intanto, sono già 4.146 i Comuni che hanno reso note al ministero delle Economia le delibere-Imu. Parliamo dunque della metà del numero totale. I comuni che hanno già aderito hanno infierito molto. Sono 3.230 quelli che hanno già scelto di aumentare l’aliquota base per quanto concerne la seconda casa.

833 sono invece i sindaci che hanno mantenuto invariata l’aliquota. Una sorta di decisione salomonica che giova sicuramente ai cittadini. Ancora meglio hanno fatto 83 comuni su 4,146, che hanno diminuito l’aliquota base.

PRIMA CASA: Meno grave del previsto la manovra per la Prima Casa. Su 4.146 Comuni che hanno comunicato al Ministero dell’Economia la propria decisione, 1.526 centri hanno scelto il rincaro; 2.313 Comuni hanno, invece, confermato l’aliquota. Stoica la decisione di 307 Municipi, che viceversa hanno scelto di ridurre sotto l’aliquota base.

Ancora rincari sull’Imu

Imu, ci risiamo. I proprietari di immobili locati devono aspettarsi ulteriori rincari. A quanto ammontano nello specifico? Quali zone interessano?

Modifica termini dichiarazione Imu

E’ stato approvato ieri in Commissione Bilancio l’emendamento proposto da Giuseppe Marinello al dl sui costi della politica che cambia i termini di scadenza per la presentazione della dichiarazione dell’Imu.

Imu: modello def e istruzioni

Confermata la scadenza del saldo IMU, sono a disposizione sia il modello definitivo che le istruzioni per la compilazione del documento che promette di essere la “brutta sorpresa” per i contribuenti sotto l’albero di Natale.