I cinque punti caldi del Jobs Act di Matteo Renzi – II parte

 Domani mattina l’appuntamento per la presentazione al Consiglio dei Ministri del Jobs Act, il piano con cui Matteo Renzi e la sua squadra di Governo risolleverà le sorti del paese dando una concreta svolta al mondo del lavoro e degli ammortizzatori sociali.

Il Jobs Act è da tempo nei programmi di Renzi che ne ha sottolineato l’urgenza in più di una occasione, anche se solo in questi ultimi giorni si sono iniziate a delineare le modalità pratiche di questi interventi. Vediamoli nel dettaglio.

I cinque punti caldi del Jobs Act di Matteo Renzi – I parte

 Domani mattina l’appuntamento per la presentazione al Consiglio dei Ministri del Jobs Act, il piano con cui Matteo Renzi e la sua squadra di Governo risolleverà le sorti del paese dando una concreta svolta al mondo del lavoro e degli ammortizzatori sociali.

Il Jobs Act è da tempo nei programmi di Renzi che ne ha sottolineato l’urgenza in più di una occasione, anche se solo in questi ultimi giorni si sono iniziate a delineare le modalità pratiche di questi interventi. Vediamoli nel dettaglio.

Naspi, nuovi contratti e cuneo fiscale: i punti caldi del JobsAct di Renzi

 Alla pubblicazione dei dati Istat sulla disoccupazione in Italia, che a gennaio 2014 ha raggiunto la percentuale record del 12.9%, il neo Primo Ministro Matteo Renzi ha dichiarato che la priorità del suo governo sarà il JobsAct, un documento programmatico che contiene le riforme e i cambiamenti che saranno messi in atto per ridare lavoro e speranza ai cittadini italiani.

Lo stesso Renzi ha pubblicato qualche tempo fa la prima bozza del JobsAct, che secondo i suoi piani dovrà iniziare il suo percorso per diventare realtà già tra due settimane

Il Ministero del Lavoro pronto al ‘Jobs Act’

 Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha le idee chiare. L’inquilino di uno dei dicasteri più importanti per gli equilibri del nuovo esecutivo sa bene che per far ripartire l’economia italiana è necessario intervenire all’atto pratico. Come? Promuovendo gli investimenti delle imprese, riducendo il cuneo fiscale, migliorando l’efficienza del mercato del lavoro, ridefinendo il sistema degli ammortizzatori sociali e da ultimo sviluppando le politiche attive per il lavoro”.