Lavoro, aumento dei dipendenti e calo degli autonomi

Nel mercato del lavoro ci sono più dipendenti che autonomi. L’occupazione, eccetto quella femminile, cresce e il tasso di disoccupazione appare in calo. Tuttavia quest’ultimo indice resta tra i più alti del Vecchio Continente.

Cosa sono e come funzionano i Job Italia – La proposta di Luca Ricolfi

 L’autunno del 2014 sarà ricordato come uno dei più innovativi dal punto di vista del mercato del lavoro. Il governo Renzi, infatti, continua a lavorare sul Jobs Act in vista della nuova Riforma del Lavoro, che arriverà nel 2015, ma altre valide proposte sono in cantiere e attendono solo di essere trasformate in disegno di legge. 

Quanto hanno guadagnato i lavoratori dipendenti italiani nel 2013?

 Volete sapere quanto hanno guadagnato i lavoratori dipendenti italiani nel corso del 2013? La risposta a questa domanda è ora molto semplice, perché il MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso pubblici i dati relativi agli stipendi e ai redditi medi guadagnati dagli italiani nel corso dell’anno passato, desunti dalle stesse dichiarazioni conferite dai lavoratori. 

Le cessioni del quinto dello stipendio sono i prestiti più richiesti

 In Italia è sempre più difficile accedere ad un prestito. Lo rileva anche la Banca d’Italia, che nel suo ultimo Bollettino ufficiale, relativo al mese di agosto 2013, ha registrato un calo dei prestiti generalizzato, che si aggira intorno al 4% e interessa sia il settore priva che quello delle famiglie. 

Prepensionamento forzoso e mobilità per gli statali in esubero

 È arrivata l’austerity anche per la Pubblica Amministrazione che dovrà rimettere mano all’organico e tagliare 7.800 lavoratori in eccedenza.

In queste ora è stata emessa la circolare 3/2013 che fissa i criteri per la cessazione dei dipendenti eccedenti. Le possibilità per le Pubbliche Amministrazioni coinvolte sono due: la mobilità o il prepensionamento.

► Come funziona l’indennizzo per i ritardi delle pubbliche amministrazioni

Pre pensionamento forzoso

Chi, tra i 7.800 fra i lavoratori esuberati delle PA avrà raggiunto entro la fine del 2013 i requisiti per andare in pensione con le regole vigenti prima della riforma Fornero sarà collocato in prepensionamento, ma la PA dovrà dare preavviso di sei mesi.

Mobilità ‘dura’

I lavoratori che la Pubblica Amministrazione dovrà mettere fuori organico che non possono accedere alla pensione saranno inseriti in progetti di mobilità che mirano al ricollocamento della risorsa in un’altra amministrazione.

Per loro stipendio si potrà abbassare dal 50 all’80% e, se non avviene il ricollocamento entro due anni, il lavoratore è licenziato.

► Come certificare lo stato di disoccupazione

Da dove arrivano i lavoratori in esubero

La maggior parte dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni che dovranno essere messi fuori organico con i tagli previsti dalla spending review proviene dall’Inps, che ha avuto una immissione di lavoratori piuttosto sostanziosa dopo l’accorpamento con l’Inpdap e l’Enpals, per un totale di 3.314 lavoratori.

Seguono i ministeri (3.236 esuberi), gli enti pubblici non economici e gli negli enti di ricerca.

Congedo a ore per i lavoratori in attesa di figli

Buone notizie per i lavoratori che aspettano un bebè. Saranno previsti dei congedi parentali su base oraria, a patto che costoro indichino anzitempo al proprio datore di lavoro inizio e fine del periodo di congedo.

Se ne parla in particolar modo all’interno dell’articolo 17 dello schema di Dl. Il Governo vuole pubblicare l’accordo quadro in materia di congedo parentale inteso nella direttiva n. 18 del 2010. Direttiva che ancora non è stata attuata in Italia.

Gli esperti spiegano così la direttiva:

“Le norme messe a punto dall’Esecutivo intervengono direttamente sul testo unico in materia di maternità e prevedono, in base all’accordo quadro comune, la possibilità di poter fruire del congedo parentale anche su base oraria. Non solo. Come detto il lavoratore all’atto della presentazione della domanda di congedo dovrà indicare al datore di lavoro l’inizio e la fine del periodo di congedo. Allo stesso tempo lavoratore e datore potranno comunque mantenersi in contatto durante il periodo di congedo, anche al fine di concordare adeguate misure di ripresa dell’attività lavorativa, tenendo conto di quanto eventualmente previsto dalla contrattazione collettiva. E le parti potranno concordare anche forme di ripresa differenti e ulteriori rispetto alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.