Stabilità: manovra per 24 miliardi

Una manovra tra i ventitrè e i ventiquattro miliardi di euro. Questo il contenuto della Legge di Stabilità annunciato in giornata da Matteo Renzi agli esponenti di Polizia e Cocer, dichiarando che il bonus di 80 euro verrà confermato in maniera “strutturale” e che saranno contemplati tre miliardi per non correre nel rischio di aumentare le tasse mediante la clausola di salvaguardia.

Taglio delle detrazioni dell’Irpef

 Taglio delle detrazioni Irpef retroattivo per il 2013? La notizia ufficiale ancora non c’è, ma sembra sicuro. La Legge di Stabilità prevede che entro il 31 gennaio si deve approvare un provvedimento per la revisione del sistema e ora dovremmo esserci.

I tempi sono stretti e le nuove regole devono essere applicate alle dichiarazioni. La cosa abbastanza sicura è che nelle prossime dichiarazioni i contribuenti dovrebbero avere meno detrazioni d’imposta che ora sono al 19%. Le previsioni sono che si dovrebbe andare sotto al 18% per quest’anno e sotto al 17% per il prossimo anno. Poi negli anni successivi si entrerà a regime.

 

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Le entrate previste per lo Stato dalle minori detrazioni sono di 488,4 milioni di euro per quest’anno. Le entrate diventeranno 772,8 milioni di euro nel 2015 e 564,7 a regime dal 2016.

Per i contribuenti, le perdite saranno di circa 30 euro l’anno con la percentuale delle detrazioni al 17%. Le detrazioni riguardano circa 29 milioni di contribuenti e lo sconto medio è di 283 euro l’anno.

 

► Irpef, Irap, Ires, tutti gli acconti da versare il 10 dicembre

 

Le detrazioni più diffuse sono quelle per le spese sanitarie che riguardano circa 15,7 milioni di persone per un valore medio di 175 euro. Il valore è più basso e quindi anche la detrazione.

La detrazione per le spese per addetti all’assistenza personale, come le badanti, vedono una detrazione più consistente in termini assoluti.

La possibilità di intervenire, da parte del governo, in modo trasversale considerando tutte le detrazioni d’imposta porta al rischio di scontentare alcune categorie o fasce sociali. C’è quindi allo studio una modalità che considera le diverse detrazioni, ma si aspettano notizie più concrete e ufficiali.

Le norme sul pagamento degli affitti introdotte dalla legge di Stabilità

 La Legge di Stabilità per il 2014, approvata dal governo Letta (L.147/2013), sotto espressa richiesta dell’attuale ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, porta con sé diverse novità per l’anno nuovo. Alla base c’è la lotta all’evasione fiscale e agli affitti che sfuggono al controllo dello Stato.

 

► Le novità su affitti e pensioni, incluse nella Legge di Stabilità

 

Per combattere questo fenomeno, dall’1 gennaio 2014 non è più possibile pagare il canone di affitto attraverso l’utilizzo del denaro contante, al di là dell’importo. L’emendamento fa riferimento all’affitto di case ad uso abitativo e non comprende qielli di edilizia residenziale pubblica. I metodi di pagamento accettati prevedono l’utilizzo della moneta elettronica, gli assegni o i bonifici, in modo da rendere le transazioni più trasparenti e di più facili ad essere tracciati.

 

► La Legge di Stabilità vale 14,7 miliardi

 

La proposta è stata presentata dal capogruppo in ambito finanze del partito democratico Marco Causi, con l’obiettivo di dare battaglia all’evasione fiscale sugli affitti a carattere abitativo. Nella legge vengono considerate anche le locazioni a carattere transitorio, come gli affitti per gli studenti o le case vacanze. Non sono invece menzionati gli affitti a carattere commerciale, in cui l’uso del denaro contante è ancora possibile per un importo massimo di euro 999,99. In caso di utilizzo di pagamenti in contanti e quindi non a norma di legge, le sanzioni previste saranno a carico sia del proprietario sia del conducente dell’immobile.

Continua quindi la lotta all’evasione fiscale portata avanti dal governo di Enrico Letta. Dopo avere stabilito in 1000 euro la soglia massima per l’utilizzo del contante per ogni tipo di transazione economica tra i privati, questa nuova norma aggiunge un nuovo elemento volto a controllare il modo in cui vengono fatti i pagamenti che si registrano nel nostro Paese per provare ad arginare, almeno in parte, il fenomeno del sommerso economico.

Le novità sulle pensioni dal 2014

 Con l’anno nuovo entrano in vigore una serie di nuove disposizioni sulle pensioni, contenute nella legge Fornero del 2011, in altre leggi e nella Legge di Stabilità. In quest’ultima, è stata inserita l’indicizzazione delle pensioni, ma con un meccanismo diverso rispetto a quello del passato.
La riforma delle pensioni della Fornero del 2011 prevedeva di bloccare le indicizzazioni per due anni. Da ora, quindi, torna l’adeguamento al costo della vita, ma limitato al parametro delle sei volte il minimo. Le indicizzazioni riguardano le pensioni fino a 2.973 euro lordi al mese è saranno risibili a causa del basso tasso di inflazione. Il meccanismo prevede una indicizzazione di questo tipo: del 100% per le pensioni fino a 3 volte il minimo; del 95% per le pensioni tra 3 e 4 volte il minimo; del 75% per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo; del 50% per le pensioni che superano le 6 volte il minimo.
Vediamo come funzionano quindi gli aumenti, considerando che non c’è un meccanismo progressivo.
  • Pensione fino a 1.487, 100% indicizzazione Istat, aumento del +1,20;
  • Pensione da 1.487 a 1.982, 95% indicizzazione Istat, aumento del +1,14%;
  • Pensione da 1.982 a 2,478, 75%  indicizzazione Istat, aumento del +o,90;
  • Pensione da 2,478 a 2.973, 50%  indicizzazione Istat, aumento del +o,60.
Il meccanismo non è progressivo e quindi chi, ad esempio, ha una pensione lorda di 1.800 euro al mese avrà una indicizzazione dell’1,14%. Egli non avrà un aumento dell’1,20% per la sua pensione fino a 1.487 e dell’1,14% per i 313 euro rimanenti.
Tra le novità sulle pensioni, con il nuovo anno c’è anche il contributo di solidarietà. Questo riguarderà le pensioni da 90 mila euro annui e da 6.936 euro lordi mensili. Nello specifico, il contributo di solidarietà è del 6% per le pensioni comprese tra le 14 e le 20 volte il minimo, da 90 mila 168 euro a 128 mila 811 euro annui, e del 12% per le pensioni comprese tra le 20 e le 30 volte il minimo, da 128 mila 811 euro a 193 mila 217 euro annui. Per le pensioni che superano le 30 volte il minimo, il contributo di solidarietà è del 18%.

Cancellare la Mini Imu? La storia continua e regna la confusione

 Si apre il 2014 e per il mondo delle tasse sulla casa c’è subito la grana mini Imu. L’anno scorso si è discusso per molto tempo dell’abolizione dell’Imu e si è arrivati alla mini Imu ,che dovranno pagare quei cittadini che fanno parte dei comuni che hanno aumentato l’aliquota.
La Legge di Stabilità non ha specificato alcuni aspetti sulla tassazione della casa ed ha inserito la Iuc che prevede anche la Tasi. Probabile che in questo inizio di gennaio, e prima della scadenza per il pagamento della mini Imu fissato per il 24, arrivino altre sorprese. Nel governo c’è chi vuole sostituire la tassa con un’altra sul gioco d’azzardo, ma non è un’idea condivisa. In effetti, c’è un’altra parte del governo che pensa a un’ulteriore revisione della Tasi. Quella delle tasse sulla casa sembra quindi una storia infinita.
I sindaci dell’Emilia Romagna hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendo di rivedere la mini Imu. A rispondere è stato il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio. Il ministro ha espresso la sua posizione favorevole al sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci e affermato che si potrebbe far fronte aumentando il carico fiscale sul gioco d’azzardo. Le possibilità che questa manovra riesca non sono però molte. C’è l’opposizione del ministero dell’Economia e Delrio ha detto di avere spiegato al sindaco di Ravenna le difficoltà di riuscita di questa operazione.
Per mercoledì è prevista la votazione in Senato della conversione del decreto Imu e in quella occasione dovrebbero arrivare degli emendamenti.

Dopo i botti arrivano gli aumenti di Capodanno

 Inizia l’anno nuovo e, come da tradizione possiamo dire, si fanno i conti degli aumenti scattati dal 1 gennaio. Aumenti che riguardano soprattutto autostrade, bollette e carburanti e che dipendono da piccole norme inserite negli ultimi decreti e dall’aumento dell’Iva.
Le tariffe o pedaggi delle autostrade sono aumentate di molto e anche fino all’8% come nell’Autostrada dei Parchi (A24) o nella Piacenza-Brescia. Sul territorio nazionale, e considerando quindi tutte le autostrade, l’aumento è stato del 3,9%. Questo è il livello medio, ma su molte autostrade importanti soprattutto del nord l’aumento è arrivato al 5%.
In crescita anche le bollette dell’energia elettrica, con rincari dello 0,7%. L’aumento dell’Iva e di una piccola manovra porta anche a caffè, bibite e snack delle macchinette automatiche ad essere più cari. In questo caso, la crescita è di 5-10 centesimi per ogni prodotto.
Dal 1 gennaio cresce anche il prezzo dei carburanti di 0,4 centesimi utili per finanziare il cinema. I carburanti erano già aumentati di prezzo qualche giorno fa per effetto del super euro.
Questi aumenti e gli altri, tutti insieme, avranno delle ripercussioni sui trasporti, sui servizi e sul commercio. Le associazioni dei consumatori stimano che i rincari delle tariffe e questi effetti a cascata peseranno per circa 1.400 euro
Come detto, molti aumenti dipendono da piccole norme inserite negli ultimi decreti, tra cui la Legge di Stabilità e il Decreto Milleproroghe. Le tasse sulle sigarette aumentano dello 0,7% e il bollo sui conti titoli e i conti deposito passa dall’1,5% al 2%.
Aumentano anche i contributi Inps per il fondo di solidarietà che finanzia la cassa integrazione. Per le imprese con più di 15 dipendenti l’aumento è dello 0,5% delle retribuzioni. A carico dell’impresa ci sono i due terzi di questo aumento, mentre il rimanente un terzo è a carico del lavoratore.
E poi ci sono le tasse sulla casa.

La Legge di Stabilità vale 14,7 miliardi

 La Legge di Stabilità è approdata al Senato per l’ultimo passaggio dell’approvazione. La Legge vale 14,7 miliardi, una sorta di manovra coperta a livello finanziario in parte dalle misure comprese nella stessa Legge di Stabilità e il deficit è di 2,5 miliardi.
Questi i conti con il saldo per il 2014 che mostra un aumento delle entrate di 2,1 miliardi, con l’aumento del prelievo fiscale e contributivo. Nel 2015 le entrate saranno di circa 600 milioni e nel 2016 di 1,9 miliardi. Le entrate dell’Imu che mancheranno, perché la tassa è stata abolita, saranno coperte da quelle della Tasi che entrerà in vigore da inizio anno.
Il relatore Giorgio Santini del Pd ha parlato al Senato delle modifiche introdotte alla Legge di Stabilità alla Camera. Nel 2014, gli effetti in termini di indebitamento netto riguardano un peggioramento di circa 2,5 miliardi che sono circa lo 0,2% del Pil. Nei due anni successivi c’è il miglioramento dell’indebitamento che è di 3,5 miliardi nel 2015, lo 0,3% del Pil, e 7,3 miliardi nel 2016, lo 0,4% del Pil. Il relatore ha affermato che dalla prima lettura in Senato, la Camera ha migliorato l’indebitamento.
Il relatore Giorgio Santini ha detto che in termini di indebitamento netto la Legge di Stabilità prevede che “la variazione netta delle entrate è pari a circa 2,1 miliardi di euro nel 2014, 0,6 miliardi nel 2015 e 1,9 miliardi nel 2016. La variazione netta delle spese (differenza tra maggiori e minori spese) comporta un aumento complessivo delle spese di circa 3,6 miliardi nel 2014 imputabile per circa 1,1 miliardi alle spese in conto corrente e per circa 2,5 miliardi alle spese in conto capitale. Nel biennio successivo la manovra implica una riduzione netta delle spese pari a circa 3,4 miliardi nel 2015 e 5,9 miliardi nel 2016”.

Le previsioni di Confindustria per il 2014 alla luce della Legge di Stabilità

 L’Associazione degli Industriali Italiani – Confindustria – torna a tracciare in questi giorni un quadro e un bilancio della situazione italiana, facendo riferimento in particolare alla Legge di Stabilità, che in questi giorni è passata finalmente all’esame del Senato per avere l’approvazione definitiva dopo molti giorni di modifiche e di emendamenti. 

La Cgia di Mestre esprime preoccupazioni per la Tasi al 3,5 per mille

 La Cgia di Mestre commenta le nuove regole sulla Tasi inserite nella Legge di Stabilità che è stata approvata. La Tasi può arrivare a un’aliquota del 3,5 per mille sulla prima casa è c’è il rischio che ci siano aumenti nel 2014 per le famiglie.
La Cgia di Mestre lancia un allarme è si rivolge ai sindaci chiedendo loro di fare attenzione alle famiglie numerose e di salvaguardarli dagli eccessivi aumenti.
Dalle simulazioni emerge che le detrazioni, che arrivano a 1,3 miliardi di euro, porteranno a un risparmio medio delle famiglie che è di 66 euro, mentre con l’Imu nel 2012 era di 200 euro più 50 euro per ogni figlio.
La base imponibile della Tasi è la stessa dell’Imu e quindi gli aumenti potrebbero essere molti pesanti per le famiglie numerose. La Cgia di Mestre ha fatto degli esempi che rendono meglio le difficoltà che potrebbero appesantire la situazione di alcune famiglie. Una famiglia con tre figli che ha una casa di tipo A2 con rendita catastale di 620 euro con l’aliquota del 2 per mille avrà un aumento di 69 euro, mentre con l’aliquota al 3,5 per mille l’aumento rispetto all’Imu sarà di 186 euro. Le famiglie che hanno un’abitazione A3, di minore pregio rispetto alla A2, con l’aliquota al 3,5 per mille avranno un aumento di 182 euro.
Il segretario Cgia Giuseppe Bortolussi ha affermato “Certo i sindaci avranno la possibilità di regolare con ampia autonomia il sistema delle detrazioni. Per questo li invitiamo a intervenire in difesa delle famiglie più numerose e nei confronti dei proprietari delle abitazioni con le rendite catastali più basse. Se ciò non avverrà, saranno proprio questi soggetti a pagare il conto più salato”.