Come si manda una pec? La guida per inviare i messaggi

Il suo successo lo decretano i numeri: stando agli ultimi dati pubblicati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), a fine ottobre 2020 erano 12.099.979 le caselle di posta elettronica certificata aperte in Italia, quasi 500mila in più rispetto alla precedente rilevazione di fine -agosto, quando il dato riportato era pari a 11.702.574.

Come si manda una pec

Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

 Ancora pochi giorni di tempo a disposizione per le imprese, anche quelle individuali, e per i liberi professionisti italiani iscritti ai relativi albi od ordini, per dotarsi di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata.

La casella di Pec servirà per le comunicazioni con tutte le pubbliche amministrazioni italiani andando a sostituire, pur mantenendone il valore legale e giuridico, ogni forma di comunicazione che avveniva per raccomandata con ricevuta di ritorno.

► Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

Esistono due tipologie di PEC: uno gratuito fornito dallo Stato italiano e la PEC a pagamento, che a dei costi diversi in base al server prescelto.

Per avere una casella di PEC con il provider dello Stato Italiano è necessario consultare il portale messo a disposizione dal Governo (www.postacertificata.gov.it) e seguire gli step indicati per l’apertura della casella.

Se invece si vuola aprire una casella di PEC a pagamento – i servizi offerti sono di più – è necessario consultare il sito del provider prescelto e seguire le istruzioni.

Una volta che il proprio indirizzo di PEC è stato attivato presso il provider prescelto è necessario comunicare l’indirizzo al Registro Imprese nazionale – per imprese e ditte individuali – o al proprio albo o ordine in caso di liberi professionisti.

► Come funziona la Posta Elettronica Certificata

All’indirizzo www.digitpa.gov.it si trova l’elenco dei gestori di PEC autorizzati dl Governo.

Come funziona la Posta Elettronica Certificata

 La Posta Elettronica Certificata è il nuovo strumento di comunicazione tra le imprese e i liberi professionisti italiani e le pubbliche amministrazioni.

► Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

Ne esistono di due tipi: la PEC che può essere richiesta direttamente al Governo in forma gratuita e che permette, però, di inviare e ricevere comunicazioni con le pubbliche amministrazioni, e la PEC fornita da provider, comunque autorizzati dalla Stato, che ha piena funzionalità ma con costi variabili a seconda del provider prescelto.

Dal momento che la funziona principale della PEC è quella di sostituire le raccomandate, quando il possessore di una PEC invia il messaggio, il gestore della PEC prescelto invia al mittente stesso una comunicazione – ricevuta con piena valenza legale – nella quale sarà indicato il giorno e l’orario di invio della comunicazione.

Lo stesso avverrà anche nel momento in cui la comunicazione viene depositata presso la Casella di Posta Elettronica del destinatario.

Se queste comunicazioni venissero smarrite, facendo apposita richiesta al proprio gestore di PEC si potrà entrare in possesso della traccia elettronica della comunicazione e poter così dimostrare l’avvenuto invio della comunicazione.

► Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

Per quanto riguarda l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata da parte dell’utente, che sia questo un’impresa o un libero professionista, non ci sono differenze particolari con l’utilizzo di una normale casella di posta elettronica.

Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

 Entro il 30 giugno 2013 tutte le imprese individuali italiane e i professionisti iscritti nei relativi albi ed ordini devono dotarsi di una casella di Posta Elettronica Certificata, pena il pagamento di un’ammenda che può variare dai a 103 a 1.032 euro, somma che comunque può ridursi di un terzo se l’apertura della PEC, e relativa comunicazione, avviene entro 30 giorni dalla scadenza.

► Come funziona la Posta Elettronica Certificata

Cos’è e a cosa serve la Posta Elettronica Certificata

La PEC (sigla che sta per Posta Elettronica Certificata) è una casella di posta elettronica della quale si dovranno dotare le imprese e i professionisti e che dovrà essere utilizzata per le comunicazioni ufficiali e la trasmissione dei documenti tra questi ultimi e le Pubbliche Amministrazioni.

La PEC, disciplinata con il D.P.R. 11 febbraio 2005 n. 68 e successivamente con il decreto legislativo 7 marzo 2005 n. 82, ha le stesse funzioni e la stessa valenza giuridica di una raccomandata con  ricevuta di ritorno.

I vantaggi della PEC

La Posta Elettronica Certificata fa parte del processo di semplificazione normativa e burocratica in atto nel nostro paese. Grazie alla Casella di Posta Certificata le imprese e i liberi professionisti potranno trasmettere documenti e comunicazioni alle pubbliche amministrazioni direttamente dal proprio pc, smartphone o tablet e queste avranno la stessa valenza di una comunicazione tramite raccomandata A/R.

► Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

Inoltre, essendo i messaggi inviati per mezzo di provider, sono sempre tracciabili e, nel caso si mancato recapito del messaggio al destinatario, il mittente viene avvertito in tempo reale e, nel caso il destinatario non legga il messaggio, il problema non sarà del mittente ma del destinatario.

Il cyberdiritto ha fatto passi da gigante

 Il 2012 è stato archiviato, almeno a livello di giurisprudenza tributaria, come un anno cruciale, visto che tutte le Commissioni tributarie del Belpaese, adesso, possono inviare comunicazioni soltanto tramite PEC, cioè sfruttando il canale della Posta Elettronica Certificata che, nella prassi, sostituisce la canonica posta raccomandata.

Legge fallimentare: PEC creditori, domande di ammissione al passivo

A livello normativo, il riferimento, è il decreto del direttore generale delle Finanze del 26 aprile 2012, un documento in cui sono inserite le regole tecniche delle nuove comunicazioni: tutte gli attori del processo tributario, quindi, possono ricevere la comunicazione delle date delle udienze e dei dispositivi delle sentenze stesse, in tempo reale, ovunque, tramite l’indirizzo di posta elettronica certificata.

La PEC è obbligatoria per tutti i professionisti iscritti ad un albo professionale, per le società e per le Pubbliche Amministrazioni,  ma può essere usata anche dai privati cittadini e ci si aspetta una diffusione capillare di questo strumento con il coinvolgimento anche dei dipendenti pubblici.

Attive le comunicazioni tributarie via PEC

Al di là del risparmio di tempo e della semplicità dello strumento, molti hanno fatto i conti in tasca allo Stato, dimostrando che, quand’anche la riforma non era ancora stata compiuta, si poteva far riferimento a ben 800 mila euro risparmiati dallo Stato Italiano. 

Sul quotidiano FiscoOggi sono analizzati tutti gli aspetti tecnici della notifica.

Attive le comunicazioni tributarie via PEC

 PEC è l’acronimo che indica la Posta Elettronica Certificata, uno strumento di comunicazione che dovrebbe aumentare la chiarezza dei bilanci e degli affari delle aziende, ormai obbligate a dotarsi di un indirizzo certificato. All’inizio la registrazione era corrisposta gratuitamente, adesso, ottenere un indirizzo PEC è diventato oneroso, nel senso che occorre pagare un abbonamento.

Le aziende interessante, che non hanno ancora provveduto a dotarsi di una PEC, possono far riferimento ai maggiori gestori di posta elettronica per ottenerla e magari optare anche per il servizio di firma elettronica. Molto comune è la sottoscrizione dell’abbonamento per la PEC tramite il portale Aruba che fornisce anche questo tra gli altri servizi di hosting, stampa, etc.

Dopo una fase di sperimentazione, dal 4 dicembre 2012, è attivo un provvedimento che rende operative le comunicazioni via PEC, relative ai processi tributari, in tutti i territori della Penisola. In pratica si potrà e si dovrà usare la PEC per l’invio degli atti nei processi tributari.

Questa innovazione comporta un risparmio di tempo sicuramente ma alleggerisce anche la spesa delle amministrazioni. Il decreto che estende l’uso del canale telematico di comunicazione alle Commissioni tributarie regionali e provinciali di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Trentino Alto Adige, è stato pubblicato in Gazzetta il 3 dicembre.