Espirito Santo, la banca Portoghese ha ufficializzato il default

 Il gruppo Portugal Telecom ha confermato di non aver preso gli 874 milioni di euro dalla holding della banca Espirito Santo, rendendo così ufficiale il default del debito della società che controlla gran parte di uno degli istituti maggiori del Portogallo.

Dal Portogallo nuovi segnali di crisi Europea

 Quando una banca di limitate dimensioni come Espirito Santo riesce a causare i sobbalzi cui si è assistito sui mercati finanziari, si capisce bene quale assurdo sistema sia stato creato.

Il Portogallo annuncia di non aver più bisogno degli aiuti europei

 Il premier portoghese, Pedro Passos Coelho ha annunciato che il Portogallo uscirà dal suo piano di salvataggio finanziario, che è terminato  il 17 maggio, senza chiedere una linea di credito precauzionale ai partner europei. “Il governo ha deciso che usciremo dal programma di assistenza senza fare ricorso ad alcun programma di precauzione”, ha detto il primo ministro sostenendo che questa scelta “sia quella che meglio difende gli interessi del Portogallo”.

Prelievo forzoso, amara sorpresa per il Portogallo

 In Portogallo il 2014 è iniziato davvero in malo modo. La premessa è che lo Stato metterà le mani in tasca a tutti i pensionati, senza esclusione. Il governo di Pedro Passos Coelho ha detto di sì ad una nuova norma per la legge di bilancio, già entrata in vigore, che ordina un “contributo straordinario di solidarietà” (Ces) a tutti i pensionati e aggiuntivi tagli ai settori già tagliati lo scorso anno.

Il governo portoghese resiste alle pressioni

 Tutti coloro che temevano che il Portogallo diventasse la nuova Grecia, sono stati delusi dall’ultima dichiarazione resa dal primo ministro Coelho: il governo continuerà ad onorare il suo mandato. Insomma, a Lisbona non si prevede di andare ad elezioni anticipate e quindi i mercati possono andare avanti sereni.

Il FT parla di una nuova crisi europea

I mercati, come sappiamo, reagiscono malamente al clima d’incertezza politica che può trasformarsi spesso in un’incertezza di natura economica. Un governo instabile può cadere e far collassare la borsa del paese e quelle ad essa collegate. Nel caso del Portogallo a rischiare è la finanza europea.

La guerra portoghese contro l’austerity

Il Portogallo, quindi, ha deciso di andare avanti sulla strada che sta già percorrendo, in modo da reagire con decisione e fermezza agli scossoni della finanza e della politica. Due ministri cruciali nella definizione di una maggioranza stabile, hanno rassegnato le dimissioni al premier. In più i rendimenti dei titoli di stato sono cresciuti in modo sconsiderato, raggiungendo i. 7,64 per cento.

Il messaggio di Coelho è stato provvidenziale in tal senso visto che i rendimenti sono subito scesi fino al 6,29 per cento. Il debito pubblico, però, continua a preoccupare ed è arrivato fino al 123 per cento.  Gli analisti comunque prevedono nuove tensioni all’orizzonte.

Il Governo di Lisbona contro l’ austerity

 Anche il Governo portoghese sembra soffrire della morsa dell’ austerity. La compagine governativa del Paese mostra oggi, infatti, pesanti scricchiolii che hanno già dato luogo ai primi cedimenti.

Portogallo in crisi, ma la Troika sta arrivando

 Il Portogallo sta attraversando un momento particolarmente difficile. I conti non tornano, le casse dello stato sono ormai vuote e la disoccupazione ha da tempo sorpassato la soglia di allarme.

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Secondo le ultime stime che arrivano da Lisbona, infatti, il tasso di disoccupazione del paese è arrivato al 17,7%, più basso solo di quello della Grecia, che si attesta al momento al 26,4% e di quello della Spagna (26,3%), i due paesi che sono considerati più a rischio di tutta l’Unione Europea.

La recessione in Portogallo per il 2012 è stata registrata al 3,2%.

Dati che hanno portato il Governo guidato da Pedro Passos Coelho a mettere in campo ulteriori provvedimenti anti crisi: Si tratterà, come spesso accade in queste circostanze, di quello che in Italia è stato ormai uniformemente definito il piano lacrime e sangue che però si configura come unica strada per poter accedere agli aiuti della Troika.

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Gli ispettori di Ue, Bce, Fmi sono già andati a controllare i conti di Lisbona e, solo se le misure che verranno messe in campo, tra le quali si prevede anche una riduzione del 5% degli stipendi statali saranno efficaci, il Portogallo potrà accedere a un finanziamento di due miliardi di euro.