Portogallo in crisi, ma la Troika sta arrivando

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 Il Portogallo sta attraversando un momento particolarmente difficile. I conti non tornano, le casse dello stato sono ormai vuote e la disoccupazione ha da tempo sorpassato la soglia di allarme.

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Secondo le ultime stime che arrivano da Lisbona, infatti, il tasso di disoccupazione del paese è arrivato al 17,7%, più basso solo di quello della Grecia, che si attesta al momento al 26,4% e di quello della Spagna (26,3%), i due paesi che sono considerati più a rischio di tutta l’Unione Europea.

La recessione in Portogallo per il 2012 è stata registrata al 3,2%.

Dati che hanno portato il Governo guidato da Pedro Passos Coelho a mettere in campo ulteriori provvedimenti anti crisi: Si tratterà, come spesso accade in queste circostanze, di quello che in Italia è stato ormai uniformemente definito il piano lacrime e sangue che però si configura come unica strada per poter accedere agli aiuti della Troika.

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Gli ispettori di Ue, Bce, Fmi sono già andati a controllare i conti di Lisbona e, solo se le misure che verranno messe in campo, tra le quali si prevede anche una riduzione del 5% degli stipendi statali saranno efficaci, il Portogallo potrà accedere a un finanziamento di due miliardi di euro.

 

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