Lavoro: trasferirsi per guadagnare bene

 

Lavoro: trasferirsi per guadagnare bene. Già, ma dove? A rivelarlo è la banca internazionale HSBC grazie ad un sondaggio che ha coinvolto 27.000 espatriati provenienti da 190 paesi (Italia inclusa); i risultati prendono in considerazione lo stipendio ma non solo. Ecco la top ten

Cosa cambierebbe se lo stipendio fosse pagato ogni giorno?

Il fatto di pagare lo stipendio alla fine del mese di lavoro, in fondo è una convenzione sociale, una convenzione nata per motivi logistici e organizzativi. Questo sistema di pagamento delle prestazioni, però, alimenta l’indebitamento dei lavoratori e in tempi di crisi risulta quasi deleterio. Lo sa anche ActiveHours che prova l’alternativa. 

Gli italiani non sono soddisfatti del loro stipendio

Un’indagine molto interessante dell’Osservatorio JobPricing dimostra che gli italiani non sono soddisfatti del loro stipendio e ritengono di avere una busta paga troppo leggera rispetto al lavoro che svolgono e all’esperienza/competenza che hanno. Sarà vero?

Premia molto di più fingere di lavorare che ammazzarsi di lavoro

La riflessione non è autografa ma la apprendiamo da Internazionale che grazie ad articolo del giornalista Oliver Burkeman riesce a spiegare come sia più facile e più remunerativo fingere di lavorare che ammazzarsi di lavoro. E c’è anche il riferimento all’Italia. 

CEO si taglia il 93% dello stipendio e lo dà ai dipendenti

Si chiama Dan Price e la sua azienda Gravity sta  andando alla grande, si pensa che possa avere una forte espansione in futuro. Alla Gravity di Seattle lavorano 70 persone che da adesso al 2017 vedranno crescere il loro stipendio fino ad allinearlo al minimo di 70 mila dollari all’anno. Cosa succede?

I 10 lavori da fare nel 2014 per avere la più alta qualità della vita

 Un sondaggio anonimo compiuto di recente online ha rivelato quali sono le professioni che nel 2014 consentono a chi le svolge di ottenere la più alta qualità della vita, ovvero il miglior rapporto tra vita professionale e vita privata. Il sondaggio è stato realizzato dal network americano Glassdoor, portale USA nato nel 2007 che funge anche da vetrina per le aziende. 

Stipendi dei manager, dal 1° aprile scattano i primi tagli

 Sono giorni difficili questi per i manager italiani, e presto ne arriveranno di ancor più complicati. La presentazione del piano di spending review del commissario Paoletti ha evidenziato la necessità di redistribuire e razionalizzare le spese dello Stato e delle società partecipate, pienamente in line con quanto voluto da Matteo Renzi che vuole limitare gli emolumenti dei dirigenti alla stessa cifra guadagnata dal capo dello Stato, ovvero 239.181 euro lordi l’anno.

Per gli insegnanti precari niente stipendio prima di Natale

 Non solo insegnanti precari e spesso da molti anni, ma anche niente stipendi prima di Natale. Gli stipendi di novembre e dicembre non saranno retribuiti agli insegnanti precari rischiando di rendere più amare le festività. I precari della scuola che hanno stipulati contratti per sostituzione maternità o malattia non avranno lo stipendio per un problema legato al Sistema informatico di contabilità e gestione economica da parte del Mef. I pagamenti dei due mesi slittano quindi a gennaio.
Ad essere interessati del problema sono migliaia di insegnanti e anche il personale Ata precario. Il Ministero dell’Istruzione doveva inviare i fondi per i pagamenti degli stipendi dei supplenti “brevi” entro il 13 dicembre, invece è in ritardo e questo significa che gli insegnanti saranno pagati a gennaio perché i motivi tecnici non consentono di riparare la situazione in tempo per le feste di Natale.
Essere precari del mondo della scuola è già una condizione difficile, e ora senza stipendio e senza nemmeno la quota della tredicesima il Natale è più difficile per molte persone. Questi insegnanti vanno a scuola ogni giorno e fanno  il loro lavoro, ma il Ministero dell’Istruzione sembra che stia perdono il filo per quanto riguarda la scuola. Questo è solo un piccolo esempio delle difficoltà organizzative legate ai tanti precari, a un sistema di reclutamento che cambia sempre e non si capisce in che direzione vada. Per non parlare dell’edilizia scolastica e della qualità del sistema di istruzione in Italia.
Per questi insegnanti, ci sono stati problemi anche con lo stipendio dei primi due mesi dell’anno, pagato in ritardo. Il Ministero dell’Istruzione afferma che il motivo della mancata corresponsione degli stipendi dipende dalla non completa “emissione speciale accessori dicembre 2013” da parte del Ministero dell’Economia e Finanze sul “Sicoge”, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica. Nelle ultime settimane c’è stata l’emissione speciale che corrisponde a diversi milioni di euro, ma che è insufficiente.
Questa situazione dimostra che finanziare la scuola è ormai difficile per l’amministrazione statale. Si parte dalla parte più deboile del sistema, gli insegnanti precari supplenti “brevi”. Il rischio che, se non si ricorre ai ripari, la situazione si possa allargare non è da escludere.

Un nuovo strumento di sostegno al reddito dal Ministro del Lavoro Giovannini

 Lo chiamano, per il momento, salario minimo oppure, in maniera un po’ più fiscale, strumento di sostegno al reddito. Ma il suo nome ufficiale sarà quello di SIA, ovvero Sostegno per l’Inclusione Attiva. Di che cosa si tratta? Si tratta di una nuova forma di sostegno sociale proposta dal gruppo di lavoro del Ministro Giovannini, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, che, attraverso l’introduzione di questa nuova misura ha intenzione di offrire un nuovo strumento nazionale per il contrasto della povertà.

A luglio retribuzioni in aumento

 Il potere d’acquisto delle famiglie italiane è eroso dalla crisi? Niente paura, c’è una soluzione ad ogni problema. L’italiano medio, come abbiamo avuto modo di constatare leggendo gli ultimi report di Bankitalia, di fronte alla crisi, esercita la sua capacità di risparmio e i conti in banca aumentano del 5 per cento. Peccato che si torni a parlare di IMU e adesso anche di tassa sui servizi.

Aumentano gli stipendi a luglio 2013

E’ inevitabile pagare queste imposte, visto che è stata estesa la platea dei paganti anche a chi una casa non la possiede. Eppure una notizia buona, in questo periodo, c’è e arriva direttamente dall’Istituto nazionale di statistica che a luglio 2013 ha rilevato un aumento delle retribuzioni nel nostro paese. Chi aveva stretto la cinghia, quindi, può allentare la presa e tornare a consumare? Vediamo cosa dice più nello specifico il documento dell’ISTAT.

Le misure approvate dal governo per il pubblico impiego

Il succo è che le retribuzioni aumentano più dell’inflazione. Nella pratica i salari fissati da contratto aumentano dell’1,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2012 e dello 0,1 per cento rispetto al mese di giugno 2013. Intanto, con riferimento a luglio, si prende atto che è cresciuto l’indice dei prezzi al consumo e la variazione è stata dell’1,2 per cento su base annuale.

Crescono soprattutto i salari legati al settore privato mentre restano inchiodate al palo le retribuzioni della Pubblica Amministrazione.