Ucraina, avviate procedure per ristrutturare il debito

C’è l’intesa tra i creditori privati e l’Ucraina per quanto riguarda la ristrutturazione del debito. Il ministro delle Finanze ucraino, Natalie Jaresko, ha dichiarato che la ristrutturazione prevede un taglio del valore nominale dei titoli del 20%, che consentirà di risparmiare circa 3,6 miliardi di dollari su un debito di 18.

Ucraina sempre più a rischio default

Se l’attenzione dei media e degli operatori di mercato è focalizzata sulla crisi del debito in Grecia, c’è un altro Stato europeo che rischia sempre di più il default: stiamo parlando dell’Ucraina.

L’Unione Europea emana nuove sanzioni contro banche e società russe

 Dopo la prima tornata dei mesi scorsi, arriva per la Russia la seconda ondata di sanzioni per la Russia da parte dell’ Unione Europea a causa della mancata risoluzione della crisi in Ucraina. L’ Unione Europea infatti nelle ultime ore ha pubblicato nuove misure e restrizioni nei confronti di importanti nomi dell’ economia del paese. Tra i nuovi provvedimenti presi ci sono ad esempio il blocco dei prestiti per cinque grandi banche statali russe i cui nomi erano circolati anche nei giorni scorsi. Ad essere coinvolte nelle sanzioni russe tuttavia saranno anche alcune grandi compagnie petrolifere russe del settore dell’ energia e società miste del settore della difesa.

L’embargo Europeo alla Russia, colpisce pesantemente la Germania

 Si appesantisce la situazione sull’economia tedesca, i cui sviluppi rimangono incerti  considerando le tensioni globali, come la crisi in Ucraina e il conflitto in Medioriente. Lo sottolinea la Bundesbank, nel bollettino mensile, ponendo la tesi che la forza della crescita del Paese sia a rischio.

Il G20 e la questione in Ucraina

 I leader finanziari del mondo che si sono riuniti nel G20 del Fondo monetario internazionale (Fmi) non hanno menzionato nel loro documento finale dell’incontro a Washington piani per affrontare i possibili rischi per l’economia europea della crisi in Ucraina.

I ministri delle Finanze e i banchieri centrali del Gruppo delle 20 economie più sviluppate ed emergenti tratteranno la questione Ucraina in occasione della riunione di due giorni che si svolgerà a breve. Il G20 conosce il rischio geopolitico generale che è presente in Ucraina. Un rischio che potrebbe avere effetti negativi sull’economia europea se la crisi si intensifica.

 

Mercati finanziari ancora scossi dalla crisi Ucraina

 

Il mese scorso l’Ucraina ha ottenuto un credito da 14 miliardi di dollari a 18 miliardi di dollari dal Fmi. L’economia del Paese è stata gettata nel caos dopo che le proteste di piazza a Kiev hanno portato alla caduta del presidente filo russo Viktor Yanukovich nel mese di febbraio e la Russia ha annesso la Crimea.

A livello economico e finanziario in Europa c’è preoccupazione che la tensione possa aumentare, in quanto per ora i mercati hanno scommesso sull’ipotesi che ci sarà una soluzione diplomatica. Se questa soluzione non si troverà e ci sarà un’escalation, allora si potrebbe avere un aumento del rischio che potrebbe avere dell ricadute sull’economia europea.

Il comunicato del G20 ha affrontato i problemi nei mercati emergenti, che ha preso gran parte della discussione visto che molti si trovano ad affrontare problemi che non sono causati esclusivamente dalla politica della Federal reserve (Fed). Notevole attenzione può essere prestata alla situazione in questi Paesi e alle possibili misure per superare le conseguenze negative di scelte non proprio efficaci dei governi dei Paesi emergenti.

Le riserve di gas ucraine garantiscono per tre mesi l’Europa

 In Ucraina la situazione nelle regioni al confine con la Russia è tornata tesa. In alcuni palazzi di città filo russe sventola la bandiera russa mentre l’Ucraina invia l’esercito.

L’Europa sta ancora a guardare e ragiona su maggiori sanzioni. Il problema dell’Europa è sempre quello della dipendenza dal gas russo, e mentre si lavora a soluzioni alternative per il futuro, nel presente bisogna farci i conti.

 

La strategia della Merkel sulla questione in ucraina

 

Il  ministro ucraino dell’Energia e del carbone Yuriy Prodan ha affermato che il gas sotterraneo è sufficiente per la fornitura di tre mesi in Europa. Ci sono otto miliardi di metri cubi di gas negli impianti di stoccaggio sotterraneo in Ucraina che riescono quindi a garantire il transito ininterrotto di gas naturale russo verso l’Europa per non più di tre mesi.

L’Ucraina può garantire quindi il transito di gas verso i Paesi europei per un periodo di tempo limitato, poi potrebbe verificarsi una situazione più complicata che necessita di essere affrontata e risolta.

Tuttavia, secondo il presidente russo Vladimir Putin l’Ucraina ha bisogno di circa 11 miliardi di metri cubi di gas per garantire il transito ininterrotto verso l’Europa. Attualmente, 7,2 miliardi di metri cubi di gas russo sono in un deposito sotterraneo che fa capo alla compagnia petrolifera ucraina e del gas nazionale Naftogaz.

La Russia è sempre intenzionata a non fare sconti all’Ucraina sul prezzo del gas, mentre la stessa Ucraina continua a lavorare sul prestito del Fondo monetario internazionale (Fmi) per evitare il fallimento. L’Ucraina che vuole avvicinarsi all’Europa assume un’importanza geopolitica che è strategica e che interessa anche agli Stati Uniti. Quindi sarà probabilmente salvata.

L’Europa cerca l’indipendenza dal gas russo

 L’Europa punta a ridurre la dipendenza dal gas russo. Una possibilità per la quale ci vuole tempo, denaro e volontà politica. Dal momento che la rivoluzione di febbraio ha spodestato Yanukovich, il gas è diventato un bastone piuttosto che una carota. Qualche giorno fa l’amministratore delegato del colosso del gas russo Gazprom ha affermato che il prezzo del gas in Ucraina stava salendo del 44% a 385,5 dollari.

Questa è una notizia inquietante per l’Europa. L’Ucraina deve già a Gazprom 1,7 miliardi di dollari e se continua a non pagare i suoi conti, e senza un aiuto esterno, Gazprom potrebbe tagliare le forniture. Tale controversia non ha, in linea di principio, alcun effetto sul gas che attraversa l’Ucraina e arriva ad altri Paesi più a ovest. Ma se Gazprom chiude i gasdotti che attraversano l’Ucraina, le forniture in Europa potrebbero avere degli effetti.

 

Le sanzioni stanno portando la Russia verso la recessione

 

L’Europa ottiene il 24% del suo gas dalla Russia e la metà passa attraverso l’Ucraina. L’Europa rimane altamente vulnerabile al controllo russo sulle forniture di gas. Questa vulnerabilità è uno dei motivi per cui Putin pensa che l’Europa non potrà agire con decisione dopo l’annessione della Crimea, o per eventuali ulteriori depredazioni territoriale che la Russia può avere in mente. Ma è una vulnerabilità che può, nel tempo, essere diminuita.

I paesi europei non dipendono dal gas russo nei mesi estivi. Se la Russia dovesse chiudere i gasdotti attraverso l’Ucraina con l’obiettivo principale di ferire il nuovo governo del Paese, potrebbe probabilmente continuare a esportare gas da altri canali. Uno di questi è il newish gasdotto Nord Stream sul fondo del Baltico, che è stato in qualche misura costruito con questo obiettivo. Il progetto è di portare direttamente il gas dalla Russia alla Germania e quindi dare alla Russia la possibilità di tagliare i suoi vicini pur servendo il suo mercato più importante.

La strategia della Merkel sulla questione in Ucraina

 La cancelliera tedesca Angela Merkel ha intensificato il suo sostegno per un accordo commerciale trans atlantico dicendo che l’Europa non deve temere il costo delle sanzioni economiche nei confronti della Russia.

La Merkel ha affermato che c’è la necessità di dare un nuovo slancio ai negoziati di libero scambio tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. Una spinta necessaria per creare una zona di scambio comune di 800 milioni di persone. Come leader della più grande economia europea e del più grande partner commerciale della Russia nell’Ue, la posizione della Merkel è la chiave per raggiungere un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Inoltre, si potrebbe rispondere all’annessione della Crimea da parte della Russia, abbassando il potere commerciale di quest’ultima legato al gas di cui la Germania è il primo importatore in Ue.

 

La Germania si aspetta che la Bce alzerà i tassi il prossimo anno

 

La cancelliera tedesca ha comunque detto che è utile continuare a parlare con il presidente russo Vladimir Putin fermo restando la volontà europea di adottare sanzioni economiche in caso di ulteriori violazioni in Ucraina. L’indice di gradimento della Merkel è aumentato per il terzo mese consecutivo al 72 per cento in un sondaggio televisivo pubblicato il 3 aprile. Lo stesso sondaggio ha suggerito che la maggior parte dei tedeschi vuole evitare il conflitto con la Russia. la posizione della Merkel ha un doppio approccio con una strategia intelligente. Da un parte rimprovera Putin e promette sanzioni, dall’altra lascia aperta la comunicazione. Nella congiuntura economica attuale e con le opzioni limitate è probabilmente la cosa più razionale da fare.

Come detto, la Germania è in importanti legami commerciali con la Russia, che è il suo terzo partner commerciale al di fuori dell’Europa dopo gli Stati Uniti e la Cina e il fornitore di circa un terzo del suo gas naturale.