Il taglio dei tassi Bce e il riflesso sui prestiti e finanziamenti

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 Cresce l’attesa per la  riunione della Bce che potrebbe decidere nuove misure per far ripartire il credito di mutui e prestiti per famiglie e per aziende. Draghi ha parlato ella possibilità di tagli dei tassi d’interesse, per tenere sotto controllo rialzi ingiustificati dei tassi di mercato o acquisti di titoli se le aspettative d’inflazione dovessero peggiorare. Secondo il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, “È inevitabile che, dopo aver messo l’accento sul consolidamento dei bilanci nazionali, l’Europa lavori con gli Stati membri per una nuova fase che dovrà concentrarsi sulle riforme, investendo della modernizzazione dei Paesi i parlamenti nazionali. Non possiamo accettare questi bassi tassi di crescita in Europa. Sarebbe intelligente partire dal cuneo fiscale e dalla tassazione sul lavoro, in modo da liberare i consumi e ottenere più crescita e occupazione”.

L’inflazione in ribasso spingerà la Bce a tagliare il costo del denaro

Per Morgan Stanley, Draghi deciderà di acquistare dollari, mentre, secondo un sondaggio fatto da un’altra grande banca, Nomura, il 95% degli analisti intervistati prevede un taglio del tasso di interesse (dallo 0,25 allo 0,10 per cento) e pensa ad una scelta di far pagare (probabilmente uno 0,10 per cento) le banche che intendono ancora tenere le riserve in eccesso in deposito a Francoforte.  È chiaro che un eventuale abbassamento dei tassi e l’inflazione al 2%, potrebbero portare ad una diminuzione dei tassi su prestiti e mutui, portando in questo modo a chiedere nuvamente prestiti, sia da parte da famiglie che da parte di imprese e aziende. Anche Bot e Btp tornerebbero a rendere di più grazie a tassi più alti, così come le obbligazioni aziendali.

 

 

 

 

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