Tobin Tax europea, poche adesioni e poca chiarezza

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Si parla molto di Tobin Tax in questi ultimi tempi, e non solo in Italia – dove l’argomento è tornato in auge con mario Monti – ma anche in Europa, più precisamente all’Ecofin dove alcuni paesi aderenti stanno cercando di mettere in piedi una nuova tassazione rafforzata sulle transazioni finanziarie, ma non senza grandi difficoltà.

Al momento i paesi aderenti sono 10, e tra questi c’è anche l’Italia, ma il percorso da affrontare per giungere a qualcosa di concreto sembra essere piuttosto lungo nonostante l’intenzione sia quella di rendere operativa la Tobin Tax europea già a partire dall’inizio del 2016.

All’ultimo incontro che si è tenuto a Bruxelles, i rappresentanti di , Belgio, Spagna, Austria, Portogallo, Slovacchia, Grecia, Estonia hanno raggiunto un ‘primissimo accordo’ sull’applicazione di questa tassa che però fa storcere il naso a moltissimi altri paesi, prima di tutti la Gran Bretagna, che non hanno alcuna intenzione di tassare le transazioni finanziarie.

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Il ministro delle finanze britannico George Osborne si è schierato contro la Tobin Tax e ha minacciato il ricorso alle vie legali se la tassa dovesse arrivare a colpire anche i paesi che non l’hanno accettata. Ma Osborne non è l’unico ad essere così scettico: contro la tassa si sono schierati anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem e il il ministro delle finanze svedese Anders Borg.

Ma i paesi aderenti rassicurano: così come accaduto in Italia, la Tobin Tax europea non si applicherà a tutte le transazioni finanziarie. Al momento si dà per scontato che non saranno tassati i titoli di stato, ma solo azioni e derivati.

 

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