Tolta l’Imu arriva l’Irpef – Una stangata da quasi 300 euro

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 Dal 2010 ad oggi le addizionali locali sono aumentate fino ad arrivare a 284 euro. Una strategia necessaria alle amministrazioni locali per fare cassa quando il governo decide di abbassare le imposte nazionali e che, come denuncia la CGIA di Mestre, è diventata una costante che caratterizza la politica fiscale degli Enti locali.

Per l’anno in corso i comuni hanno tempo fino al 30 novembre per stabilire le aliquote delle imposte locali che, se il Governo non porrà dei paletti più stringenti al federalismo fiscale, potrebbero essere una vera a propria scure che si abbatte sulle famiglie, che si troveranno a doversi districare tra Irap, la Service Tax, l’Imu sui capannoni e le addizionali Irpef.

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Proprio su questo ultimo punto si è concentrata la CGIA che ha analizzato lo status delle aliquote Irpef nei 40 Comuni capoluogo di provincia che hanno già deliberato l’aliquota: in 11 casi l’aliquota Irpef è stata aumentata e negli altri 29 è rimasta invariata, ma 13 di questi comuni applicano già l’aliquota massima (0,8%).

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Esempi di aumento Irpef

La CGIA di Mestre riporta tre esempi di come l’aumento delle aliquote dell’Irpef andrà ad incidere sul reddito dei contribuenti secondo tre diversi livelli:

  1. operaio con un reddito annuo di 20 mila euro (circa 1.240 euro netti mensili): 401 euro;
  2. impiegato con un reddito annuo di 32 mila euro (quasi 1.840 euro al mese): 664 euro;
  3. quadro con un reddito annuo di 60 mila euro (pari ad uno stipendio mensile netto di quasi 3.100 euro):1.328 euro in più da versare nel 2014.

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