Ue, rating debito italiano slitta a ottobre

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L’Ue verrà incontro all’Italia e ad altri Paesi, quali Spagna e Portogallo, per quanto concerne il giudizio sui bilanci dei Paesi membri e per quelle che saranno le raccomandazioni sul miglioramento di questi ultimi.

L’Europa fa notare che l’Italia, con Belgio e Finlandia, è una Nazione assolutamente rispettosa del Patto di stabilità per quanto concerne il debito ma rimanda a una nuova valutazione a novembre, nel momento in cui ulteriori informazioni sulla ripresa del cammino di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine per il 2017 saranno disponibili.

Il commissario Pierre Moscovici ha spiegato in conferenza stampa che al momento non sono stati ravvisati gli elementi necessari ad aprire una procedura contro l’Italia sul tema del debito, previsto al 132,7% del Pil per quest’anno. Ha poi dedicato ampio spazio a raccontare le discussioni con Roma in tema di flessibilità: “Abbiamo avuto un impegno chiaro, scritto, che l’Italia non sforerà dal limite di deficit/Pil all’1,8% per l’anno prossimo”, ha dichiarato. Inoltre, Moscovici ha aggiunto:

Su questa base, abbiamo deciso che l’Italia possa beneficiare della flessibilità richiesta per quest’anno. Solo quando riceveremo la proposta di bilancio per il 2017 (la prossima Stabilità), a ottobre, faremo una nuova analisi della sua conformità con le regole sul debito: siamo molto attenti, ma anche rassicurati da quanto ci ha garantito il ministro Padoan.

Di concerto con le attese della vigilia, pertanto, l’Italia incassa il sostanziale accoglimento delle richieste di flessibilità per quanto riguarda il 2016 e un ridimensionamento degli sforzi – che pure restano – da mettere nella prossima legge di Stabilità. Quest’anno, in sostanza, l’Italia potrà fare a meno di correggere i conti pubblici per lo 0,85% di Pil: significa non dover recuperare 14 miliardi con manovre di austerità. Nel 2016, dunque, Roma può tenere il deficit al 2,3% del prodotto, correggendolo solo in piccola parte rispetto al 2,6% del 2015. Clausola su investimenti e riforme, spese per i migranti e anti-terrorismo: un po’ tutti i capitoli di flessibilità invocati dal tandem Renzi-Padoan hanno trovato accoglimento.

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