Un ritorno alla lira favorirebbe occupazione e Pil

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 Perché Pil e occupazione trarrebbero vantaggi da una disgregazione dell’Euro e da un ritorno alla Lira?

In primo luogo bisognerebbe osservare gli andamenti dell’occupazione, della disoccupazione e del PIL dei grandi paesi d’Europa negli ultimi 15 anni.

L’Euro ha permesso alla Germania di riprendere la sua corsa del Pil e dell’occupazione, e ciò è stato fatto ai danni di diversi Stati periferici, tra i quali c’è soprattutto l’Italia, che è il secondo paese manifatturiero europeo.

La Germania non ebbe immediatamente benefici dall’introduzione dell’Euro e dei cambi fissi. Pensare che fino al 2000-2005 si diceva che la Germania fosse il grande malato d’Europa. Era vero, dal momento che aveva un’andamento del PIL asfittico (come l’Italia, che tuttavia era reduce da una corsa per ridurre il deficit dal 10% ed oltre al 3%), peggiore di ogni altro Paese europeo. La Germania ha avuto pazienza, ha anticipato alcune riforme, finalizzate essenzialmente a contenere il costo del lavoro interno (anche favorendo i lavori a bassissimo salario) e l’inflazione; ovviamente ogni anno ha portato a casa un piccolo vantaggio in termini di inflazione sui concorrenti, che col passare degli anni è diventato un grosso vantaggio e proprio dal 2005, ha iniziato a vedere andamenti di PIL ed occupazione estremamente favorevoli (ai danni degli altri, come testimoniato dai grafici allegati negli articoli in premessa).

La dinamica in caso di mantenimento dell’Euro è prevedibilmente la stessa degli ultimi 7 anni (ancora in pieno corso nel 2012). Tra l’altro, se la Germania manterra’ l’atteggiamento che ha tenuto nei confronti della crisi Europea negli ultimi disastrosi 3 anni e mezzo (e non vedo perche’ debba cambiare linea), è palese che domanderà l’adozione a tutti i periferici di misure sempre più restrittive (come la Manovra Monti) che inevitabilmente affosseranno sempre più il Pil ed eleveranno la povertà e la disoccupazione. Nel contempo la Germania sarà condiizionata dal minore export verso i paesi “canaglia”, e compenserà in parte la cosa, grazie a tassi di interesse bassissimi ed afflussi copiosi di capitale.

In caso di uscita dall’Euro, e ritorno alle valute nazionali, naturalmente la Germania rivaluterà fortemente, ed i periferici svaluteranno, con impatti seri su produzione ed export tedeschi (e quindi su Pil ed occupazione), mentre ovviamente chi svaluterà andrà incontro alle conseguenze opposte. Tutto dipende da come andrà l’uscita dall’Euro. Qualora venisse accompagnata da una serie di default di alcune nazioni, l’impatto sarebbe devastante non solo per la Germania ma pure per i paesi sottoposti a default, in tale scenario, nel medio periodo le nazioni sottoposte a default e simultanea svalutazione avrebbero una netta ripresa (come successo sempre nel passato in situazioni similari), mentre il quadro per la Germania rimarrebbe fosco sia nel breve che nel medio periodo (a lungo termine le cose potrebbero cambiare).

 

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