CGIA Mestre: liberalizzazioni? Pochi vantaggi per i consumatori

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Medicinali e telefonia sono gli unici settori dove, pur essendo stata introdotta la concorrenza, non si sono avuti sensibili aumenti dei prezzi dei prodotti e dei servizi. In tutti gli altri settori, da 20 anni a questa parte i prezzi e le tariffe sono aumentati in misura maggiore dell’inflazione

Secondo l’ufficio studi della CGIA di Mestre nei settori in cui è stata introdotta in questi ultimi 20 anni qualche forma di liberalizzazione, sono cresciuti i prodotti dei prezzi e dei servizi. Si pensi in modo emblematico a come è cambiato il panorama assicurativo legato ai mezzi di trasporto. Le tariffe RCA sono cresciute del 189,3% dal 1994 ad oggi a fronte di un incremento del 50,1% dell’inflazione. Il che vuol dire che le assicurazioni sono crescite 3,8 volte più del costo della vita.

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Un panorama analogo si legge dai dati dei servizi bancari e finanziari. Sempre considerando il periodo che va dal 1994 al 2014, infatti, si nota una crescita del 115,6% delle tariffe a fronte del solito incremento dell’inflazione. Quindi il prezzo dei servizi bancari è cresciuto d, 2,3 volte più dell’inflazione.

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Stesso discorso per i trasporti aerei, per i pedaggi autostradali e per il trasporto ferroviario.

Se poi si va a controllare l’effetto delle liberalizzazioni nel settore del gas si scopre che questo prodotto ha subito un ritocco delle tariffe con un aumento del 43,2% a fronte del 23,1 per cento della crescita inflazionistica. I servizi postali hanno fatto poi registrare un incremento delle tariffe del 40,4% rispetto all’aumento del 36,5% del costo della vita.

Il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi commenta con queste parole una situazione considerata drastica:

“Premesso che noi siamo a favore di un’economia più aperta che combatta le rendite corporative e parassitarie non possiamo nascondere la preoccupazione per l’esito che le liberalizzazioni hanno avuto nel nostro Paese. In molti casi, i settori interessati da questo processo sono passati da un monopolio pubblico che funzionava poco e male a vere e proprie oligarchie di privati che hanno fatto pagare il conto di questa operazione ai consumatori finali.”

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