Moody’S taglia il rating alla Grecia

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L’agenzia di rating Moody’s ha preso atto del gap tra la Grecia e i suoi creditori internazionali in sede di trattative e ha deciso di taglia nuovamente il merito di credito ellenico, ovvero la stima della capacità di ripagare i creditori privati, i quali detengono una trentina di miliardi su un debito che ha massa da 300 miliardi.

Standard&Poor’s, altra agenzia di rating, fa conti minacciosi: il Pil reale della Grecia “scenderebbe del 20% sotto il livello base, in quattro anni”, in caso di Grexit, che peggiorerebbe “la già disperata situazione delle banche greche”. Le notizie arrivano mentre si avvicina il referendum sulle proposte di Ue, Bce e Fmi, una consultazione che – in caso di vittoria del ‘sì’ e quindi dell’accettazione del piano dei creditori da parte dei greci – porterà alle dimissioni del ministro dell’Economia ateniese, Yanis Varoufakis. In caso di vittoria del ‘no’, invece, “riprenderanno immediatamente le trattative”.

Così gli esperti:

Moody’s ha tagliato il rating della Grecia portandolo da Caa2 a Caa3, peggiorando cioè il livello fissato solo nello scorso aprile. Una mossa che gli analisti fanno “indipendentemente” dall’indizione del referendum di domenica, che rappresenta comunque un “rischio aggiuntivo” per i creditori privati. A pesare, comunque, è la distanza tra le richieste di Atene e la disponibilità delle istituzioni internazionali ad accogliere, per come si è mostrata chiaramente nell’ambito dei sette Eurogruppi convocati nelle ultime due settimane. Le urne “creano un ulteriore rischio, più acuto, per i creditori privati”. Secondo gli esperti, infatti, una vittora del fronte del ‘no’ aumenterebbe il rischio di uscita del paese dall’euro e determinerebbe “significative perdite di creditori del settore privato”.

 

 

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