Scarsa crescita per gli investimenti pubblici

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Aumenta la spesa pubblica corrente, malgrado i ripetuti disegni di aggressione delle spese inutile, e scende quella per gli investimenti pubblici.

Così diminuisce di conseguenza il ritmo di crescita dell’Italia è tra i più bassi delle economie avanzate. E’, per sommi capi, l’analisi di Confartigianato a puntare su questi numeri:

Continua con il Def la ricerca della ricetta magica di risorse pubbliche per investimenti. Perché non le si attinge dalla riduzione di spesa corrente, per esempio quella che si può ottenere dallo smantellamento delle mille società degli enti locali – ex municipalizzate – fonte di mille sprechi?t Dai dati elaborati dagli artigiani si vede che l’Italia evidenzia una minore forza della ripresa rispetto alle maggiori economie avanzate. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale pubblicate martedì scorso indicano per il nostra Paese una crescita allo 0,5% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016, in miglioramento rispettivamente di 0,1 punti e 0,3 punti rispetto alle precedenti previsioni del Fmi di gennaio e comunque meno accentuate rispetto al recupero previsto da Governo, che nel Def pubblicato lo scorso 10 aprile prevede una crescita dello 0,7% nel 2015 e dell’1,3% nel 2016.

Dal raffronto internazionale emerge ancor più chiaramente come la ripresa del Belpaese, per quanto attesa per anni e ora finalmente all’orizzonte, sia poca cosa. Confartigianato ricorda che, se prendiamo a riferimento il tasso di crescita medio 2015-2016 nei 36 Paesi avanzati, l’Italia si colloca all’ultimo posto insieme con Cipro. Nel dettaglio, mentre Taiwan cresce ad un tasso del 3,9%, l’Irlanda del 3,6%, Israele e Corea del 3,4%, la crescita dell’Italia si ferma allo 0,8%, di gran lunga inferiore al 2,5% del Regno Unito, al 2,3% della Spagna, all’1,6% di Germania e all’1,3% di Francia. Esaminando i Paesi del Mezzogiorno d’Europa la Grecia (+3,1%) segna un ritmo di crescita triplo di quello dell’Italia e il Portogallo (1,6%) doppio.

 

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