Il 23 giugno potrebbe verificarsi l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. La Brexit, ad oggi, spaventa analisti di mercato e grossi istituti di credito nonché super potenze quali il Fondo monetario internazionale.

Il 23 giugno potrebbe verificarsi l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. La Brexit, ad oggi, spaventa analisti di mercato e grossi istituti di credito nonché super potenze quali il Fondo monetario internazionale.

Il problema delle sofferenze bancarie non riguarda esclusivamente l’Italia bensì tutta la zona euro e va affrontato il prima possibile.

Rischio Brexit e “stagnazione secolare”. Le previsioni di primavera del Fondo monetario internazionale mettono in evidenza tutte le minacce al ribasso per l’economia globale. Il Fondo mette in particolar modo l’accento sulla possibilità che il referendum di giugno decreti l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Il Fondo monetario internazionale mette gli occhi sulla crescita globale e rivede al ribasso le stime per l’economia mondiale.
Durante il primo semestre dell’anno in corso la crescita globale rimane moderata. Inoltre, essa è calata in confronto al semestre precedente, per via di un ulteriore rallentamento delle economie emergenti e di una debole ripresa nelle economie avanzate.
Durante il primo semestre del 2015 la crescita globale rimane moderata ed è diminuita in confronto al semestre precedente, a seguito di un ulteriore rallentamento delle economie emergenti e una debole ripresa nelle economie avanzate.
Klaus Regling, il presidente dell’Esm (European stability mechanism, il Fondo salva-Stati europeo), ha dichiarato di poter contare su un contributo al terzo piano di salvataggio della Grecia di 16 miliardi di euro circa, da parte del Fmi.
Il Fondo monetario internazionale lascia presagire che lo yuan non entrerà a fare parte del paniere di valute di riserva del fondo stesso per più di un anno.
La ripresa si sta leggermente concretizzando, tuttavia per l’Eurozona rischia di essere un percorso lungo. Un iter che darà i suoi risultati sul fronte della disoccupazione solo tra molti anni.
Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, ha deciso chi sarà il successore di Olivier Blanchard.