FMI plaude alle manovre UE per le banche, ma avverte che c’è ancora da fare

 Il Fondo Monetario Internazionale, nel giorno in cui dalla Commissione Europea è arrivato il sì per la ricapitalizzazione via Esm di quattro banche spagnole (Liberbank, Caja3, BMN e Banco CEISS), ha dato il suo parere favorevole ai cambiamenti e alle manovre in corso in Europa per il rafforzamento del sistema bancario, ma avverta anche che è ancora necessario prendere provvedimenti ad hoc che possano scongiurare definitivamente i rischi sia per gli istituti di credito che per i cittadini.

La creazione della super BCE, secondo il FMI, è stato un grande passo, ma non ancora sufficiente: le prossime strategie d mettere in pratica dovranno concentrarsi sul rafforzamento degli stress test, sull’assunzione di misure per separare i rischi bancari da quelli sovrani e sulla creazione di una reale unione bancaria.

Il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato che gli stress test devono essere ampliati e migliorati e prevedere delle anialisi che vadano oltre gli aspetti microprudenziali

identificare altre debolezze, come i rischi di liquidità e le debolezze strutturali.

Un ulteriore suggerimento arrivato dal Fondo è quello dell’applicazione di una tassa sul settore bancario per finanziare un fondo di garanzia contro i fallimenti degli istituti a salvaguardia, soprattutto, dei contribuenti.

Lagarde ammonisce USA: il problema è il Fiscal Cliff, non la crisi europea

 In una intervista alla CNN Christine Lagarde, il numero uno del Fondo Monetario Internazionale, parla con lucidità e chiarezza della situazione economica mondiale e ha invitato gli Stati Uniti a cercare una soluzione al Fiscal Cliff prima che il tempo utile per farlo scada, senza però guardare al problema della crisi dell’Eurozona, perché:

L’economia statunitense è meno vulnerabile a ciò che accade all’esterno, per esempio in Europa o in Cina. Questo non vuol dire che non ci sono conseguenze che arrivano dalla crisi in Europa ma si tratta di conseguenze minori: gli Stati Uniti sono più esposti alle loro stesse difficoltà che a ciò che accade altrove nel mondo.

Nel caso in cui le due parti in causa non riuscissero a trovare un accordo per la riduzione del debito, gli Stati Uniti andrebbero incontro ad un nuovo declassamento, come già accaduto nel 2011 durante le trattative sul tetto del debito, e ad una forte recessione in un momento in cui l’economia americana sembra risollevare la testa. Il capo del FMI invita repubblicani e democratici a cercare

un approccio equilibrato che preveda un aumento delle entrate, alzando le tasse e creando nuove fonti di entrate, e tagli alla spesa pubblica.

 

Il FMI dice addio alla libera circolazione dei capitali?

 Christine Lagarde, pur mantenendo blandi i termini della sua dichiarazione, ha dato il via a quella che potrebbe essere la svolta epocale per il Fondo Monetario Internazionale:

Non è scontato che una liberalizzazione totale sia un obiettivo appropriato per tutti i paesi e in tutti i tempi. I flussi di capitale possono avere benefici importanti per singole nazioni tra i membri del Fondo e nell’economia globale, ma comportano anche rischi, perché possono essere volatili e vasti in rapporto alle dimensioni dei mercati domestici.

Con queste parole il Fondo Monetario Internazionale si dota di una nuova arma: il capital controls al fine di difendere la stabilità di economia e mercati globali. Il documento che è stato presentato ieri ha fatto scalpore nel mondo dell’economia, soprattutto perché segna il passaggio del FMI da un liberismo spinto a posizioni meno aperte, sullo spunto di ciò che si verifica nelle economie emergenti, paesi come il Brasile, l’Islanda, la Corea Sud etc, in cui i governi hanno adottato misure che limitano i movimenti di capitali.

Nel documento, infatti, si sottolinea come la libera circolazione dei capitali più di una volta è stata seguita da destabilizzazioni finanziarie (il Messico nel 1994-95, la Turchia nel 1994 …) e come, per contro, economie “meno aperte” hanno reagito meglio alla crisi attuale.

Riforme italiane nella giusta direzione, continuare anche dopo le elezioni

 Gerry Rice non ha dubbi e risponde al giornalista che, durante il consueto briefing settimanale dell’FMI, ha chiesto il suo parere sulla questione italiana (il crescente malcontento della popolazione alle misure di austerità) dopo un anno di governo tecnico guidato dal prof. Monti:

Le misure varate dal governo italiano sono passi importanti nella giusta direzione per stimolare la crescita, abbassare la disoccupazione e sostenere la fiducia e ora è cruciale una loro continua implementazione.

Il governo italiano ha messo in campo riforme strutturali e misure forti per stabilizzare la situazione del bilancio. La chiave ora è attuare queste misure.

Normale il malumore dei cittadini che sono stati sottoposti a delle profonde riforme strutturali che cambiano lo status quo, ma si tratta di un passaggio fondamentale per il risanamento del’economia italiana nel suo complesso.

A margine del comment sull’Italia, Gerry Rice ha parlato anche della situazione della Grecia, per la quale si augura un taglio del debito che sia coerente con i finanziamenti che arriveranno dall’Europa e una riforma del mercato soddisfacente per la popolazione e per le istituzioni, e della Spagna, paese che non ha ancora chiesto gli aiuti europei.

Troika a Cipro per salvare l’Isola

 Prosegue il lavoro di Fmi, Ue e Bce. Domani la Troika si recherà a Cipro per tentare di salvare il Paese.

Un’operazione che cade nei giorni della rielezione di Barack Obama, nonché nel momento in cui le borse accennano a una risalita. I media ellenici hanno così commentato il primo dei due grandi avvenimenti di questi giorni, ovvero la conferma alla Casa Bianca:

“La rielezione di Barack Obama è senza dubbio una buona notizia per la Grecia e l’Europa in generale dal momento che il presidente americano ha più volte sostenuto il Paese al contrario di Mitt Romney, che non ha perso un’occasione per additare la Grecia come esempio da evitare”.

Fmi, Ue e Bce, intanto, controllano in continuazione i bilanci dell’Eurozona. Domani i rappresentanti della Troika, per effetto di questo piano, saranno a Cipro. Obiettivo: studiare un progetto atto a salvare l’Isola.
Ad annunciare la presenza del team di rappresentanza è lo stesso governo della capitala cipriota, Nicosia, nella persona del suo portavoce governativo Stefanos Stefanou..
”Venerdì ricominceranno i negoziati con l’obiettivo di assicurare un accordo sul programma di aggiustamento fiscale per un prestito a Cipro”.