Bce, difficile la situazione a causa della discesa dell’inflazione

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 Per oggi è prevista la riunione della Bce. Il buonsenso suggerisce nulla di diverso dagli ultimi 2 meeting. La situazione non si è modificata: i dati continuano a indicare una moderata ripresa, in particolare nei periferici (e adesso anche in Francia). Lo scenario inflattivo non è cambiato significativamente, e le attese non sono più “disancorate” di un paio di mesi fa. I tassi monetari restano a loro volta nei recenti range e non segnalano nuovo stress. La divisa unica staziona su livelli visti la prima volta settembre scorso.
In altre parole non vi sono più motivi di agire di quanti ce ne fossero a Febbraio o Marzo. Non è escluso che, dopo averne discusso ampiamente i mesi scorsi, il Govening Council vari una misura minore come la non sterilizzazione dell’SMP o un taglio marginale del Repo. Ma l’impressione è che Draghi propenderà per il “wait and see” e si affiderà nuovamente alla retorica per tenere a bada il sentiment.

Bce, si vuole trovare un compromesso coi membri più conservatori

Sul fronte macro ieri era una giornata di tregua, con alcune release minori in US:

** L’ADP survey di marzo, consueto antipasto dei payrolls, non ha offerto brividi, uscendo in linea con le attese (191.000 nuovi occupati da prec 178.000, e vs attese per 195.000), spiega  Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. Nessun effetto quindi sulle stime per venerdi, che vedono 200.000 nuovi occupati in marzo, dai 175.000 di febbraio. Vale la pena di osservare che con il dato odierno gli occupati totali indicati dalla survey hanno superato il picco del 2008 (116.068.000 vs 115.972.000), un sorpasso che dovrebbe essere confermato venerdi dai payrolls ufficiali. In altre parole ci sono voluti oltre 6 anni perchè il mercato del lavoro US tornasse ad espandersi in termini assoluti.

** I Factory orders di febbraio hanno sorpreso al rialzo (+1.6% da prec -1% e vs attese per 1.2%) ma le revisioni al mese precedente rendono il totale vicino al consenso. I dettagli sono meno incoraggianti del headline, con i capital goods orders a -1.5%.

** l’ ISM di NY è sceso da 57 a 52. Il calo degli ultimi mesi è consistente (a novembre era a 69.5), ma questa survey è stremamente volatile e come tale poco affidabile.

 

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