I vantaggi d’investire nel mercato valutario

 Il mercato valutario, il ForEX è un terreno molto interessante per gli investimenti di breve e brevissimo periodo perché consente di fare previsioni e tradurle in investimenti operativi in pochissimo tempo. In realtà gli analisti costruiscono i vantaggi del ForEX per differenza.

Ovvero molti cercano di capire quali sono i vantaggi del mercato della valute straniere, rispetto al terreno d’investimento tradizionale per chi ha qualche risparmio da parte e vuole farlo fruttare.

Tra i mercati azionari e il ForEX c’è una prima grande differenza legata alla lungimiranza dell’analisi. Mentre l’investitore del mercato ForEX deve prevedere i movimenti dei tassi di cambio nel breve termine, al contrario il mercato tradizionale richieste valutazioni di medio e lungo termine. Le negoziazioni, in questo secondo “ambito” possono durare anche diversi anni.

Investimenti rapidi, da definire in pochi minuti, in poche ore, ma in qualsiasi momento della giornata. Un’altra caratteristica del ForEX è il suo essere aperto 24 ore su 24, visto che opera su tutti i mercati cinque giorni alla settimana.

Le oscillazioni del valore delle valute sono consistenti perché il mercato ForEX è caratterizzato anche dall’elevata liquidità e dall’assenza di costi di commissione per cui anche chi ha deciso di provare l’ebrezza del trading, può partire proprio da qua.

Generali: nove mesi di ascesa

 Gli analisti hanno attribuito i buoni risultati del Gruppo Generali ad un cambio al vertice operato all’inizio di giugno, quasi a dire che sia stato proprio il terzo trimestre dell’anno a trainare tutta l’azienda verso dei risultati incredibili.

Il 2 giugno di quest’anno, i vertici del Gruppo Generali hanno allontanato il CEO Giovanni Perissinotto che sembra aver fatto tramontare il titolo della compagnia in borsa con una perdita vicina al 60 per cento. Una débacle senza precedenti prima.

Adesso, invece, l’inversione di tendenza è iniziata a si è anche stabilizzata. L’azienda ha diffuso una nota spiegando che l’utile netto della compagnia è in crescita del 37 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2012 e si cristallizzato sul 1.133 milioni di euro.

Anche il risultato operativo complessivo registra un buon aumento, benché meno consistente dell’indice precedente. Il risultato operativo è di 3.292 milioni di euro, il 9,4 per cento in più dell’anno scorso. In questo caso tutto si deve agli ottimi risultati del ramo “vita” della compagnia che è andato su del 16,5 per cento.

Non stupisce dunque che anche il patrimonio netto sia in aumento rispetto all’anno scorso e si sia registrata una crescita del 24,1 per cento rispetto al 2011, passando infatti dai 15.486 milioni di euro dell’anno scorso ai 19.215 milioni di euro di oggi.

L’Argentina nel mirino degli investitori

 C’è ancora da ragionarci su, ma quello che sta succedendo in Argentina è emblematico. Il paese, nonostante abbia allontanato lo spettro del default è ancora in lotta e gli indignados portano in piazza concetti e valori come la democrazia, denunciando la corruzione della classe politica.

Il presidente argentino in carica è Cristina Fernandez de Kirchner che ha già ricoperto due mandati e ufficialmente ha portato l’Argentina fuori dal default. Peccato che gli analisti ed ora anche i cittadini non sia concordi nel dire che si tratta della migliore soluzione possibile per il paese.

La Kirchner, infatti, sta per far approvare una riforma costituzionale che le garantirebbe un terzo mandato a partire dal 2015. A questo punto gli indigandos hanno detto “no” e aiutati dai social network, si sono organizzati per protestare in piazza. 

A parte la numerosità dei partecipanti alla protesta, quello che ha fatto drizzare le antenne degli investitori sono stati i  numeri portati per avvalorare la tesi che la Kirchner non è il Presidente che può guidare la ripresa. Con lei, infatti, l’inflazione è salita oltre il 25% e questo vuol dire che al di là di tutte le classi sociali si assisterà ad una depressione dei consumi. Da aggiungere a questo dato anche il calo della popolarità della Kirchner.

Come scegliere un broker

Chi investe in opzioni binarie si affida a strumenti di semplice utilizzo e facile comprensione che a fronte di un acquisto poco consistente garantiscono sempre un rendimento molto alto. Molto della propria attività di trading con questi strumenti si deve agli intermediari.

La scelta del broker rappresenta un momento fondamentale nel processo d’investimento del proprio denaro. Molte sono le guide per la scelta dell’intermediario perfetto ma è comune sentire il consiglio che invita gli investitori a mantenere i piedi per terra, optando per il broker riconosciuto dagli enti regolatori.

Questi rappresentano degli organismi indipendenti, atti a vigilare sulla regolarità delle transazioni finanziarie ma anche sulla trasparenza delle operazioni d’intermediazione.

Chi è in procinto di acquistare opzioni binarie con l’aiuto del broker
farà bene a consultare il sito dell’intermediario, a valutare la lista degli iscritti che già sono presenti sul sito, senza prendere in esame spread e titoli disponibili durante il primo contatto.

A quel punto è bene vedere se il broker è nelle liste degli intermediari riconosciuti dagli enti regolatori che sono tanti ma in Italia si può partire semplicemente dagli elenchi della Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa. Tra i broker che operano in Italia e sono autorizzata dalla Consob c’è per esempio la Saxo Bank.

Comprare casa online, qualche regola utile

 Quando si cerca di comprare o vendere una casa, spesso, ci si affida alle agenzie immobiliari, ma Altroconsumo, in un’inchiesta pubblica di recente, ha dimostrato che l’intermediazione è insoddisfacente per la maggior parte degli intervistati.

Gli intervistati di Altroconsumo, nel 25% dei casi circa, hanno dichiarato che se un domani si trovassero a comprare o vendere di nuovo una casa, non farebbero assolutamente ricorso ad un’agenzia, vista la scarsa qualità e gli alti prezzi dell’intermediazione.

E come si vende casa senza usare l’agenzia? Oggi, sempre più persone, sfruttano il canale digitale e inseriscono online il loro annuncio. Chi compra casa d’altra parte, ha tre possibilità: o sbircia il sito delle agenzie immobiliari che sono una vetrina di annunci, gli spessi disponibili nella sede.

In secondo luogo sfruttano i canali tematici dei siti generici come eBay o Secondamano, ma qualche informazione si può trovare soprattutto sui siti di annunci immobiliari. Altroconsumo che ha già redatto un vademecum per chi compra casa tramite gli agenti immobiliari, ha deciso di elencare anche le precauzioni da avere quando si compra casa online.

Il primo consiglio è quello di consultare da quanto tempo l’annuncio è online, poi si consiglia di vedere se ci sono altri annunci simili in rete e si suggerisce anche di mettersi subito in contatto con il venditore così da avere anche delle foto dell’immobile qualora non fossero già state pubblicate.

Vademecum della contrattazione immobiliare

 Il mercato immobiliare è molto complesso e non sempre gli attori che ne definiscono le caratteristiche si possono considerare del tutto onesti. Una recente inchiesta di Altroconsumo, per esempio, ha rivelato tutti i vizi delle agenzie immobiliari.

L’Associazione di consumatori ha così deciso di offrire ai suoi lettori un utile vademecum per sapere sempre come comportarsi davanti ad intermediario immobiliare.

In primo luogo Altroconsumo evidenzia l’insoddisfazione di chi ha comprato o venduto casa con un’agenzia sulla base del prezzo corrisposto per l’intermediazione. In secondo luogo nell’inchiesta si parla della scarsa professionalità delle agenzie, del fatto che non erogano una regolare fattura per il servizio e si sottolinea l’importanza della contrattazione sul prezzo dell’intermediazione. 

Il vademecum, parte da queste considerazioni per invitare tutti coloro che si rivolgono ad un’agenzia a non dare l’esclusiva a nessuno, in modo da tutelarsi sul cattivo servizio erogato. In più consiglia di accertarsi che l’intermediazione preveda un’assistenza fino al rogito con l’obbligo di ottenere per tempo tutta la documentazione necessaria per la buona riuscita della pratica.

Un altro accorgimento è quello di non firmare proposte d’acquisto che vincolano soltanto l’acquirente e l’agenzia ma preferire un contratto preliminare, magari visionato da un notaio di fiducia. Interessante anche il consiglio di tenere d’occhio il valore della caparra versata e di accorciare molto i tempi di accettazione della proposta.

Agenzie: comportamento, nero e contrattazione

 In una recente inchiesta di Altroconsumo è stato evidenziato che 7 cittadini su 10 che hanno comprato o venduto casa con un’agenzia immobiliare, si sono dichiarati insoddisfatti del servizio e in primo luogo della commissione corrisposta agli intermediari.

Ma non è solo quel che è dato in mano a chi ha facilitato l’incontro di domanda e offerta nel mercato immobiliare a infastidire gli intervistati. Quel che dà fastidio sono tre aspetti, ben esplicitati nel report di Altroconsumo.

Per prima cosa la richiesta di non fatturare la commissione corrisposta all’Agenzia. Il 21 per cento degli intervistati che ha comprato o venduto casa negli ultimi cinque anni, ha dichiarato di aver pagato in nero l’intermediazione senza ottenere una specifica fattura per il servizio erogato.

Un altro 12% degli intervistati dichiara di aver ottenuto la fattura dall’Agenzia ma soltanto per una parte dell’importo versato. Adesso però, la normativa è diventata più stringente: al momento del rogito, infatti, è il notaio stesso a dichiarare se il venditore e l’acquirente sono stati agevolati da un’agenzia e quanto hanno speso.

Il 25% degli intervistati ha dichiarato poi di non essere stato assistito fino al rogito e quindi di aver subito un comportamento scorretto da parte degli intermediari che hanno dimostrato una scarsa professionalità.

Altroconsumo ha chiesto agli intervistati se comunque hanno provato a contrattare il prezzo dell’intermediazione. Sembra che ci abbia provato soltanto il 62% delle persone e soltanto il 26% ha ottenuto un reale beneficio dall’intermediazione.

L’inchiesta sulle agenzie di Altroconsumo

 Altroconsumo ha intervistato dei cittadini che per vendere o comprare una casa si sono affidati ai servizi di un’agenzia ed hanno portato a galla una serie di storture del sistema. In particolare è stato osservato che le Agenzie non offrono un servizio adeguato agli acquirenti.

L’inadeguatezza potrebbe anche essere una questione soggettiva, legate alle aspettative di chi si affida agli intermediari, ma tutti sono concordi nel sottolineare che le Agenzie, per quel che fanno, ottengono comunque dei compensi troppo alti e molto spesso non rilasciano nemmeno le fatture.

Queste considerazioni partono dall’analisi dell’esperienza di 1500 italiani che sono stati interrogati sul rapporto avuto con le agenzie immobiliari. Per esempio, 7 intervistati su 10 hanno comprato casa tramite un’agenzia, hanno dichiarato di essere insoddisfatti della commissione corrisposta all’agenzia al punto che se dovessero vendere l’immobile e acquistare un’altra casa, non faranno sicuramente ricorso ad un intermediario.

Le commissioni, considerate sempre troppo alte, in genere vanno da un minimo del 3 per cento sul prezzo di vendita per chi compra la casa e da un minimo del 2 per cento per chi vende. Il conto è presto fatto su un immobile venduto al prezzo medio di 200.ooo mila euro.

L’agenzia, dall’affare tra venditore e acquirente, si mette in tasta ben 10.000 euro, ma il dubbio resta su quanto di questa cifra sia regolarmente dichiarato al fisco.

Cosa sono gli Hurlos

 Ormai i prodotti finanziari si sono moltiplicati a vista d’occhio e si trovano sempre terreni nuovi sui quali investire. L’ultimo ritrovato della finanza sembrano essere gli Hurlos, inventati dalla società Weather Risk Solutions.

Con l’acronimo Hurlos si fa riferimento all’Hurricane risck landfall options, vale a dire che con questi titoli finanziari si scommette sul verificarsi o meno di un uragano, un evento atmosferico che proprio in queste settimane ha chiamato a raccolta giornalisti e cittadini per la paura di una paralisi di New York.

Il funzionamento, almeno a prima vista, sembra molto simile a quello delle opzioni binarie. Un interessante articolo di Wired ne approfondisce il funzionamento.

Tutto parte dalla disamina di una mappa degli Stati Uniti costantemente aggiornata con i fenomeni climatici degli scorsi anni e con le previsioni di trend per il futuro. L’investitore, studiati i dati, può comprare un Hurlos che fa riferimento ad un’area geografica particolare.

L’Hurlos è pagato se nell’area indicata dall’investitore si realizza effettivamente un uragano e i soldi che gli spettano sono quelli di coloro che hanno investito in altre aree del nord America che non sono state toccate dal maltempo.

La finanza, per questi strumenti d’investimento semplici, deve ringraziare il genio di Ken Horowitz un imprenditore americano che negli anni è stato massacrato dagli effetti degli uragani sulle proprietà immobiliari che possiede.

Le borse chiudono la settimana “contrastate”

 I listini europei, in questa settimana, cruciale per l’America dove è stato rieletto Presidente Obama per la seconda volta, sono stati sostenuti proprio dai dati americani che hanno superato le attese degli investitori, soprattutto sul finire della settimana.

Una chiusura, quella di oggi che si può definire contrastata visto che alle perdite registrate a metà della giornata sono seguiti dei recuperi incredibili. Per quello che riguarda Piazza Affari abbiamo assistito ad una giornata davvero molto poco movimentata con il Ftse Mib che è rimasto praticamente fisso perdendo soltanto lo 0,09 per cento.

In particolare hanno fatto da traino tutti i dati sulla fiducia dei consumatori che è salita a livelli che non si registravano più dal 2007. Peccato soltanto per la tensione sul fiscal cliff statunitense e la preoccupazione per la crisi del debito europeo. 

A Piazza Affari ha guadagnato terreno Finmeccanica grazie alla conferma del piano di dismissioni dell’azienda. Allo stesso modo Telecom ha registrato qualche aumento dovuto a dati trimestrali in linea con le attese, ma soprattutto risultati che consentono all’azienda di mantenere gli obiettivi del 2012.

Non sono andati altrettanto bene titoli come Mediolanum e Autogrill che invece la settimana scorsa avevano fatto registrare performance interessanti. Riguardo i cambi si deve tener presente del calo dell’euro rispetto al dollaro.