Disoccupazione: i giovani emigrano dal Nord

 Cambiano le dinamiche della disoccupazione in Italia: se un tempo dal Sud si emigrava verso il Nord in cerca di una occupazione, adesso i giovani scappano dalle regioni del Settentrione, in particolare dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna, per andare all’estero.
► La staffetta generazionale non risolverà il problema della disoccupazione

E’ quanto emerge da una ricerca di Datagiovani, nella quale sono stati incrociati  i dati Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, e quelli Istat sulla disoccupazione degli ultimi cinque anni, che evidenzia come in questa crisi le regioni d’Italia che hanno sofferto di più la carenza di lavoro sono state proprio quelle del Nord.

La regione con il maggior aumento del numero di disoccupati è stata l’Emilia Romagna dove il numero dei senza lavoro è raddoppiato – passando da circa 65mila  a 150mila – seguita dalla Lombardia, regione dove i disoccupati sono passati da 168mila a oltre 346mila nel 2012.

► Squinzi pensa all’apprendistato per contrastare la disoccupazione giovanile

Per ovviare alla mancanza di lavoro i giovani delle regioni più colpite dalla disoccupazione sono emigrati all’estero: le percentuali maggiori di emigrazione si sono riscontrate in Trentino Alto Adige (+25%), Lombardia (+22%), Piemonte (+20%), Liguria ed Emilia Romagna (entrambe a +19%), mentre nelle regioni del sud la percentuale dell’emigrazione è più o meno vicina alla media nazionale.

 

Presentato il nuovo piano triennale di assunzione per la scuola

 Per far ripartire un paese in crisi la scuola è uno dei punti fondamentali che non deve essere trascurato. E in Italia la scuola è un settore che, specialmente negli ultimi ani, non ha avuto le attenzioni e il sostegno necessario per poter essere competitiva con i sistemi di istruzione degli altri paesi.

► Nessun taglio a scuola, istruzione e ricerca

Ma si potrebbe cambiare direzione. Il nuovo Ministro dell’Istruzione ha presentato questa mattina di fronte  alle commissioni Istruzione e Cultura di Senato e Camera le linee programmatiche su scuola, università e ricerca.

Il primo punto sul quale si è soffermato il Ministro Carrozza è stato il piano di assunzioni per il triennio 2014/2017: secondo il ministro sarà possibile dare lavoro a circa 44.000 mila precari della scuola, grazie al turn-over previsto per quel periodo.

I 44.000 nuovi assunti della scuola saranno tutti docenti di ruolo e il Ministro ha garantito che le nuove assunzioni saranno equilibrate tra assorbimento del personale precario e concorso pubblico.

► La scuola entra in crisi sul fronte gite

Oltre alle nuove assunzioni, il Ministro ha anche proposto alcune deroghe per la Riforma Fornero. In primo luogo è necessario rivedere le norme che prevedono l’inquadramento dei docenti inidonei nei profili di assistente amministrativo e tecnico e poi si dovrebbero prevedere delle revisioni del sistema delle pensioni della scuola per dare la possibilità al personale scolastico che ha maturato i requisiti pensionistici previsti per l”anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione nell’anno scolastico successivo secondo la precedente normativa.

Ecco quali aziende retribuiscono bene il lavoro

Bingham McCutchen Llp: Studio legale di Boston che riconosce ai suoi associati il magnifico stipendio di 216.000 dollari l’anno. Bonus a parte, naturalmente. Lo studio propone inoltre diversi incentivi, tra cui cene e persino lezioni di yoga per alleviare lo stress del lavoro.

Alston&Bird: Lo studio legale di Atlanta versa ai propri associati una media di 182.394 dollari l’anno, bonus a parte.

Perkins Coie: studio legale di Seattle che versa ai propri associati una media di 165.815 dollari l’anno. Sono moltissimi poi i bonus, le assicurazioni (persino quella sugli animali domestici offerta a tutti i dipendenti dello studio), le agevolazioni sulle polizze e sui piani pensionistici, nonché incentivi di altra natura.

Arnold&Porter Llp: studio legale di Washington (che ha sedi anche in altre città) versa agli associati 160.000 dollari all’anno. I bonus non mancano anche per i praticanti e i semplici impiegati. Inoltre sono comuni aperitivi o cene per tutti.

Hilcorp Energy Company:  gruppo petrolifero versa ai propri ingeneri in media 159.944 dollari l’anno e riconosce ai propri impiegati bonus sostanziosi (fino in media al 42% dello stipendio annuo di base) al raggiungimento dei target. Non solo, centrati gli obiettivi prefissati di produzione giornaliera di barili di petrolio, Hilcorp riconosce a tutti ulteriori incentivi per almeno 100 dollari. Tra i benefit poi il gruppo versa ai propri dipendenti gli abbonamenti ai mezzi pubblici di trasporto o ai parcheggi. Insomma una società da sogno ad occhi aperti.

Alitalia chiede contratti di solidarietà e tagli allo stipendio

 Al fine di contrastare la situazione economica non agevole, l’Alitalia ha fatto richiesta alle organizzazioni sindacali di 2.400 contratti di solidarietà di 50 ore medie mensili.

Si tratta, in altri termini, di sei giorni. Si parla dunque di una riduzione dello stipendio di quasi settanta euro.

E’ questa la proposta ufficiale avanzata dall’azienda all’incontro con i sindacati. Stando a quanto riferito dalle fonti sindacali, la delegazione imprenditoriale ha illustrato tale proposta reputandola un’operazione di salvaguardia occupazionale per quasi 600 dipendenti.

Una operazione che Alitalia vuole condurre avanti il prima possibile per la durata di due anni così da affrontare una situazione finanziaria molto difficile sul profilo dei costi a seguito di ricavi non positivi. Le stesse fonti sindacali dicono che l’Alitalia abbia chiesto un’immediata applicazione di contratti di solidarietà già da lunedì prossimo fino al 9 giugno 2015.

In questa maniera verrebbe scongiurato il ricorso alla cassa integrazione. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, ha già confermato l’intenzione di rafforzare e prolungare il fondo di solidarietà, istituito nel luglio 2005.

I conti della compagnia aerea sono gravissimi. Il primo trimestre si è chiuso per Alitalia con una perdita di 157 milioni, in aumento rispetto ai 131 mln dello stesso periodo del 2012. Il nuovo piano industriale 2013/2016 è in corso di elaborazione e sarà sottoposto al consiglio d’amministrazione di fine giugno. In crescita anche l’indebitamento finanziario netto gestionale che al 31 marzo risulta pari a 1.023 milioni, inclusi i 95 milioni del finanziamento soci, rispetto ai 967 milioni al 31 dicembre 2012; di questa voce la quota per l’indebitamento sulla flotta di aerei di proprietà è pari a 636 milioni.

La staffetta generazionale non risolverà il problema della disoccupazione

 L’Italia ha un grande problema: la disoccupazione, figlia della crisi. Mario Monti e i suoi tecnici hanno provato a migliorare la situazione, riformando il mercato del lavoro per renderlo più flessibile e creare un maggior ricambio, ma i risultati stentano ad arrivare.

► Zanonato sulle misure per il rilancio dell’occupazione

Adesso, poi, che c’è un nuovo governo, si parla di rivedere nuovamente la Riforma del Lavoro, per cercare di risolvere le falle della precedente che non hanno portato ai risultati sperati, partendo dall’introduzione della staffetta generazionale.

Ma, secondo il Rapporto sul mondo del lavoro 2013 elaborato dall’ILOInternational Labour Organization, neanche questa iniziativa sarà sufficientemente incisiva da risolvere il problema. L’Italia è il paese dove la disoccupazione e la recessione hanno avuto gli effetti più brutali, soprattutto per i giovani.

Secondo l’Ilo la disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto il livello record del 41,9% e, in più si è assistito ad un aumento crescente del precariato (32% di precari involontari nel 2012).

► I 5 punti di Van Rompuy per l’occupazione

E a nulla potrebbe servire, in questo scenario drammatico, la staffetta generazionale, con la quale si rischierebbe di dare lavoro ai giovani togliendone agli adulti. Secondo l’Ilo, ciò che serve all’Italia sono investimenti e innovazione (incentivandoli con sgravi fiscali), più che la riduzione del costo unitario del lavoro e suggerisce al nuovo esecutivo di ricercare altre strade per rilanciare l’occupazione giovanile, come gli incentivi all’assunzione e un sistema di formazione che favorisca lo ‘skills matching’.

Allarme CISL su disoccupazione

 Ieri, 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, il segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni ha lanciato l’ allarme sulla situazione del mercato del lavoro italiano, ribadendo l’ urgenza di far fronte al problema della crescente disoccupazione nel nostro Paese. Di questo passo, ha affermato infatti il segretario, l’ Italia rischia di diventare una Repubblica fondata sul non – lavoro, parafrasando e rielaborando il primo articolo della nostra Costituzione.

>Crisi occupazionale nel settore industriale

Le nuove professioni Web

 Il mercato del lavoro, si sa, è in continuo movimento. Attualmente il web si configura come una grande ricchezza per le imprese.

Per capirlo è sufficiente pensare a coloro i quali attraverso internet hanno potuto crescere e rinnovarsi creando nuove opportunità di business oppure a chi dal web è nato e sta sviluppando la propria azienda. Oppure ancora chi adotta la rete per supportare le proprie azioni di marketing o per farsi conoscere in mercati prima difficilmente raggiungibili; le porte che è in grado di aprire questo strumento sono infinite. Ma come diventare un esperto del campo? E per le aziende, come identificare le risorse più adatte ai propri obiettivi?

Tralasciando i sempre più numerosi addetti al settore web – esperti di digital coordinato in tutte le multiformi declinazioni, agenzie web e di comunicazione – che si muovono in modo agile tra le mansioni e i processi e quindi tra le professioni ad esse connesse, dagli annunci di lavoro che si possono trovare sparsi un po’ ovunque sul web pare ci sia parecchia confusione da parte delle aziende/agenzie che ricercano personale adatto a svolgere determinate azioni di marketing o di comunicazione sul web.

Il mercato in effetti è ricco e molto complicato, in più i confini tra una professione e l’altra sono molto labili, difficile quindi orientarsi e destreggiarsi. Risulta però sempre più importante spiegare determinate “etichette” come ad esempio il web analyst oppure l’e-reputation manager in profili precisi, sia perché le aziende possano identificare al meglio le risorse da inserire nel proprio organico sia perché i giovani – ma non solo – alla ricerca di lavoro possano destreggiarsi al meglio, considerando quanto il web sia un mercato dalle enormi opportunità di sviluppo.

Nuove professioni web

– content curator
– search engine optimizer
– community manager
– transmedia web editor
– digital pr
– all-line advertiser
– e-reputation manager
– web analyst

Nuove regole per la scelta dei top manager

 Qualcosa cambierà. Fabrizio Saccomanni vuole modificare le norme e i parametri per la selezione dei top manager destinati a condurre le società controllate dallo Stato. In corso c’è una rivoluzione, capace di chiudere definitivamente l’era dei ‘famosi’ boiardi di stato, manager talvolta inamovibili, il più delle volte connessi alla partitocrazia.

Saccomanni in testa ha una sola parola chiave, ed è “trasparenza“.

Per essere il manager di un importante gruppo pubblico è obbligatorio aver superato una dura selezione e avere un curriculum specchiato. Inoltre, per effettuare la valutazione di quello che potrebbe essere considerato un vero e proprio esame d’ingresso, potrebbe presto arrivare un ‘comitato di saggi’.

Il cambiamento è stato annunciato dal ministro dell’Economia con un comunicato di una decina di righe dettato dall’urgenza dell’assemblea di Finmeccanica, in previsione domani, nella quale il Tesoro avrebbe dovuto indicare i nomi di due consiglieri di amministrazione. Invece, come si legge nel comunicato del ministero – all’assemblea c’è l’intenzione di proporre un rinvio di una nomina a un nuovo incontro degli azionisti.

Prima di scegliere, però, il governo vuole decidere per nuovi criteri: “Il ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con la presidenza del Consiglio dei Ministri“, si legge sempre nella nota del Tesoro, “vorrebbe definire procedure trasparenti per la nomina di amministratori nelle società controllate e criteri generali di valutazione delle candidature volti ad assicurare la qualità professionale e la competenza tecnica dei prescelti”.

Le modifiche ai contratti a termine richieste dalle imprese

 Gli imprenditori italiani hanno chiesto, già a partire dalla scorsa settimana, in occasione dell’ incontro tra il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini e le parti  sociali, di apportare delle modifiche alle norme che oggi disciplinano la contrattualistica del lavoro, in modo da garantire una maggiore flessibilità in entrata.

Modifiche alla riforma Fornero per risolvere il problema esodati

Le richieste delle imprese si sono concentrate, in particolare, sui contratti a tempo determinato, rivisitati nel corso della precedente legislatura, cui la Riforma Fornero aveva però applicato una serie di limitazioni e vincoli mal digeriti dal mondo dell’ imprenditoria.

Le modifiche alla riforma Fornero

Gli imprenditori hanno infatti chiesto al Governo di rivedere nello specifico le norme che regolano i rinnovi contrattuali e la posizione contribuiva dei datori di lavoro.

Sul primo fronte, dunque, quello dei rinnovi contrattuali, le imprese hanno chiesto di riportare ad un range compreso tra i 10 e i 20 giorni – così come era prima della Riforma l’ arco di tempo che deve passare tra la scadenza di un contratto a tempo determinato e il suo rinnovo, e di limitare ai 36 mesi la durata massima dei contratti a termine stessi.

Sul fronte della contribuzione, invece, gli imprenditori hanno chiesto di abbassare il carico contributivo sospendendo il pagamento dei contributi aggiuntivi imposti dalla Riforma Fornero.

Statali: sblocco dei contratti nel 2015?

 L’augurio è che lo sblocco del rinnovo dei contratti possa esserci a partire dal 2015, in base all’andamento economico dell’Italia. Questo è il succo del discorso del ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, in relazione al blocco dei contratti deciso dal precedente governo e confermato dall’esecutivo guidato da Enrico Letta.

In ogni caso questo non toglie che al tavolo con i sindacati della prossima settimana si discuterà anche di ciò al fine di individuare un percorso capace di introdurre novità sul rinnovo. E’ possibile cominciare a parlare della parte normativa del contratto, almeno secondo il Ministro.

D’Alia ha poi dichiarato che “Le risorse per i contratti non ci sono poiché ci sono altre priorità come il lavoro e il fisco. Il blocco dei contratti è un grosso sacrificio per i dipendenti pubblici – ha ammesso – ma fa parte dei sacrifici che stanno facendo tutti gli italiani”.

Stando a quanto detto dal Ministro, in ogni caso, sarà necessario procrastinare il blocco dei contratti anche durante il prossimo anno.

Parole espresse a margine del convegno di apertura del Forum Pa rinnovando la necessità, da parte del governo, di dare la priorità per le risorse a chi un lavoro non ce l’ha.

Il rinvio della convocazione dei sindacati prevista oggi è dovuto solo a “uno slittamento di natura esclusivamente tecnica per alcune esigenze sia nostre che dei sindacati”, ha poi spiegato lo stesso ministro. “Le riforme importanti si devono attuare con il consenso e con la complicità dei lavoratori e per fare questo c’è la necessità di aprire un tavolo serio e sereno con le organizzazioni sindacali – ha sostenuto – e ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità”. “In questo momento di ristrettezza economica – ha dichiarato D’Alia- occorre fare squadra ed essere solidali per migliorare il settore pubblico che significa offrire ai cittadini più servizi e al paese prospettive di sviluppo”.