Stangata sugli enti privatizzati

 Restano nell’elenco dell’Istat relativo alle amministrazioni pubbliche, le Casse di previdenza dei professionisti contemplate nel conto economico consolidato dello Stato.

Così ha stabilito la sesta sezione del Consiglio di Stato con la sentenza 6014, che è stata rilasciata mercoledì e che ha ribaltato di fatto le disposizioni del Tar del Lazio. La legittimità dell’inserimento nell’elenco anche della società Coni Servizi e le Autorità amministrative indipendenti è stata confermata:

Così il Consiglio di Stato:

“La privatizzazione degli enti avvenuta nel 1994 ha lasciato immutato il carattere pubblicistico dell’attività istituzionale di previdenza ed assistenza svolta dalle casse che conservano una funzione strettamente correlata all’interesse pubblico, costituendo la privatizzazione una innovazione di carattere essenzialmente organizzativo”.

I giudici giungono a questa conclusione tenendo presente e notando che gli enti previdenziali conservano:

– l’obbligatorietà dell’iscrizione e della contribuzione;

– la natura di pubblico servizio;

– il potere di ingerenza e di vigilanza ministeriale;

– il controllo della Corte dei conti.

Inoltre, prosegue il Consiglio di Stato

“Il finanziamento connesso con gli sgravi e la fiscalizzazione degli oneri sociali, insieme alla obbligatorietà della iscrizione e della contribuzione previsti dal Dlgs 509/1994 valgono a configurare un sistema di finanziamento pubblico, sia pure indiretto e mediato attraverso risorse comunque distolte dal cumulo di quelle destinate a fini generali”.

Passi in avanti sulla Delega Fiscale

In questi giorni si discute a spron battuto di Delega Fiscale. Lo fanno Squinzi, Grilli, Befera e tutti coloro che provano a migliorare la legge in questione. Nello specifico il Ministro Vittorio Grilli, durante la presentazione al Cnel del libro ‘Il salasso’ di Dino Pesole, ha dichiarato:

“Il salasso c’é, ma c’é anche l’altra faccia della medaglia, quella di una spesa pubblica importante. E fino a che non decidiamo veramente il percorso della spesa pubblica strutturale, finché non ci si mette mano in maniera decisa, parlare di riduzione del carico fiscale é una illusione”.

Grilli si sofferma anche su deduzioni e detrazioni:

«Sono parte della spesa pubblica, come sussidi, parte dell’erosione. Man mano si restringe la base imponibile ed é difficile poter pensare di abbassare le tasse. Sarebbe meglio gestirle attraverso il sistema del welfare come trasferimenti diretti dallo Stato e si semplificherebbe anche il sistema».

L’obiettivo è dunque quello di semplificare il sistema. Grilli parla della delega fiscale, fiducioso del fatto che supererà l’esame del Senato. Il Ministro auspica che venga approvata rapidamente perché crea un le seguenti condizioni lavorative:

«Si tratterebbe di un modello più semplice, ex ante, e rafforza i controlli senza essere oppressiva ex post».

 

Riforme italiane nella giusta direzione, continuare anche dopo le elezioni

 Gerry Rice non ha dubbi e risponde al giornalista che, durante il consueto briefing settimanale dell’FMI, ha chiesto il suo parere sulla questione italiana (il crescente malcontento della popolazione alle misure di austerità) dopo un anno di governo tecnico guidato dal prof. Monti:

Le misure varate dal governo italiano sono passi importanti nella giusta direzione per stimolare la crescita, abbassare la disoccupazione e sostenere la fiducia e ora è cruciale una loro continua implementazione.

Il governo italiano ha messo in campo riforme strutturali e misure forti per stabilizzare la situazione del bilancio. La chiave ora è attuare queste misure.

Normale il malumore dei cittadini che sono stati sottoposti a delle profonde riforme strutturali che cambiano lo status quo, ma si tratta di un passaggio fondamentale per il risanamento del’economia italiana nel suo complesso.

A margine del comment sull’Italia, Gerry Rice ha parlato anche della situazione della Grecia, per la quale si augura un taglio del debito che sia coerente con i finanziamenti che arriveranno dall’Europa e una riforma del mercato soddisfacente per la popolazione e per le istituzioni, e della Spagna, paese che non ha ancora chiesto gli aiuti europei.

Anche le fondazioni bancarie pagheranno l’IMU

La notizia è che anche le fondazioni bancarie pagheranno l’Imu. Il governo è a lavoro sulla Legge di Stabilità che è in procinto di avviarsi alla sua conclusione. Si discute di costi della politica e di Imu per enti no profit, con una decisione presa e una rinviata. Il decreto sui costi della politica salta alla prossima settimana, come stabilito ieri al Senato. Nel frattempo sul saldo dell’Imu da parte degli enti no profit si è deciso. Il testo tornerà però alla Camera.

L’emendamento al decreto sui costi della politica ha reso noti tutti i chiarimenti circa la questione del pagamento dell’Imu da parte delle fondazioni bancarie e per gli enti no profit. Per gli immobili della Chiesa adibiti ad attività lucrative l’Imu è contemplata, così come per gli altri enti no profit e le fondazioni bancarie. Il regolamento diventa legge e quindi non si potrà più ricorrere al Tar.

Gli immobili delle fondazioni bancarie sono quindi sottoposti al pagamento dell’Imu. Il presidente dell’Associazione delle fondazioni Giuseppe Guzzetti si è lamentato di questa decisione affermando che:

“E’ una discriminazione incostituzionale: le fondazioni usufruiscono di un’esenzione non in quanto tali, ma in quanto enti che svolgono un’attività non profit”.

La critica consiste nel fatto che si potrebbe giungere a diminuire l’attività sociale degli enti no profit. Ecco cosa ha detto Guzzetti:

“Lo stato sociale va in malora e noi ed il terzo settore siamo impegnati per ridurre il disagio che esiste nel Paese”.

Disoccupazione, cifre da record a Ottobre

 Si registra l’ennesimo record negativo per l’Italia. L’Istat rilascia i dati di ottobre per quanto riguarda la disoccupazione. Il tasso attualmente si attesta intorno all’11,1%.

Non succedeva dal 2004. La condizione è ancora più grave se si considera che il 36,5% dei giovani è senza lavoro.

Così siamo sempre più inoccupati e con sempre meno risorse a disposizione. Ottobre lascia un tasso di disoccupazione che ha superato una soglia limite e preoccupa. In aumento di 0,3 punti in percentuale rispetto a settembre. Soprattutto, inoltre, in rialzo di 2,3 punti rispetto allo scorso.

Le rilevazioni sono dell’Ente di Statistiche più noto d’Italia, che afferma che sono ‘solo’ dati stagionali e provvisori è solo una magra consolazione.

L’Istat dichiara che quello sulla disoccupazione attuale è il “tasso più alto da gennaio 2004. Osservando le serie trimestrali si tratta del maggiore tasso dal primo trimestre ’99. In valore assoluto i disoccupati sono 2,87 milioni”

Non differente, anzi ancora peggiore, la condizione dei giovani italiani. Il 36,5% di coloro che sono compresi in questa fascia non ha un lavoro. Tra i 15 e i 24 anni le persone in cerca di lavoro sono 639.000. La speranza è che nei prossimi mesi la crisi diminuisca, lasciando ampio respiro a nuove manovre e nuovi sbocchi. Al momento l’Italia si conferma un Paese che non offre futuro.

 

Montezemolo vuole che Monti resti Premier

Fino a qualche tempo fa si pensava che Luca Cordero di Montezemolo scendesse in politica.

Così non sarà, ma Montezemolo proseguirà tuttavia nel suo intento di migliorare l’Italia dal punto di vista economico.

L’uomo scelto da Montezemolo per il futuro del Nostro Paese è l’attuale Presidente del Consiglio: Mario Monti per Montezemolo, dunque, dovrebbe fare il bis.

Se ne è parlato durante il meeting del “Manifesto Verso la Terza Repubblica” svoltosi a Napoli.

Montezemolo ha sottolineato

“Credibilità, competenza e moralità di Monti che conferma di lavorare per dare legittimità ad un eventuale prossimo governo Monti”

Inoltre l’ex presidente di Confindustria ha aggiunto:

“Guardiamo a lui, ma attraverso una legittimazione che porti a un rinnovamento del Parlamento. Monti, quindi, come il migliore capo del governo possibile in questo periodo e come il migliore rappresentante all’estero per credibilità, affidabilità e competenza”.

In occasione del meeting, Montezemolo ha proseguito il suo discorso soffermandosi sul sistema politico, da criticare aspramente:

“Non voglio più vedere l’amica, la fidanzata, l’amico personale in Parlamento. Non li porterei in una mia azienda. Non vogliamo più vedere un rapporto tra forze politiche che sembra un derby all’ultimo sangue. Dobbiamo avere una visione comune. Bisogna modernizzare le Province, la Camera e il Senato per rendere l’Italia meno lenta e più all’altezza della situazione”.

Confindustria: “Crisi in Italia peggiora”

Alla faccia delle previsioni positive di Goldman Sachs per il 2013. Il quarto trimestre non è positivo. I dati economici italiani, analizzati da Confindustria, non lasciano intravedere nulla di buono. Nello specifico, il Centro studi dell’Ente dimostra che in corso c’è un aggravamento. Il Pil è in flessione e la situazione da Settembre ad oggi è peggiorata.

Nello specifico, gli economisti di Confindustria hanno dichiarato che

“Il Pil italiano ha registrato nel terzo trimestre 2012 il quinto calo consecutivo, ma si è attenuato il ritmo di contrazione: -0,2% congiunturale dopo il -0,7% del secondo e il -0,8% del primo. Si delinea un contesto molto negativo nei mesi autunnali. Anche l’attività industriale segna una flessione con un -0,5% a Novembre, mentre a Ottobre la flessione era dello 0,4%, arrivando al -1,2% nel quarto trimestre. In calo anche le commesse in volume dell’1%”.

Un altro dato negativo che interessa l’Italia è la disoccupazione che aumenta. A rilevarlo è sempre Confindustria:

“L’espansione della forza lavoro ed il conseguente aumento del tasso di disoccupazione dovrebbero proseguire in quanto originati dalla spinta delle persone inattive a cercare un impiego per salvaguardare i redditi familiari in calo. Inoltre aumenta la paura delle persone di perdere il lavoro, aspetto che può influenzare i consumi visto anche che la contrazione dell’occupazione è effettivamente presente”.

 

Goldman Sachs punta sull’Italia

Nel 2013 l’Italia sarà una sorpresa. Lo dice Goldman Sachs, che auspica una possibile uscita dalla crisi e la fine di tutte le previsioni negative in termini economiche. Pil, disoccupazioni e consumi preoccupano, ma Goldman Sachs oggi, nella persona del suo presidente Jim O’Neill ha fatto trapelare una notizia positiva:

“L’Italia sarà la sorpresa positiva del 2013, specie considerando il basso livello da cui parte e le opinioni negative che la circondano”.

L’economista e la sua Goldman Sachs hanno reso noto un rapporto che tiene in considerazione i principali trend macroeconomici e relativi agli investimenti fino al 2014 dove all’Italia vengono date diverse possibilità. Jim O’Neill ha proseguito dicendo:

“Nonostante la recessione nel Paese, gli indicatori che utilizziamo suggeriscono che l’economia abbia toccato il fondo del ciclo e che sia pronta a ripartire. Bisogna quindi avere fiducia nel prossimo anno per vedere la ripresa, quando tutti gli altri indicatori vedono l’uscita dal tunnel più lunga? Bé, in effetti l’economia italiani il fondo l’ha toccato ed è ora di risalire.”

Le affermazioni di O’Neill, tuttavia, lasciano trapelare che i mercati stanno acquisendo nuovamente fiducia nei confronti dell’economia italiana e delle sue potenzialità. La banca americana, in ogni caso, non si sbilancia su un dato specifico come quello della crescita.

O’Neill ha concluso dicendo:

“Oltre alla necessità di una riforma del mercato del lavoro, rileviamo che in Italia la maggior parte delle aziende sono piccole e medie imprese che soffrono particolarmente del problema dell’accesso al credito”.

Slitta al 4 febbraio presentazione modello Imu

Il termine per presentare la dichiarazione Imu è rimandato al 4 febbraio. La precedente scadenza (ora procrastinata) era stata fissata per il 30 novembre.

Lo ha ufficializzato il Ministro dell’Economia, successivamente alle decisioni prese in parlamento circa la consegna del modello.

L’appuntamento con la consegna del modello, prassi che interessa i proprietari di due immobili, rimane invece invariato. Il saldo dovrà essere effettuato entro il prossimo 17 dicembre, e può essere pagato anche in posta od online. Tra meno di venti giorni, dunque, occorrerà pagare l’imposta, revisionando gli importi connessi alle aliquote fissate dai Comuni.

Dal 5 novembre scorso è presente sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo modello di dichiarazione Imu,

Le istruzioni al modello Imu riportano quanto segue:

“L’obbligo di dichiarazione non sussiste per le abitazioni principali ma, come viene spiegato nelle istruzioni al modello Imu, sorge nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle dichiarazioni Ici già presentate, nonché nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono, comunque, conoscibili dal Comune. La dichiarazione deve dunque essere presentata quando gli immobili godono di riduzioni dell’imposta (fabbricati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, fabbricati di interesse storico o artistico, immobili per i quali il Comune ha deliberato la riduzione dell’aliquota, i fabbricati destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, i terreni agricoli) e quando il Comune non è in possesso delle informazioni necessarie per verificare il corretto adempimento dell’obbligo tributario”.

 

 

Google Italia deve pagare 96 milioni di euro di tasse

 Google è nel mirino del fisco. Da un lato la Germania che propone una legge per il pagamento dei diritti d’autore per tutti i contenuti messi in rete dai motori di ricerca (tra i quali compare anche Google, ovviamente) in difesa del diritto d’autore e della stampa cartacea, dall’altra il ministero dell’Economia e delle Finanze  che, rispondendo all‘interrogazione presentata da Stefano Graziano, deputato del Pd, risponde:

Nel quinquennio 2002-2006 Google non ha dichiarato reddito imponibile per oltre 240 milioni di euro, che sono pari a 96 milioni di euro di iva da versare al Fisco italiano.

L’obiettivo dell’interrogazione parlamentare era quello di capire quali fossero le decisioni e le misure che il governo italiano ha intenzione di prendere contro tutte le grandi aziende internazionali che sfruttano le lacune delle leggi tributarie dei vari paesi per non versare quanto dovuto in base alla loro capacità contributiva.

Il problema fiscale, infatti, non riguarda solo Google, ma tutte le aziende e i gruppi che operano nel settore dell’hi-tech che

sfruttando ingegnerie finanziarie offerte da evidenti lacune nella normativa nazionale e internazionale, riescono a non pagare le tasse nel nostro paese. Per contrastare efficacemente fenomeni di pianificazione fiscale aggressiva aventi scala transnazionale, sta procedendo, in base a un primo screening delle risultanze dell’attività di tutoraggio dei grandi contribuenti, a una selezione di posizioni che possano dar luogo a una mirata attività di controllo fiscale nei confronti dei gruppi multinazionali attivi nel settore dell’elettronica e dell’e-commerce e le cui strategie fiscali sono oggetto di attenzione da parte dell’opinione pubblica italiana e internazionale

Da parte sua Google, nelle cui sedi si stano facendo ulteriori ispezioni,

rispetta le leggi fiscali in tutti i Paesi in cui opera e siamo fiduciosi di rispettare anche la legge italiana. Continueremo a collaborare con le autorità locali per rispondere alle loro domande relative a Google Italy e ai nostri servizi.