Uil lancia allarme disoccupazione

 Sapevate che 2.000 persone al giorno perdono il posto di lavoro?

Il dato appare scioccante. Per qualcuno è solo una goccia nel mare magnum delle brutte notizie provenienti ogni giorno dalle pagine di economia.

► Il nuovo esecutivo non cancellerà la riforma del lavoro

In verità, però, bisogna prestare sempre molta attenzione alle notizie divulgate dai sindacati e dagli Enti.

In questo caso a parlare di questo triste dato numerico è Luigi Angeletti, Segretario Generale dell’Unione Italia Lavoratori.

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Angeletti precisa che la stima data a giugno di 1.000 posti persi al giorno è stata sin troppo ottimista. Secondo una rilevazione più attenta e più approfondita, Angeletti ha da fare alcuen aggiunte: il segretario Uil ha affermato che dal 1° gennaio 2012 “Abbiamo perso 2.000 posti al giorno in media”.

Secondo le stime di Angeletti, nel 2013 si passerà nel 2013 da 3 a 3,5 milioni di disoccupati.

► Monti vuole abolire Redditometro

In conclusione il segretario generale Uil ha dichiarato che “Stiamo letteralmente devastando le basi dell’economia. Se non c’e’ un cambiamento le prospettive sono micidiali”.

Il Pd fa il punto sull’economia italiana

 Il Partito Democratico è impegnato nella campagna elettorale e nella battaglia portata avanti su tutti i fronti dal leader prescelto alle Primarie, Pier Luigi Bersani.

Il segretario ha fatto il punto della situazione economica guardando la questione da ogni punto di vista:

MERCATI

Molti mercati finanziari sono preoccupati alla vigilia del voto. Ma Bersani rassicura: “In tutto il mondo si vota e in nessun luogo al mondo si sa il risultato anticipatamente, si andrà a votare e ci sarà un governo stabile”.

CONDONO

Bersani non vuole sentir parlare “Mai più di condono”.

Il leader del Pd parla di fedeltà fiscale come asse del suo lavoro, così che ogni euro ricavato serva a ridurre le tasse dei contribuenti.

TASSE

Bersani non nasconde la presenza di un problema fiscale c’è, dal momento che la pressione fiscale è aumentata 4 punti durante il Governo Berlusconi.

LIBERALIZZAZIONI

Il segretario del Pd afferma che liberalizzare è “di sinistra”. Non è un’azione contemplata veramente dalla destra italiana. Bersani chiama in causa ragioni storiche per confermare quando dice, e conclude dicendo che il Pd ha una missione liberale e sociale da portare a termine.

MARCHIONNE

Bersani si è anche rivolto a Marchionne, in merito al fatto che Fiat ha confermato gli impegni per l’Italia, con parole dure: “Marchionne provi a contestare le mie parole, quando ho dichiarato che la cassa integrazione si giustifica solo se serve per allestire nuove linee di produzione e dunque nuovi posti di lavoro. E ho aggiunto che il governo dovrebbe ricevere spiegazioni dalla Fiat. Questa non mi sembra un’oscenità. Proviamo a rispettarci a vicenda. Marchionne rispetti i politici”.

Impegni Fiat per Italia

 L’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne ha dato la definitiva certezza che gli impegni presi dal lingotto per il nostro Paese saranno rispettati: Queste le sue parole nel corso di una prolusione al Quattroruote Day.”Siamo intenzionati a confermare tutti i nostri impegni per l’Italia”.

► La svolta cinese della Fiat

Marchionne ha inoltre aggiunto che in quattro anni Fiat giungerà ad impiegare pienamente i suoi dipendenti.

Come?

Il target dell’azienda di autoveicoli torinese è quello di esporre e realizzare 17 modelli e 7 aggiornamenti prodotti entro tre anni. Parliamo pertanto del periodo che va dal 2013 al 2016. Marchionne è sicuro di riuscire a realizzare tale obiettivo.

Oltretutto Marchionne ha desiderato esprimere un parere sulle dichiarazioni dei politici in relazione all’annuncio dato da Fiat sulla Cig a Melfi. L’ad di Fiat, con voce scossa, ha affermato di aver “trovato oscene le dichiarazioni di ieri dei politici sul caso Melfi”.

JEEP CINA

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Capitolo rapporti Fiat-Cina. Marchionne ha ripetuto più volte che con Gac potranno essere realizzate 100 mila autovetture all’anno. Il lavori per la creazione dello stabilimento sono ormai giunti al termine e potenzialmente la produzione potrebbe iniziare tra un anno e sei mesi.

La produzione di Jeep in Cina riguarderàù inizialmente 100 mila vetture all’anno, ma è potenzialmente raddoppiabile a oltre 200 mila.

Per quanto concerne invece la situazione del mercato europeo, Marchionne ha affermato che terminerà il 2013 in linea con il 2012: “Andranno bene America, Brasile e Cina”.

 

Sconfiggere corruzione per risparmiare 60 miliardi l’anno

 Quanto costa la corruzione al Sistema Italia? almeno 60 miliardi di euro. Una cifra che dovrebbe e potrebbe essere risparmiata tramite un impegno concreto e collettivo in opposizione alle cosche del malaffare. Non è un fattore positivo per un Paese come l’Italia versare così tanti euro per il saldo dell’Imposta Municipale Unica e poi guardare attoniti lo scempio provocato da mafia e (parti della) politica ai cittadini.

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

La corruzione leva infatti alle casse del Paese ben 60 miliardi. Sono soldi sottratti alla legalità, i quali se risparmiati rappresenterebbero un’enorme risorsa. Risparmiandoli, paradossalmente, si potrebbere dar vita a un nuovo Welfare, finalizzato al pagamento degli interessi che l’Italia deve annualmente soltantoo per gli interessi del suo debito pubblico.

INIZIATIVA RIPARTE IL FUTURO

Per eliminare in via definitiva tale “furto” è stata indetta l’iniziativa Riparte il futuro, che si concentra sulla realizzazione di una mobilitazione collettiva da iniziare online e proseguire in piazza. In virtù dell’aiuto dato da associazioni quali Libera e Gruppo Abele, l’iniziativa è stata illustrata nella giornata di ieri dal celebre parroco Don Luigi Ciotti. Ciotti è un prete da sempre schierato nella lotta contro le mafie e il malaffare. Ciotti ha voluto commentare con le seguenti parole l’iniziativa Riparte il futuro: “Si tratta di un movimento trasversale che vuole stringere una nuova alleanza con la politica e con i politici, chiedendo trasparenza a chi si candida per realizzare il bene comune. Noi cittadini abbiamo il dovere di chiedere conto a chi si presenta alle elezioni di rappresentare la democrazia e la politica vera”. A dimostrazione e ricordo di questo accordo è stato creato un braccialetto bianco riportante la scritta #100giorni. E’ questo il periodo entro il quale i candidati dovranno impegnarsi a modificare la legge contro la corruzione , smembrata dai vari passaggi parlamentari.

Recessione europea 2013

 Diciamolo senza girarci troppo intorno. Il Vecchio Continente nel 2013 cadrà nel baratro della recessione. Anche l’anno in corso non sarà semplice per l’Eurozona.

Un anno complicato, da trascorrere nel disperato tentativo di rafforzare l’economia, riportandola in salute e fornendo a tutti certezze e prospettive di occupazione.

► 10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Oggi che la crisi del debito sovrano preoccupa di meno, pur non essendo stata del tutto risolta, sono ancora molti i nodi da sciogliere per quanto riguarda l’economia reale La via dell’Austerity e del rigore, forse, è stata di aiuto per diminuire i problemi, anche se Austerity e rigore hanno reso più fragile la zona dell’Euro. Il problema, entrando nel gergo tecnico, è che la Banca Mondiale presenta cifre preoccupanti su tutti i fronti

RECESSIONE

Nell’anno in corso il Prodotto Interno Lordo è destinato a contrarsi dello 0,1%.

La diminuzione è minuscola e la recessione dovrebbe durare non più di 12 mesi. Ma saranno altri 12 mesi con l’acqua alla gola. Intorno alla fine del 2014 dovrebbe verificarsi una crescita del +0,9%.

PARALISI FISCALE

Conta poco fare previsioni per il biennio che verrà, poiché bisogna tenere in considerazione una variabile importante, la quale potrebbe condizionare l’economia globale: ci stiamo riferendo alla paralisi fiscale che coinvolge gli Stati Uniti, provocata dal braccio di ferro tra democratici e repubblicani sul budget.

Scongiurato il pericolo – fiscal cliff, al momento il duello concerne il tetto del debito, ormai a un passo dal limite deciso per legge di 16.394 miliardi. Se questo problema non sarà risolto, anche gli Usa saranno risucchiati dal vortice della recessione, con un -0,4% per quest’anno.

 

Programma per aumentare Export prodotti italiani

Target commerciali alquanto elevati e proposte per farsi avanti con leggi nuove ad ampio raggio, nella speranza che una volta avvenuto il cambio di governo non torni tutto punto e a capo.

Il Piano nazionale dell’export realizzato per il periodo 2013-2015 è un’insieme di numeri e iniziative che dovranno essere confermate con i fatti, iniziando dall’obiettivo di incrementare le esportazioni di merci e servizi a 620 miliardi entro la fine del 2015. Si tratterebbe di trasferire nelle casse del Sistema ben 145 miliardi in più rispetto al risultato finale prefissato per il.

Il programma è stato illustrato da Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo economico, assieme a Riccardo Monti, presidente dell’Agenzia Ice per il commercio estero, è stato approvato dal Presidente del Consiglio Mario Monti.

► Monti vuole abolire il Redditometro

Il ‘Professore’, tuttavia, ha sfruttato l’occasione per scontrarsi ancora una volta contro il suo predecessore a Palazzo Chigi.

Maro Monti ha esaminato i dati, ricordando alla platea che negli ultimi dieci anni l’Italia abbia perso il 30% della quota di commercio mondiale di beni. Urge, pertanto, un riposizionamento più deciso sui mercati emergenti, nonché un potenziamento del sistema di finanziamento, anche con una reale Export bank.

EXPORT

Il prossimo Governo avrà già a disposizione un piano che mira a 145 miliardi extra di export in tre anni salendo da 473 a 620 miliardi (+30%). Il presidente dell’Ice Riccardo Monti ha illustrato il progetto, dichiarando che “l’incidenza dell’export italiano sul Pil è del 28% contro il 50% della Germania non mi illudo di colmare tutto il gap, ma già recuperarne un terzo sarebbe un risultato straordinario”.

Legge Obama su armi favorisce i costruttori

 Dopo la terribile strage di Newton, Barack Obama ha iniziato la sua battaglia contro la vendita delle armi negli Stati Uniti al fine di evitare che possano ripetersi altri episodi del genere che non sono rari nella storia contemporanea del paese.

In un commovente discorso il presidente americano ha chiamato il suo popolo alla riflessione e a non ostacolarlo nella sua battaglia, dato che a farlo ci penserà la ricca e potente lobby dei costruttori di armi, che ha già iniziato a sorridere, almeno per ora, del fatto che le restrizioni proposte dal presidente hanno portato i fedeli del proiettile ad accodarsi davanti ai negozi per poter comprare il più possibile prima che la vendita venga limitata, se non addirittura, vietata.

La paura del debito americano influenza le borse mondiali

Obama ha firmato 23 ordini esecutivi, tra i quali figurano controlli sul passato di chiunque voglia acquistare un’arma, il bando alla vendita pubblica delle armi semiautomatiche d’assalto e il limite al numero di cartucce che possono essere inserite nei caricatori e al tipo di proiettili.

Ma, il risultato che è stato ottenuto ha del paradossale. Come anticipato prima, il popolo americano si è messo in coda davanti alle armerie, causando un’impennata alla vendita di armi e la felicità dei costruttori che hanno le loro aziende quotate in borsa: ieri, alla fine della giornata di contrattazioni, i titoli relativi hanno chiuso tutti in rialzo: Smith & Wesson e Sturm Ruger +3% e Cabela, uno dei principali rivenditori, ha fatto segnare un rialzo di quasi il 6%.

Secondo Tremonti necessaria altra manovra

 L’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti questa mattina è stato intervistato da RTL nella sua nuova veste di leader del movimento Lavoro e libertà. Secondo Tremonti i conti fatti dal governo tecnico non corrispondono a verità e molto presto si renderà necessaria una nuova manovra finanziaria dal valore di circa 14 miliardi di euro.

Quanto vale il redditometro?

Secondo l’ex ministro, la crisi non sta per finire, anzi, lo spettro della recessione incombe ancora sull’economia e, se non verranno fatti degli aggiustamenti di tiro sulle ultime riforme varate, il rischio sarà sempre maggiore. Tra le sue preoccupazioni anche il Redditometro, uno strumento

esteso a così vasto spettro, basato su statistiche di massa, di riflesso così intrusivo.

Monti vuole abolire il Redditometro

Il nuovo esecutivo non cancellerà la riforma del lavoro

Ma non solo. Secondo Tremonti, inoltre, il Redditometro non è nemmeno un’idea dell’attuale governo, in quanto la norma che ne è alla base – quella che ha sostituito i simboli di ricchezza precedenti, trasformandoli nelle odierne cento voci, risale al maggio 2010 e, oltretutto, il provvedimento ha preso forma giuridica solo con il dm del 24 dicembre 2012 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 gennaio 2013, con il Governo già dimissionario.

10 cose da sapere sulla riforma del lavoro

Parole dure anche per la riforma del lavoro messa in campo dal Ministro Fornero

che come avrete notato è scomparsa – dice Tremonti a Rtl – E’ una boiata pazzesca e contro i giovani, perché li lascia fuori dal lavoro.

 

Fiat riassorbirà tutti i dipendenti in quattro anni

 Sergio Marchionne è stato molto chiaro e non ha usato mezzi termini: la richiesta di due anni di CIG per la Fiat di Melfi sono una richiesta legittima e doverosa, anche nei confronti dei lavoratori. E continua:

Le dichiarazioni dei politici su questo stabilimento sono oscene

Marchionne ha rassicurato tutti su quanto promesso dalla Fiat all’Italia: tutti gli impegni presi verranno mantenuti, ma per riuscirci è necessario fare degli interventi che, anche se al momento sembrano molto dolorosi, sono il primo passo, quello fondamentale, per rendere la Fiat di nuovo competitiva sul mercato internazionale.

► Fusione Fiat – Chrysler

I lavoratori di Melfi, come anche quelli della altre sedi produttive, saranno riassorbiti entro due o tre anni, grazie ai 17 nuovi modelli e all’aggiornamento di sette di quelli già esistenti che la Fiat presenterà da qui al 2016.

Accordo Fiat, Chrysler e Gac Gruop

Anche l’accordo stretto ieri tra Fiat-Chrysler e Gac si pone come un’ulteriore facilitazione nel percorso dio internazionalizzazione della casa automobilistica torinese. La produzione cinese sarà di circa 100 mila vetture all’anno e potrà iniziare al massimo entro 18 mesi. Per il numero uno della Fiat, focalizzare gli investimenti sulla sola Europa, infatti, è una strategia inutile, se non deleteria. Il mercato è cambiato e

Fiat e Chrysler insieme sono una realtà industriale profondamente diversa rispetto a 3 anni fa: i mercati di riferimento sono extraeuropei. Dobbiamo fare degli stabilimenti italiani una base per veicoli destinati ai mercati di tutto il mondo.

 

 

Banca Mondiale chiede riforme e certezze

 Il generalizzato stato di incertezza in cui versano la maggior parte delle economie sviluppate ha messo in allarme la Banca Mondiale, che vede nei problemi fiscali degli Stati Uniti un reale pericolo per tutte le altre economie.

A dirlo è Kaushik Basu, capo economista della Banca Mondiale, che parla di un anno molto rischioso, durante il quale una crisi degli Stati Uniti – in questo momento particolarmente a rischio a causa delle polemiche e degli slittamenti dell’accordo sul tetto del debito che influenza anche le borse mondiali – potrebbe portare a conseguenze ben più gravi di quanto possa fare quello che accade, ad oggi, ad Eurolandia.

Banca Mondiale taglia stime di crescita PIL

Gli Stati Uniti sono la prima economia al mondo e per quest’anno la crescita del paese sarà dell’1,9%, ma la recessione è dietro l’angolo e tutto dipenderà dallo sviluppo della situazione politica, mentre per l’Eurozona è stata prevista una contrazione dell’economia dello 0,1%.

A risentirne maggiormente i paesi in via di sviluppo, i quali, nel frattempo, hanno già evidenziato un rallentamento nella crescita come non succedeva da almeno dieci anni.

Obama preoccupato per il rischio default

La Banca Mondiale parla di un critical divide, ossia una situazione per cui anche se il sentiment degli investitori va migliorando grazie ai provvedimenti che sono stati presi soprattutto nell’Eurozona, le economie sottostanti manifestano evidenti segni di debolezza, che potrebbero venire a galla se la situazione di incertezza attuale non migliora, dando vita ad un’altra serie di rischi finanziari. Basu sottolinea che per le economie emergenti è necessaria la stabilità dell’economia USA, e chiede, quindi, che la situazione di paralisi fiscale attuale venga risolta prontamente con provvedimenti mirati ed efficaci.