Cina e Italia, flussi commerciali in crescita, grazie ai porti

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 Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea le importazioni dalla Cina sono aumentate dal 2003 al 2007al 21% annuale, tenendo conto che solo nel 2007 l’Unione Europea ha importato merci cinesi per oltre 230 miliardi di euro.
Per le esportazioni cinesi, tenendo conto che il 40% dell’economia cinese è basato sulle esportazioni, e che sono il suo business più grande l’Europa diventa sempre più un mercato di notevole importanza. I porti italiani rappresenterebbero un importante nodo di scarico delle merci cinesi.
Ad oggi le merci cinesi vengono dirottate nei porti del Nord Europa, a cominciare da quello di Rotterdam, in Olanda.Il Benelux è sempre stato al centro dei commerci europei: a ovest, c’è l’Inghilterra, a est la Germania e l’Est Europa, a sud la Francia e a nord la Scandinavia. In ogni caso la distanza tra i principali porti cinesi e Rotterdam è maggiore rispetto ai porti italiani e ciò richiede un maggior dispendio economico.

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Lo stesso governo italiano, ha ammesso che i nostri porti possono essere raggiunti con una settimana di anticipo rispetto a quelli nordeuropei. Quindi vorrebbe che l’Italia diventasse la prima tappa europea tra la Cina e l’Europa.In effetti già oggi i porti italiani hanno un ruolo importante negli scambi tra Cina ed Europa, considerato che nel porto di Napoli, dove opera la COSCO, arrivano ogni anno 1,6 milioni di tonnellate di beni cinesi; e la Evergreen Marine Corp., di Taiwan, opera a Taranto.

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E il porto di Gioia Tauro come i porti liguri è situato a meno di duecento chilometri dall’Austria. Per rendere i porti italiani più competitivi saranno necessari ingenti investimenti, e questa rappresenterebbe una grossa occasione che l’Italia non dovrebbe lasciarsi sfuggire.

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