Come affronta la crisi economica la Francia, rispettando le regole Europee

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 Il Consiglio dei Ministri francesi ha approvato il Def,  Hollande e il suo primo ministro, Manuel Valls, hanno deciso di andare dritti per la loro strada, annunciando che la Francia rispetterà le regole europee a fine 2015. Nessun cambiamento nella politica economica: patto di responsabilità per ridare competitività alle imprese, sperando di creare 200 mila posti di lavoro; tagli alla spesa pubblica per 50 miliardi; rispetto delle regole europee; abbassamento della pressione fiscale a partire dal 2015. Un programma rigoroso, necessario per un paese che ancora quest’anno avrà un deficit pubblico del 3,8 % dopo il 4,3% del 2013.

La Francia cresce ma si teme non rispetti il limite del 3%

La crescita dovrebbe essere dell’1% quest’anno e del 1,7% nel 2015 ; il deficit scenderà al 3% nel 2015 e nel 2017 dovrebbe attestarsi all’1,3% ; il debito pubblico sarà pari al 95,6% nel 2014-15 per poi scendere al 91,9% nel 2017 ; la spesa pubblica passerà dall’attuale 56,7 per cento del pil al 53,5% nel 2017. In ogni caso l’avanzo primario e il pareggio di bilancio sono lontani per la Francia. Ma in un paese in cui il ruolo economico dello Stato è predominante, lo sforzo è grande e in ogni caso dovrà quasi certamente andare al di là delle cifre annunciate: con tutta probabilità, i 50 miliardi di tagli non saranno sufficienti.

 

Negli ultimi mesi  Hollande ha chiarito le sue scelte economiche. Al primo posto la necessità di ridare competitività alle imprese sgravando i loro oneri e quindi riducendo la spesa pubblica per contenere il deficit. Il programma triennale prevede 18 miliardi di tagli nell’amministrazione statale, 11 miliardi per gli enti locali, 10 miliardi per la protezione sociale.

 

 

 

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