Confcommercio, le due strade per tornare a crescere

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 Il presidente di Confcommercio parla del 2014 come «un anno di transizione, di convalescenza». Dà credito a Matteo Renzi: «Abbiamo apprezzato le prime misure annunciate dal presidente del Consiglio, vanno nella giusta direzione». E, se Renzi manterrà le promesse fatte, lo 0,5% di crescita che Confcommercio prevede per il Pil «potrebbe salire allo 0,8%». Però, bisogna stare attenti, avverte Carlo Sangalli.

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«Non c’è spazio per facili ottimismi né per distrazioni». Perché, per il presidente di Confcommercio, la strada che riporterà l’Italia allo sviluppo ha un doppio verso obbligato: se l’Italia vuole ripartire non potrà cambiare direzione dal percorso di tagli alla spesa pubblica e alle tasse. «Abbiamo apprezzato ripete Sangalli le azioni coraggiose annunciate per il mercato del lavoro e le parallele misure a sostegno delle famiglie meno abbienti, attraverso l’incremento delle detrazioni Irpef». Le agevolazioni fiscali «produttive» però vanno allargate.

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C’è da cancellare, dice Sangalli, quella che lui definisce «inaccettabile discriminazione basata sul pregiudizio che tutti i lavoratori autonomi siano evasori». Quindi «chiediamo con forza al governo di estendere i benefici della detassazione al popolo delle partite Iva, ai lavoratori indipendenti e agli autonomi: meritano rispetto e riconoscenza per come stanno affrontando questa crisi» Se si fa sul serio con i tagli di spesa le coperture ci sono. E il primo capitolo «inedito» Confcommercio lo rammenta con uno studio sulle incapacità locali, fondato sull’analisi del rapporto spese-servizi: se dappertutto si usasse il parametro della Regione più virtuosa, la Lombardia, scopriremmo che soltanto in questo settore lo spreco è di 82,3 miliardi.

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