Contratti di lavoro in aumento

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Oltre all’Inps, anche il ministero del Lavoro ha registrato una crescita del numero di contratti per il mese di marzo, mese che ha sancito l’entrata in vigore del Jobs Act.

Inoltre il Ministero segnala che siamo nel terzo dell’anno che ha dato via alla decontribuzione per gli assunti a tempo indeterminato. E proprio questo aspetto, secondo i dati dell’Inps, ha giocato a favore delle imprese. Secondo i dati pubblicati oggi, a marzo ci sono state 833.574 attivazioni di contratti (incluso il settore agricolo e i dipendenti pubblici, che l’Inps esclude, oltre al lavoro domestio) a fronte di 743.206 cessazioni: un saldo positivo di 90.368 unità.

L’effetto della decontribuzione – ma è bene ricordare che i dati saranno soggetti a revisione – si vede dall’aumento di quelli a tempo indeterminato: ci sono state quasi 191mila assunzioni, con un’incidenza al 22,9% sul totale dei nuovi contratti: una crescita sensibile rispetto al 17% del marzo 2014. Se si considera che nel marzo 2015 le cessazioni di tempi indeterminati sono state circa 162mila, si ha un saldo di circa 29mila contratti ‘stabili’ (o a tutele crescenti) in più.

Bisogna sempre rammentare che si tratta di attivazione di contratti che non possono essere definiti automaticamente un aumento dell’occupazione. Anzi, è già stata l’Istat (che calcola diversamente il dato sugli occupati, in base a una indagine ‘a sondaggio’) a gelare gli entusiasmi in proposito: a marzo ha tracciato un aumento del tasso di senza lavoro di 0,2 punti al 13%, segnalando per di più una discesa del tasso di occupazione.

Così il Ministro Poletti:

I dati che pubblichiamo oggi completano quelli forniti il 23 aprile, dove non erano comprese le attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro nei settori del lavoro domestico e della Pubblica Amministrazione.

 

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