Il Fondo Monetario Internazionale, spinge la Bce a comprare Titoli di Stato

Home > Strumenti > Gestione portafoglio > Il Fondo Monetario Internazionale, spinge la Bce a comprare Titoli di Stato

 “La volontà della Bce di fare di più se necessario è rassicurante: se l’inflazione resta ostinatamente bassa, dovrebbe considerare un programma di acquisto di asset di vasta scala prioritariamente di asset sovrani secondo le quote del capitale Bce”. E’ questa la strada indicata dal Fondo monetario internazionale alla Banca centrale europea, che chiede un aggiuntivo intervento all’Eurotower, simile a quello della Federal Reserve, se le condizioni economiche europee dovessero  peggiorare. Secondo il Fmi guidato da Christine Lagarde, il fine dell’azione ulteriore di Mario Draghi deve essere “di rafforzare la fiducia, migliorare i bilanci di imprese e famiglie, stimolare il prestito bancario: ciò avrebbe potenzialmente un significativo impatto su domanda e inflazione”.

Fmi, ripresa italiana debole. Promosso il programma del Governo Renzi

In merito all’economia reale, per il Fondo “la ripresa nella zona euro sta prendendo piede ma non è sufficientemente robusta, l’inflazione è bassa in modo preoccupante e la disoccupazione, specie tra i giovani, è elevata in modo inaccettabile”. Tre sono i settori sui quali è indispensabile una veloce azione. Il Fmi indica il sostegno alla domanda, l’aggiustamento dei bilanci e il completamento dell’unione bancaria, le riforme strutturali. “Serve una crescita più elevata per far scendere disoccupazione e debito”. Il Fmi aggiunge poi che la fermezza della Bce per far fronte alla situazione è esplicita: le misure prese porteranno a una “sostanziale espansione della liquidità”, le banche sono spinte ad aumentare il credito.

Proprio nel settore finanziario, messo a dura prova dalla crisi finanziaria e dalla cattiva qualità del credito, il Fondo ritiene che il sistema di “salvagente finanziario per le banche dell’Eurozona non è soddisfacente. “L’attuale ‘backstop’ può dimostrarsi insufficiente a rompere i legami tra banche e debito sovrano “.

Lascia un commento