Grecia, le responsabilità di Mario Draghi

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Il presidente dell’Ifo, l’istituto di ricerca economica in Germania, Hans-Werner Sinn, come è noto si è sempre detto contrario al salvataggio della Grecia e il suo parere influisce sulle decisioni della Germania.,

Di recente, Sinn ha chiesto al governo tedesco di impedire ulteriori aiuti alla Grecia. Secondo il numero uno dell’istituto, la Grexit sarebbe la soluzione meno dolorosa, anche sul piano sociale, perché l’economia ellenica diverrebbe più competitiva, avendo una moneta probabilmente svalutata contro l’euro del 50%.

Nel frattempo, il direttore generale del Single stability board, Elke Koenig, a capo dell’organismo che sorveglierà le quasi 130 banche sistemiche dell’Eurozona, ha dichiarato poco fa che i 4 grandi istituti bancari della Grecia, al momento giudicati solventi, potrebbero non esserlo più, nel caso in cui Atene andasse in default.

Koenig ha fatto sapere che queste banche sono mantenute in vita dai fondi ELA, ovvero dalla liquidità di emergenza erogata dalla BCE, ma il cui confine con “la mancata denuncia di fallimento  è sottile”, ha aggiunto. Un’affermazione molto pesante, dal momento che Draghi è accusato senza mezzi termini di salvaguardare le banche greche, senza riguardo per i rischi che corre Francoforte, che ha già stanziato per esse 83 miliardi.

Già da settimane, dentro al consiglio di amministrazione si discute sull’opportunità di proseguire con un sostegno illimitato agli istituti greci,  sottolineando come il meccanismo dell’ELA sarebbe solo temporaneo e non un aiuto permanente, come rischia di tradursi. Tuttavia, il blocco dei nuovi finanziamenti o l’aumento dello sconto sul collaterale di garanzia dovrebbe essere approvato con una maggioranza dei 2 terzi.

Oggi o domani è attesa la revisione settimanale del tetto dell’ELA e c’è da giurare che dopo gli ultimi sviluppi decisamente negativi sul fronte negoziale, cresceranno le tensioni e le pulsioni contrarie nel board all’erogazione dei nuovi aiuti. Draghi teme, però, di compromettere così ancora di più l’esito delle trattative e di far precipitare nel caos il sistema bancario ellenico.

 

 

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