I conti di Unicredit sono migliori del previsto

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I conti di Unicredit, che si prepara a varare un nuovo assetto manageriale, sono migliori del previsto. Il board di amministrazione dell’istituto ha analizzato le dinamiche del secondo trimestre, conclusosi con un utile netto pari a 522 milioni di euro, il 29% in più di un anno prima, e sopra le attese medie degli analisti finanziari, pari a circa 420 milioni.

Partecipa al risultato “il contributo positivo di tutte le divisioni nel trimestre”, informa la banca, oltre alla riduzione delle rettifiche su crediti (pari a 913 milioni tra aprile e giugno, -6,9%) e un carico fiscale inferiore (238 milioni nel trimestre, il 59% meno di un anno prima). Nel primo semestre 2015 i profitti netti salgono dunque a 1,034 miliardi, in tenuta anche se il 7,3% meno di un anno fa. Il patrimonio primario della banca, sotto la lente degli operatori e anche della Bce che a settembre dovrà esprimersi sulla sua adeguatezza in chiave macroprudenziale (Srep), è aumentato, se si parla di Common equity tier 1 fully loaded, dal 10,1% al 10,37%, e il dato salirebbe al 10,84% tenendo conto dell’apprezzamento della riserva Afs sui titoli di Stato e della vendita di una metà del gruppo Pioneer nel risparmio gestito. Dopo i conti l’azione Unicredit a Piazza Affari si è apprezzata di un 5%.

“Un risultato di grande valore in un contesto ancora sfavorevole per l’industria bancaria, che vede tassi d’interesse ai minimi storici – ha detto l’ad Federico Ghizzoni della semestrale. – Abbiamo rafforzato i coefficienti patrimoniali, che confermano la solidità del gruppo, in controtendenza rispetto alla media di settore in italia. E’ confermato il miglioramento significativo nella qualità degli impieghi, con una diminuzione dei crediti deteriorati, frutto di una migliore tenuta di quelli in bonis e di maggiori recuperi”. In un quadro di moderata ripresa economica, italiana ed europea, Unicredit “ha assicurato un’importante crescita dei nuovi finanziamenti: il nuovo credito a medio e lungo termine erogato a imprese e famiglie nei principali paesi in cui operiamo nel semestre è in crescita di circa il 40%”.

 

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