Italia e Svizzera più vicine all’accordo antievasione

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Accordo antievasione sempre più vicino tra Italia e Svizzera. Secondo indiscrezioni provenienti da fonti di governo, vi sarebbero tutti (o quasi) i pressupposti per arrivare al closing time in breve termine.

L’accordo antievasione dovrebbe essere stipulato entro i termini contemplati dalla voluntary disclosure (due mesi dall’entrata in vigore, il 2 gennaio), ovvero il 2 marzo 2015.

L’accordo, da ciò che si evince in sede di Governo, dovrebbe essere raggiunto già intorno al quindici gennaio, mentre la firma ufficiale dovrebbe invece arrivare all’inizio del mese di febbraio. In ogni caso tutto l’iter dovrebbe concludersi appunto entro l’inizio di marzo, termine stabilito dal provvedimento sul rientro dei capitali per i Paesi «black list» (lista nera) così da siglare accordi fiscali con l’Italia ed essere così considerati Paesi della «white list» (lista bianca) per agevolare l’emersione dei fondi illegalmente nascosti oltreconfine (chi proviene da Paesi in «black list», secondo le nuove norme, paga di più per rimettersi in regola).

Potrebbe dunque riuscire la strategia «a tenaglia» contemplata dal governo italiano, che mira a stanare coloro i quali commettono i reati di evasione rendendo impossibile da un lato continuare a nascondersi in Svizzera, e offrendo dall’altro lato la possibilità di rimettersi in regola con le norme sul rientro dei capitali. Una boccata di ossigeno per i conti pubblici italiani, visto che, anche se stime ufficiali non ne sono ancora state fatte, le ipotesi vanno dai 5 miliardi fino a 6,5 miliardi.

Intanto entro fine gennaio dovrebbe essere stabilita anche la prassi per fare pace col fisco, con la predisposizione da parte dell’Agenzia delle entrate del modello per aderire alla collaborazione volontaria. I cittadini italiani con capitali all’estero in nero (ma anche con fondi non dichiarati in Italia) avranno tempo successivamente fino al 15 settembre per autodenunciarsi e godere di sanzioni e pene ridotte (in particolari non saranno perseguibili per il nuovo reato di autoriciclaggio). Autodenuncia che si differenzia dei precedenti scudi perché non è previsto l’anonimato e si dovranno comunque versare tutte le imposte dovute.

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